Ricordi, ottava parte

DISCLAMERS: I PROTAGONISTI DI JAG CHE SONO PRESENTI NELLA STORIA SONO DI PROPRIETA’ ESCLUSIVA DI DONALD P. BELLISSARIO. L’AUTRICE DEL RACCONTO LI HA PRESI IN PRESTITO PER PURO DIVERTIMENTO SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.

N.d.A.: i personaggi che non esistono in JAG sono invece di proprietà di chiunque voglia divertirsi ad usarli.

Firmato
Rabb-it

CASA RABB
LA SERA DEL BALLO

Ashley era rientrata quel mattino, si stava vestendo per la serata, il vestito blu le fasciava il corpo in modo suadente, si sentiva un po’ strana dopo due settimane di fango e mimetica, ma la sensazione sparì appena si rimirò nello specchio, un discreto bussare e sua madre fece il suo ingresso, anche lei portava un abito lungo, solo era color ecrù, metteva in risalto la sua carnagione ambrata, e le dava un aria sofisticata.

“Mamma, sei splendida. Stasera credevo di vederti con la divisa di gala, ma quest’abito è decisamente meglio.”
“Ti ringrazio, con l’annuncio che io e tuo padre daremo stasera credo che la divisa di gala sarebbe stata fuori luogo.”
“Ha proprio deciso? Credevo che fosse un momento di rabbia dopo quanto successo a Sean.”
“No, era un po’ che ci stava pensando, ed entrambi abbiamo voglia di goderci la reciproca compagnia senza gli obblighi che il lavoro comporta, in fondo abbiamo una certa età ormai.”

“Mamma! Tu e papà non invecchierete mai.”
“Ti sbagli tesoro, l’età c’è, anche se siamo bravi a nasconderla, e come potremmo fare i vecchietti con una figlia che ci tiene costantemente all’erta e due scavezzacollo che non ci danno un attimo di tregua?”
“Come sta Sean? Ho sentito Elizabeth prima, mi ha detto poco o niente…”
“Nel pomeriggio ha fatto una chiacchierata con tuo padre, credo che la settimana al rifugio con lo zio AJ lo abbia rasserenato, il che farà tribolare ancora parecchio me, ma sapevo che anche lui come tuo padre vive per il volo, ormai credo di averci fatto l’abitudine, o almeno così dovrebbe essere.”
“Allora capisco i silenzi di Elizabeth, nemmeno lei sa bene cosa ha deciso, mentre Henry pare sempre sapere dove sta andando e perché.”
“Dei due è sempre stato quello più deciso, nonostante i mille dubbi che a volte tirava fuori.”
“Per esempio?”

Mac osservò la giovane donna che aveva davanti, come non pensare a se stessa alla medesima età, forse non potevano essere più diverse, ma erano anche infinitamente simili, un insicurezza di fondo ben mascherata da un atteggiamento spavaldo.
“Quando era ragazzo aveva un sacco di domande per me e tuo padre, su ogni argomento, ma mentre lui chiedeva e analizzava le cose decideva anche come regolarsi, mentre Sean, bhe lui chiedeva molto meno e spesso era indeciso, poi arrivava Henry a dargli di sprone e tutto trovava la giusta collocazione anche per lui.”
“Dici che se non era per Henry non avrebbe fatto il pilota?”
“Oh no, però magari avrebbe aspettato di avere gli anni giusti per iscriversi all’accademia, invece per un pelo si giocano il posto da cadetti, per aver cercato di entrarci prima del tempo. Ma mi stai tanto a parlare dei tuoi fratelli perché vuoi evitare le domande su Ray?”
“Ops….colpita ed affondata! Va bhe mamma sai quando l’ho incontrato al prima volta….”

Ed Ashley raccontò alla madre della sua sbronza, promettendo che era stato un incidente isolato, su cui aveva pregato Ray di tenere il segreto.

Mac rimase in silenzio, aveva intuito che il fatto che la figlia non le avesse parlato di Ray fin dall’inizio doveva avere un qualche motivo, per fortuna lui era un bravo ragazzo, un altro chissà cosa avrebbe fatto a sua figlia in quelle condizioni.
“Immagino sia meglio che questa cosa resti una confidenza tra madre e figlia, per quanto lui si sia comportato bene non credo che tuo padre ne sarebbe felice, insomma avrebbe anche potuto accompagnarti a casa tua.”
“Mamma lui non sapeva nemmeno il mio nome, Faith non glielo disse e io il mattino dopo filai via a razzo…lo rincontrai nel pomeriggio quando passai dagli uffici.”
“Non oso pensare cosa vi deve essere passato per la mente..”
“Bhe…onestamente i miei pensieri non erano troppo pudici, non so i suoi, non ho mai indagato troppo…”
“Ok, tuo padre non solo non lo deve sapere, ma nemmeno sospettare o ti chiuderà in questa stanza fino al giorno delle nozze.”
“Mamma, io e Ray non abbiamo ancora parlato di matrimonio, onestamente mi pare una cosa prematura, ci frequentiamo da poco.”
“Era un modo di dire, lo spero che prendiate il vostro tempo per certe decisioni, per ora siete giovani, godetevi la vostra età, ma attenti ai papà gelosi.”
“E ai fratelli iper-protettivi!”

Scesero le scale ridendo, Harm era ai piedi delle stesse con la divisa di gala bianca, Sean ed Elizabeth erano vicini alla porta e chiacchieravano con Ray, che fu il primo a riaversi dalla vista delle due affascinanti donne che scendevano le scale, e porse il suo braccio alla sua dama, il braccio fasciato dai lunghi guanti neri che si posava sulla bianca divisa fece scambiare sguardi d’intesa tra i genitori della ragazza.
Ma che è successo? Stava in qualche armadio della CIA quel vestito?
Lo so che ci somigliano, ma spero che stasera per loro niente colpo di stato.

Sean aprì la porta di casa e con uno sguardo ammirato alle tre donne che erano con loro, si diresse verso la macchina che li aspettava per portarli al ballo.
Elizabeth era fasciata in un lungo tubino nero, era raggiante l’ultimo esame era andato benissimo, ora aveva solo da discutere la sua tesi, e poteva rilassarsi in quella serata.

Uscendo dall’auto Mac prese il braccio che Harm le porgeva, osservarono i giovani dirigersi verso pista da ballo e buffet, e si sorrisero complici nel riconoscere se stessi molti anni prima, ma senza sguardi in tralice perché le coppie non erano quelle giuste.
“Quel vestito, mi ricorda un ballo ad un ambasciata molti anni fa.”
“Lo so, certo che noi allora facemmo di tutto meno che ballare…”
“Haey, ma se avevi detto che non ti eri mai divertita tanto ;-)”
“Mentivo, ammiraglio, mentivo.”
“Guarda sta arrivando AJ, Francesca è raggiante.”
“Vero, lo hai sentito da quando è sceso stamani dal rifugio?”
“No, ma so che lei è arrivata con i ragazzi, che ora saranno con la baby-sitter, certo che essersi ritrovato con i nostri figli a fargli da balie deve anche averlo fatto incavolare.”
“Non lo so, Sean mi diceva che pareva aspettarsi il suo arrivo, e di averlo trovato in gran forma.”

AJ si avvicinò ad Harm e Mac, quest’ultima e Francesca si allontanarono per lasciare i due uomini un po’ a parlare.
“Allora come è stato vedersi buggerare dal proprio figlio durante una salita?”
“Un’esperienza….da evitare, ma anche Henry mi aveva beccato?”
“Sì, solo si è fatto sfuggire la mia sosta e sono stato io ad avere l’ultima parola.”
“Non mi ha detto nulla, quando è stato a casa.”
“Avevate altro per la mente.”

E nel dirlo AJ osservò uno dei giovani tenenti che ballava, stringendo al sua dama in nero, gli pareva di rivedere il suo addio, quando si era congedato lasciando il posto di capo allo JAG vacante.
Sapeva che anche Rabb stava per prendere la stessa strada, e poteva ben immaginare con che stato d’animo si stesse accingendo a farlo.

CALIFORNIA
LAJOLLA

Mentre nella costa Est era già sera, nella costa ovest era solo pomeriggio sul tardi, e un certo tenente stava cercando un numero civico per le vie della città.
Aveva una licenza per una giornata solamente, ma in fondo spesso non è il tempo che conta ma la qualità, e lui contava sul fatto che sarebbero state ore di ottima qualità ;-).
Trovò il numero che cercava e suonò il campanello, arrivo una giovane sconosciuta ad aprirgli.
“Buongiorno, sono Henry Rabb, stavo cercando Cate…”

La ragazza non gli dette nemmeno il tempo di finire il nome.
“Mamma, è arrivato l’amico di Caterina, ma non è in divisa…”
Henry sorrise, Cate doveva aver detto all’amica che lui era in marina, e la ragazza era delusa del suo abbigliamento borghese.

Una donna disse alla giovane di far entrare il tenente, arrivava dalla cucina, e gli sorrise.
“Mi ricordo di te, eri presente all’inaugurazione della nuova ala della galleria.”

Cate arrivò per le scale, squadrò da capo a piedi il giovane e reclinando il capo sentenziò.
“Me lo potevi anche dire che sulla targa della galleria avrei letto Patricia Rabb Burnett… o Rabb è un cognome così comune?”
“Bhe non so quanto sia comune, ma Patricia Rabb Burnett era mia nonna, ma tu mi hai chiesto se conoscevo la mostra, non come mai la conoscevo
;-)”
“E bravo, va bhe, ti presento la mia amica Melissa e sua figlia Katia, cosa hai in mente per stasera?”
“Bhe intanto di portarti fuori a cena, poi se a Melissa e a Katia non dispiace ti rapisco fino a domani pomeriggio, purtroppo devo rientrare alla base.”
“Wow, Cate hai trovato un ragazzo che non perde tempo, giovanotto, sono responsabile di quello che succede a Cate mentre è in California, veda di comportarsi bene ;-)”

Accompagnò la frase burbera con un sorriso, e lasciò uscire i due giovani dalla casa.

Con l’auto si diressero verso la costa, dove arrivati nei pressi di un lussuoso albergo Henry parcheggiò.
“Ma scusa, è qui la cena?”
“Ti avevo fatto una domanda nella mia mail ricordi? Tu non hai risposto e per me chi tace acconsente. Che ne dici di una cena in camera?”
“Mi sa che mi devi rinfrescare la memoria…”
Salirono al decimo piano e entrarono in una stanza c’era la tavola apparecchiata e una tuta da pilota appesa alla porta della stanza da bagno.
“Che ne dici te la sto rinfrescando?”
“Eccome!!!”

La donna guardò il suo uomo cambiarsi e mettersi la divisa di volo, assaporò con l’immaginazione quello che ne sarebbe seguito, al loro primo incontro lui era in tuta di volo e lei era stata allusiva quella volta, stranamente non si aspettava una cosa del genere da un tipo come Henry, ma forse essere nel suo territorio gli toglieva parecchie inibizioni, e non poteva certo mentire a se stessa e dire che la cosa non le piaceva anzi….

E visto l’immaginazione non manca a nessuno di chi legge il resto immaginatelo pure voi….

Vi mancava la mia censura?
No vero?
Bhe eccola lo stesso….ma almeno li ho portati fino nella stanza
Ripasseremo più tardi….Molto più tardi 😉

WASHINGTON D.C.
IL BALLO

Harm stava ballando con sua figlia, era dal mattino che le voleva parlare, ma prima il segretario che non voleva accettare le sue dimissioni, poi lei si stava preparando ed erano arrivati al ballo senza aver scambiato che poche parole.
“Allora com’è andata la sessione di addestramento? So che sei andata bene, ma tu come ti senti?”
“Bene, stanca morta, ma sapevo che sarebbe stata dura, certo sapere di avere davanti a me una serata di gala rendeva più facile resistere quando veniva voglia di mandare il sergente istruttore al diavolo!”
“Anche col timore di affrontare il tuo vecchio?”
“Da quanto lo sapevi?”

Nel chiederglielo gli appoggio la testa sul petto, come faceva da bambina e lui la prendeva tra le braccia dopo essere stato via per dei giorni in chissà quali luoghi.
Lui inspirò a fondo domandando aiuto al Santo protettore delle coronarie dei papà che vedevano la loro unica figlia femmina pronta a spiccare il volo verso nidi sconosciuti.

“Da troppo, credo, come ho detto a Ray, mi aspettavo che me ne parlasse prima. Vi ho visti insieme sulla panchina del parco davanti allo JAG è ho sentito un nodo allo stomaco, poi confermatomi quando lui era nel mio ufficio e gli raccontavo di te e dei tuoi fratelli.”
“Ma perché non ci hai detto nulla?”
“E che dovevo dire? Ray mi è sembrato un bravo ragazzo, tu sei una donna con la testa sulle spalle, anche se preferirei fossi ancora la mia bambina, so che non lo sei più e non solo per l’abito di stasera…”

Ashely avvampò sotto lo sguardo indagatore del padre.
“Ecco, sai, volevo qualcosa che mi facesse dimenticare la mimetica, e che si intonasse alla divisa di gala con gli alamari.”
“S’intona, s’intona….anche troppo!”

Sorrise alla figlia e la riconsegnò al suo cavaliere, non senza un lungo sguardo d’avvertimento.
A lei posso dire che non è più la mia piccolina, ma tu bada a quello che fai, giovanotto!

Mac raggiunse il marito, e si misero a ballare loro due.
“Ti ricordi eravamo in questa sala molti anni fa, era il ballo della NATO, con un annuncio da parte di una principessa, e ti dissi che anche se per te era come ballare con tua sorella avresti potuto metterci un poco di entusiasmo.”
“E io ti risposi che non ti vedevo come una sorella.”
“Già…perché ci abbiamo messo tanto?”
“Ancora rimpianti Mac? Basta pensare al passato, godiamoci il presente, e il futuro che ancora ci aspetta. Basta voltarsi indietro.”
“No non era un rimpianto, solo un ricordo, molto dolce tra l’altro, certo almeno finché non spuntasti dalla balaustra con la divisa sporca di sangue, avevate fermato la donna che voleva uccidere la principessa, tu e gli uomini dei servizi. Poi il giorno dopo lei venne a ringraziarti. Dopo la cerimonia ufficiale in cui suo padre ti dette una medaglia.”

“Perché non sai come mi voleva ringraziare il giorno precedente…”
“Me lo immagino, guarda che il bacio che lei ti dette non rimase un segreto, o c’è dell’altro?”
“Venne in casa mia, la riportai indietro, rifiutandola, cosa che la ferì non poco, ma mi rese la cortesia.”
“E come?”
“Bhe quando mi ringraziò lo fece molto freddamente, rigirandomi contro le mie parole sul senso del dovere, e andandosene…beh mi fece quasi ingoiare il sigaro che stavo fumando.”
“Non oso immaginare come.”

Mac sorrideva dell’espressione del marito, aveva capito benissimo come la donna lo avesse salutato, solo non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere gelosa, in fondo lo sapeva che era irresistibile, il suo irresistibile capitano!

Harm sorrise a sua volta, voltandosi a guardare ancora una volta la figlia.
Con quel vestito blu e i guanti neri era identica alla madre quando al ballo dell’ambasciata dovettero sventare un colpo di stato, o almeno quello che lo sembrava a tutti gli effetti.
Poi invece avevano scoperto che era stato lo stesso ambasciatore ad organizzare tutto per farsi eleggere presidente.
Quel vestito, o almeno una sua copia molto somigliante, lo aveva procurato Webb, quando Mac era entrata nella saletta riunioni dello JAG così vestita, be’ nessuno degli uomini presenti era rimasto indifferente.

Certo in quel momento era molto difficile mettere a tacere quella parte di lui che avrebbe voluto prendere la figlia e….metterla in un luogo sicuro lontano dalle grinfie dei tipi alla Rabb. Una volta qualcuno glielo aveva detto, lei capirà cosa hanno provato i padri delle ragazze che lei ha portato fuori solo il giorno in cui vedrà sua figlia uscire di casa vestita in maniera provocante e sexy, allora penserà a se stesso e si augurerà che il giovane che porta fuori sua figlia non le somigli!
Accidenti se aveva ragione!

Poi davanti a loro vide Sean con Elizabeth e ripenso al dialogo avvenuto quel mattino.

QUEL MATTINO
CASA RABB

Sean era rientrato da poco con AJ, che era andato a prendere la figlia che arrivava all’aeroporto da S.Diego, passò da casa dei suoi, voleva parlare con suo padre.

Lo trovò al telefono con il segretario, gli fece cenno di entrare e chiuse la telefonata con un secco: “Non intendo tornare sulle mie decisioni!”
“Problemi?”
“Nulla che non si risolverà a partire da questa sera. Per ora le mie dimissioni sono solo ufficiose, da stasera saranno ufficiali.”
“Allora hai proprio deciso, credevo fossero solo voci.”
“No, nessuna voce, stasera darò l’annuncio ufficiale, mi ritiro, anche tua madre, penso che ci prenderemo una bella vacanza per iniziare poi si vedrà.”
“Accidenti, ad Henry lo hai detto?”
“Sì, ci ho parlato giusto ieri sera, era contento che avessi deciso prima di farmi perforare l’ulcera, il solito Henry che coglie subito il lato positivo. Tu che mi racconti.”
“Be’ ero un po’ indeciso nei giorni scorsi, ma la chiacchierata con lo zio AJ ha scacciato molti dubbi, domani vado a presentarmi per avere la mia nuova assegnazione, sono stato a terra anche troppo!”
“Avrei dovuto intuire che c’era qualcosa che non andava.”
“E da che cosa?”
“Di solito passi da tua madre a parlare, o cerchi Henry, stavolta invece nessuno di noi ti ha visto o sentito per giorni. E poi la notizia che raggiungevi AJ, l’importante è che ora hai chiaro cosa vuoi fare, sai bene che per stare su quei trabiccoli ci vuole il massimo della concentrazione, non si può se si è altrove con testa.”
“I trabiccoli avranno tutta la mia attenzione, puoi star tranquillo.”

Harm sorrise al figlio che aveva giustamente raccolto la sua ironia nel definire i caccia da svariati milioni di dollari su cui una minima distrazione poteva essere fatale.
“Elizabeth che dice?”
“Che è felice di vedermi sereno, sai mi piace che sia così sicura di me, le ho chiesto se il fatto che torni in volo la preoccupa, e mi ha detto che corre più rischi lei a percorrere la statale con la neve, che io in volo.”
“Però, tosta la ragazza, anche se non ha tutti i torti, rammento ancora bene l’incidente che capitò a me quando ero a Chicago con tua madre e tua sorella, un autotreno slittò sul ghiaccio e…bhe mi ritrovai in un letto d’ospedale con voi tutti che mi guardavate preoccupati, e di incidenti così ne capitano tutti gli anni a centinaia, molti meno sono gli aerei che cadono, solo che questi ultimi fanno più notizia.”

“Mi ricordò anch’io lo spavento di quel giorno, zio Sergeij ci avvertì e venne a prenderci alla stazione, eri appena uscito dalla sala operatoria quando io ed Henry arrivammo.”
“Be’ decisamente non siamo una famiglia che si annoia, vero? Ma è sicura la tua ragazza di voler avere a che fare con noi Rabb? Lo sa a cosa va incontro?”
“Dice di sì 😉 Papà che mi dici di Ashley? Credevo l’avreste accompagnata tu e la mamma, invece so che ha un cavaliere.”
“Tua sorella è grande ormai, e sì ha un cavaliere, si tratta di Ray Dexter, forse lo hai incontrato se sei passato dagli uffici in questi ultimi mesi.”
“Sì, ma non sapevo ci fosse qualcosa tra di loro, nemmeno Henry lo sapeva.”
“Be’ credevate che Ashley ve lo avrebbe messo tra le grinfie? So che quando andava al liceo i suoi fidanzatini prima che a me li presentava a voi, ma credo che con Ray sia una cosa troppo seria per confidarsi coi fratelli come le altre volte.”
“Sai dei terzi gradi agli spasimanti di Ashley?”
“Sean, ero spesso assente, ma non vuol dire che non sapessi che succedeva ai miei ragazzi.”
“Accidenti e io ed Henry che ci credevamo tanto furbi.”

Harm scosse il capo, la stessa frase che gli aveva detto Henry poche ore prima.
“No, non vi credevate furbi, avete solo preso molto sul serio l’incarico di proteggere la piccolina di casa, che però tanto piccola non è più.
Sai che ha passato la sua sessione di prove al primo posto tra le donne e al terzo assoluto, dietro di lei stanno parecchi uomini che si mangiano le mani per essersi fatti battere da quello scricciolo.”
“Ha carattere da vendere la ragazza, tu dici della mia ragazza se sa a cosa va incontro, ma e Ray qualcuno lo ha avvertito?”
“Credo che sappia già con chi ha a che fare.”

Sorrise ripensando al telegramma nel suo ufficio, era riuscito a sapere cosa Ashley aveva scritto, capiva bene come mai il giovane fosse impallidito, stava per affrontare il padre della sua ragazza nonché suo superiore e scopriva che lui sapeva già tutto; gli aveva ricordato se stesso quando aveva incontrato Francesca Paretti…la figlia di Chegwidden, il mattino si erano scontrati in auto nel parcheggio dello JAG e lui ci aveva provato, poi a sera se la ritrova davanti alla festa che l’ammiraglio aveva dato per presentare sua figlia.
Non era diventato di brace, ma poco ci era mancato.
Poi era sopravvenuto il problema di Mac che in quei tempi stava vivendo giorni di angoscia dopo che avevano ucciso Dalton Lodge davanti ai suoi occhi.
La ricaduta nel bere, che lui le aveva spesso rinfacciato, quando erano ai ferri corti per una causa non esitava a diventare crudele, per poi pentirsene, ma intanto lo faceva, anche quando era stato lui a bere, non era stato zitto, ma le aveva detto che lei lo avrebbe dovuto capire…

Come mi aveva detto una volta Peter? A volte apri la bocca solo per ferire le persone che cercano di farti ragionare? Non aveva tutti i torti.

“Papà, io ora andrei, se io ed Elizabeth passiamo stasera da voi, va bene?”
“Certo abbiamo la limousine noleggiata, andremo tutti insieme al ballo.”
“Accipicchia, quindi con Ray l’incontro sarà qui a casa?”
“Nessun incontro giovanotto, con Ray ho già parlato io e un Rabb con lo sguardo truce è sufficiente, se non vogliamo che tua sorella ci odi.”
“Messaggio ricevuto, sarò cordiale e simpatico, nessun riferimento al mio ruolo di fratello maggiore. Almeno non stasera.”

L’arrivo di Mac impedì ad Harm di replicare, ma forse fu meglio così, in fondo lui e Sarah sarebbero partiti ed era meglio che Ray sapesse che in assenza del padre c’erano sempre due fratelli da considerare.

IL BALLO
Ashley era al settimo cielo, suo fratello non aveva lanciato sfrecciatine, suo padre si era limitato ad un occhiata di fuoco, che non le era sfuggita, ma temeva di peggio. Terminato uno dei balli convinse Ray che appartarsi in uno dei balconcini che davano all’aperto non sarebbe stato sconveniente.
“Cosa ti ha detto mio padre mentre io ero di sopra a finire di cambiarmi?”
“Non molto, ho chiacchierato con tuo fratello e la sua ragazza, ci stava raccontando del suo ultimo esame e di cosa porterà come discussione alla tesi. L’alimentazione del coniglio da compagnia se ho ben capito, ma onestamente ero un po’ distratto, mentre parlava e poi tu hai dato il colpo di grazia arrivando con tua madre sulla cima delle scale, allora avesse anche detto che i conigli usano le lunghe orecchie a mo di pale di elicotteri e volano, credo me la sarei bevuta come l’ultima scoperta fatta dalla scienza.”

La ragazza rise, la sua risata argentina fece voltare alcune persone che erano nei pressi, lui la guardò intenerito, era un gran bel contrasto, l’ultima volta che l’aveva vista era furibonda e il loro bacio lo aveva rubato con un impeto di rabbia, ma adesso…scese piano a sfiorarle l’incavo del collo e con dolcezza le fece reclinare il capo, lei segui il movimento delle sue labbra e si baciarono con tutta la passione che sentivano premere dentro, poteva anche arrivare l’ammiraglio e l’intero stato maggiore in quello stesso momento, ma non se ne sarebbero resi conto.
Terminato il bacio lei rabbrividì, lui si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle.

E con uno sguardo carico di promesse per quella sera rientrarono, prima che Sean o Harm notassero la loro prolungata assenza.
Ma le uniche ad vedere i due giovani uscire erano state le due donne che avevano abilmente distratto i rispettivi compagni, mai tanto felici di tante distrazioni.

Poco distante c’era AJ che stava parlando con Bud del duro lavoro che lo attendeva.
“Ho solo messo giù degli appunti, starà a te ordinarli per cronologia, per fatti salienti, ma voglio che i miei anni al JAG siano il fulcro centrale, sono stati gli anni migliori, non ero più il giovane impulsivo in cerca di rogne, ma non ero ancora il vecchietto decrepito che sono ora.”
“AJ, lei non è affatto decrepito, Sean mi ha detto che durante la discesa era lui quello in difficoltà, ed Henry mi ha raccontato di certi sorci verdi!”
“Sean era ancora convalescente e avrebbe dovuto riposarsi, ed Henry …be’ sì a lui i sorci verdi li ho fatti vedere, lo ammetto.”

Sorrise al capitano, dargli la promozione era stato uno dei suoi ultimi incarichi, le sue gaffes erano trascritte, come ci sarebbe rimasto nel vedersi citare spesso?
Forse doveva avvertirlo, ma in fondo sapeva che avrebbe preso la cosa sportivamente non aveva risparmiato nessuno nella sua biografia, forse era stato un po’ tenero con se stesso, ma che diamine erano i suoi di ricordi, poteva ben permettersi qualche libertà!

Vide Rabb dirigersi verso il palco per prendere la parola.

Rivide se stesso compiere lo stesso gesto molti anni prima, come lui anche Harm indugiò sulle persone che stava salutando, con lo stesso sguardo carico di ricordi per ognuno di loro, dallo sguardo al capitano Coats, che ricordava giovane ladra un Natale di molti anni prima, poi giovane promessa allo JAG prima come attendente poi come avvocato, anzi no all’inizio pareva le interessasse al psicologia, ma aveva cambiato strada; all’amico di mille battaglie il capitano Roberts sempre al suo fianco, o suo avversario, ma sempre leale.
Lo sguardo indugiò alcuni istanti sulla moglie, che si era messa al suo fianco per dare il medesimo annuncio del marito, molte mani applaudivano, qualcuno asciugava una lacrima, e i fotografi accreditati fecero partire i flash.

Ashley andò ad abbracciare il padre, i suoi colleghi gli si fecero intorno, AJ ripensò al suo di addio, Francesca non c’era, era a S.Diego, Rabb pareva preso dai suoi demoni personali, si era appena chiuso il caso del figlio, con la testimonianza chiave di Webb, Bud era preoccupato per Harriett che era incinta dei gemelli, lui si era ritrovato solo fuori dal porticato e ci era voluto un anno perché si facesse di nuovo vivo con loro senza sentirsi angosciato come chi sa di non appartenere più ad un luogo, ma vorrebbe tornarci.

Sperava che per Harm e Mac le cose andassero meglio, smettere dall’oggi al domani un lavoro che hai fatto per moltissimi anni non è mai una cosa facile.

Una mezz’ora dopo.
La famiglia Rabb stava tornando all’auto quando Sean se ne esce con sta cosa.
“Adesso voi due ve ne andate in giro per il mondo e non troverete nemmeno il tempo per scrivere una cartolina!”

La replica di Ashley fu fulminea
“Be’ Sean cartoline non so, ma sc-rivere scommetto che lo faranno!”

Mac esclamò
“Ashley!”

Ray guardò la sua ragazza, domandandosi che avesse bevuto per dire certe cose, poi si ricordò che era stata con lui tutto il tempo, era sobria e stuzzicava i suoi come solo lei sapeva di poter fare.
Scoppiarono a ridere e rientrarono, lasciando Ashely e Ray a North of Union Station, con Harm che disse qualcosa sul riscaldamento di casa, una battuta che capì solo Mac mettendosi a ridere, poi fu la volta di Sean ed Elizabeth, loro senza battutine ironiche però.

Una volta soli, Harm disse all’autista di fare un giro per Washington.
E di chiudere il vetro di separazione.
“Che cosa hai in mente?”
Domandò Sarah vedendo che erano isolati completamente da tutti.
“Tempo fa vidi un vecchio film, e per quanto il finale non mi ispirasse, la protagonista femminile moriva, c’era una certa scena iniziale che mi intrigava e parecchio, tu non hai la pelliccia, ma io sono un marinaio in bianca divisa….hai capito di che film* parlo?”
“Credo di sì….”

E inizio a slacciarsi il vestito, giocando con gli alamari della divisa del marito…se quello era un inizio di sc-rittura lei era ansiosa di prendere in mano la penna.

*Ah non vi ho detto il titolo del film
Senza via di scampo
con Kevin Costner 😉
Cosa? Come prosegue la scena?
Ma non lo immaginate?
Allora non mi conoscete ancora bene;-)
CENSURAAAAAA
😉

NOTTE FONDA
IN CALIFORNIA

Nella stanza la cena era stata appena toccata, altri appetiti erano stati saziati, una tuta di volo era ai piedi del letto, aggrovigliata ad un vestitino leggero, le lenzuola erano attorcigliate ai piedi dei due giovani che in serata avevano dato fondo alle loro energie.
Cate si era rannicchiata tra le braccia di Henry, che le stava ora carezzando la schiena, aveva dormito le sue solite poche ore e adesso era di nuovo sveglio, ma non voleva disturbare il sonno della sua donna.
Penso che stamani sia meglio che le faccia vedere qualcosa di LaJolla altrimenti cosa racconterà a Melissa? Del panorama dalla stanza d’albergo?

“Marinaio, dove sei? Sai che ho fame?”
“E ti credo, non ha mangiato che poche briciole, che ne dici di un po’ di frutta?”
“Ottima idea, sai è stato un bel rinfrescarsi la memoria, non ti ricordavo così….hem be’ hai capito.”
“Adesso fai la pudica? Comunque è vero, dovremmo trovarci più spesso, sai la mia casa è abbastanza vicina a Washington D.C. potresti stare li mentre sei allo stage, in fondo io sarò quasi sempre fuori.”
“Stare a casa tua, Henry…no, meglio di no, anche perché la ditta per cui lavoro mi mette a disposizione un appartamento, ma io credevo che a Washington stessero i tuoi, e che tu non avessi una casa fissa dato il continuo cambio di base.”
“Infatti è un minuscolo monolocale in affitto, giusto per essere indipendente.”
“Ma un monolocale non deve costare poco, quanto prendi come pilota?”
“Abbastanza, non dimenticare che non ho grandi spese, sai su una porterei non si va spesso in discoteca o in giro per pub.”
“Spiritoso, va bhe quando verrai in licenza a casa però me lo dirai, vero?”
“Dopo stasera, sarei folle a non farlo, piccola!”
“Ah solo dopo stasera…”

E prese a stuzzicarlo facendogli il solletico.
“Va bene mi arrendo, dimmi cosa vuoi fare in mattinata, la Burnett gallery la sconsiglio, preferisco evitare lo sguardo indagatore della tua amica Melissa.”
“E se andassimo alla spiaggia? Ci stanno anche qui gabbiani e conchiglie vero?”
“Eccome, d’accordo, se domani riusciamo ad alzarci sarà la spiaggia!”

Decisamente i due giovani sono parecchio impegnati quindi, visto che in California è notte fonda vuol dire che nel Distretto di Columbia è l’alba….noi saltiamo quattro fusi orari e ci facciamo un giro per dei cantieri a Washington D.C.

WASHINGTON D.C.
Siamo nella zona est della città, alcune abitazioni finite di costruire una quindicina di anni prima circa stanno per essere ammodernate, uno dei pavimenti viene scalzato per mettere e nudo le tubature.
Il pavimento in questione è in realtà in un garage, alcuni operai nella serata precedente avevano picconato un po’ per eliminare del cemento,ora un giovane manovale deciso a far vedere che sapeva far bene il suo lavoro, stava ispezionando ad una ad una le cavità del pavimento, e rimase sbigottito quando in una delle fessure nel cemento intravide una mano o quel che ne rimaneva.

Chiamò immediatamente la polizia, le squadre della scientifica si misero al lavoro, fu un lento e meticoloso lavoraccio tirare fuori il corpo di quel poveretto, dalle ossa del bacino era apparso chiaro che si trattava di un uomo, ma era l’unico dato a disposizione sullo sconosciuto.
Pareva che fosse stato messo, o caduto, nel fondo della buca prima della colata di cemento, come fosse stato possibile non vederlo per chi aveva versato nella buca il cemento non era comprensibile, si stava cercando l’autista della betoniera che aveva svolto il compito, ma erano passati quindici anni.
Solo con l’identificazione del corpo si sarebbe cominciato a capirci qualcosa.

Dallo scheletro fu possibile ricavare del DNA, e la risposta che venne a galla fu un nome noto in certi ambienti e totalmente segreto in altri…un tale Clayton Webb!

UFFICI JAG
Il nuovo ufficiale in comando non era ancora stato designato, per ora ne svolgeva i compiti il capitano Roberts, la notizia del ritrovamento del corpo di Webb lo mise in agitazione.
Webb? No ma non è possibile!

Bud chiamò Harm per avvertirlo di cosa era successo quella mattina, si immaginava la faccia di Mac che vedeva il marito stracciare le dimissioni per far luce sulla morte di Webb, ma la replica dell’amico lo lasciò stupefatto.

CASA RABB
“Tienici informati, noi saremo in Italia nei prossimi giorni.”

Mac guardò il marito, non sapeva cosa avesse detto Bud, ma lo aveva visto impallidire.
“Harm che succede?”
“Hanno trovato il corpo di Webb, pare che fosse morto da molto tempo, credevo che la CIA lo avesse solo trasferito in capo al mondo e invece…lui era qui a Washington da allora.”
“Oh mio Dio! Harm, ma dobbiamo scoprire cosa è accaduto!”
“No, non voglio essere trascinato indietro dal fantasma di Webb, noi partiremo, le indagini andranno avanti, Bud ci terra informati.”

Lei rimase a guardare il marito, conosceva quello sguardo, sapeva che ora era la rabbia del momento a farlo parlare, ma presto avrebbe preso il sopravvento l’altro Rabb, quello per cui le ossessioni sono uno stile di vita, da suo padre a Palmer, da Diane a Jordan, dai casi irrisolti a Webb…
Webb. Stavolta era morto davvero…

MOLTI ANNI PRIMA
Harm era a casa con Jordan, da un po’ i due si frequentano assiduamente e sono molto impegnati quando squilla il telefono. Harm non vuole rispondere lascia che sia la segreteria a farlo, la voce di Webb gli chiede di rispondere, lui lo fa malvolentieri ma nello stesso istante a Webb si scarica la batteria…e un esplosione rischiara la notte nel porto, sulla nave dove stava Webb.

Il mattino dopo da casa di Harm passa l’agente Candella, sta cercando Clayton, non lo si trova e la chiamata fatta ad Harm risulta l’ultima effettuata.
Negli uffici Bud ed Harriett hanno una piccola discussione sul portafortuna di Bud, lui fa sempre aprire al maggiore Mackenzie le buste con i risultati degli esami.
Harm chiede a Mac se ha visto Webb di recente.
“Settimane fa ad una conferenza, ma credi sia nei guai?”
“No, tu conosci Webb.”

AJ li chiama nel suo ufficio e comunica loro che l’agente della CIA è deceduto.
Harm chiede di poter indagare, grazie a Bud scopre un collegamento con la Brundrest corporation, quindi a Palmer, che era in carcere da quando si era sostituito al capitano per uccidere un teste. Quella volta Mac aveva dato un pizzicotto al ritrovato Harm, per accertarsi che fosse quello vero e non una copia

Con la frase un Rabb mi basta aveva guadagnato la replica dell’ammiraglio: “E avanza!”
Andarono a Leavenworth per interrogarlo, ma l’uomo era evaso.

Alla sera Mac è a casa di Harm, Jordan è al lavoro, lei sta dicendo che nonostante li abbia messi in pericolo, ma lui la interrompe.
“Veramente ci ha quasi fatti ammazzare!”
“Sì, ma ho sempre trovato un lato attraente in lui.”

Guarda in viso il collega e capisce che le nasconde qualcosa, gli chiede cosa c’è che non le vuole dire e lui le fa ascoltare la chiamata registrata dalla segreteria.
Si sente in colpa per non aver risposto e si sente braccato da Palmer, rivive i momenti in cui era stato suo ostaggio in casa propria, e dice a Mac che riesce ad intuirne i pensieri, l’esplosione non era nel suo stile…non di uno che fa dell’omicidio senza lasciare tracce un arte…come la definiva lui, Mac gli dice di non mettersi a pensare come Palmer che sarebbe una strada pericolosa.

“Non posso farci niente, Palmer è come quella starna sensazione di malessere che senti quando ti sta per arrivare l’influenza…”
“Io stanotte dormo qui!”
“Mac…”
“Il divano è comodissimo, non ti lascio da solo in queste condizioni.”

Durante la notte la donna soffre di insonnia, Harm si alza e va da lei; Mac parla un poco di come abbia la sensazione che tutti muoiano intorno a lei.
(ecco perché non ci sta l’inquadratura a figura intera di Harm, non era perché era in boxer, ma per gli scongiuri molto espliciti dopo questa affermazione!;-)

Lui le asciuga le lacrime con un gesto della mano, lei si mette a pulire la sua pistola per far passare il tempo.
Il mattino seguente Jordan passa dall’ufficio con i referti dell’autopsia per Harm, Mac afferma che si prende molta cura di lui, lui replica che lo stanno facendo entrambe.

L’ammiraglio informa i suoi che ai piani alti pensano che Webb sia un traditore, Harm non ci crede, va dalla madre di Webb, la trova vestita a lutto, e scopre che essere agenti segreti è un mestiere di famiglia.
Prima di andarsene sente un nome il tenente Abby Cowen.

Negli uffici fa fare a Bud una ricerca e scopre che non ci sta nessun tenente Abby Cowen, ma Mac scopre che le lettere che compongono nome e cognome e la sigla LT che sta per tenente altro non sono che l’anagramma del nome Clayton Webb. Webb è vivo!

Lo trovano, anzi lo trova Harm, che ha mandato Mac via con una scusa, ma trovano anche Palmer che dice ad Harm che la sua ragazza sta per morire se lui non gli consegnerà ciò che Webb nasconde, Harm finge di minacciare Webb per cogliere di sorpresa Palmer dice a Webb di uscire a chiamare i soccorsi per Jordan, nella concitazione dell’inseguimento Harm si fa buggerare e viene colpito alla testa dal killer, che riesce a catturare anche Webb, rientrato dato che non riusciva chiamare, Palmer sta per ammazzare Webb, ma viene fermato da Harm che ha ripreso i sensi, purtroppo l’uomo ferito riesce a gettarsi in mare.

Viene dato per morto, ma Rabb ne dubita.

Jordan sta bene, Palmer aveva solo bluffato, vedendolo non convinto Webb gli chiede se sa cosa sia il deserto degli specchi.
“No!”
“Per Palmer ucciderti non era sufficiente, lui voleva che ti guardassi le spalle per il resto della vita!”

CASA RABB
Mac osservava il marito preparare i bagagli domandandosi quando si sarebbe fermato permettendo ai pensieri che sapeva lo tormentavano di venire alla luce.
“Mac? Cosa fai, guarda che abbiamo l’aereo alle 11!”
“La mia valigia è gia pronta, ma non ci vedo nulla di male se posticipiamo la partenza di qualche giorno.”
“Io sì, non intendo farmi coinvolgere nelle indagini su Webb, basta, la CIA avrà voluto far sparire il corpo, non so, e non ne voglio sapere nulla.”
“Ma se la CIA avesse voluto farlo sparire non credi che non lo avrebbero mai trovato?”

Harm si sedette sul letto a fianco della moglie, la guardò per alcuni istanti poi come a volersi togliere un immagine dalla testa scrollò il capo e si rialzò rimettendosi a sistemare la valigia, lei si alzò a sua volta e gli cinse la vita, stringendosi a lui, con le mani afferrò le sue braccia e lo fece fermare.

“Va bene la CIA avrebbe nascosto meglio il corpo, e allora? Cosa dovrei fare! Ho dato le dimissioni e poi Webb era nella CIA mica in marina, la sua morte non mi riguarda.”
“Harm, cosa non vuoi dirmi? Dimmelo adesso prima che sia troppo tardi.”
“Bud mi ha detto dove hanno trovato il corpo, io ero stato la con Webb, dopo la sua testimonianza su Peter.”
“Cosa accadde?”
“Credi che lo abbia ucciso? Pensi questo di me?”
“Tu non ne vuoi parlare, perché? E no non credo tu lo abbia ucciso.”
“Gli ho detto di stare alla larga dalla mia famiglia, lui disse che sarebbe sparito per un bel pezzo, sua madre era morta da poco e non aveva grandi motivi per stare a Washington visto che dalla CIA lo avrebbero certamente spedito in qualche luogo ameno. Non mi sono mai chiesto come mai non ricomparisse, mi pareva solo che mantenesse la parola.”
“Non sapevo che gli avevi parlato, ma nemmeno io ho trovato strana la sua scomparsa dalle nostre vite, o dallo JAG era chiaro che la CIA lo avrebbe mandato altrove, ma trovo altamente improbabile che ne abbia fatto sparire il corpo in maniera grossolana.”
“Io l’ho colpito, devo avergli spaccato lo zigomo, ma ti giuro che era vivo quando me ne sono andato.”
“Ti credo, ma penso faremmo bene a posticipare la partenza, non vorrai che se scoprono che eri stato l’ultimo a parlargli, prima del suo omicida, vedendoti altrove pensino che stai fuggendo.”
“Va bene! Come al solito hai ragione tu, ma non intendo dire a nessuno che sono stato l’ultimo a parlare con Webb.”
“Harm sarebbe intralcio alle indagini. Te ne rendi conto?”
“Mac, senza un colpevole chi credi accuseranno se dall’autopsia si evidenzierà che è stato colpito, e io so di averlo colpito molto forte, avevo l’anello dell’accademia leggermente incrinato, ricordo che lo portai a far sistemare.”
“Ma se qualcuno vi ha visti e se lo ricorda, cosa credi sembrerà il tuo silenzio?”
“Stai ancora sullo scranno di giudice…”
“E tu sai che si dice di un avvocato che difende se stesso?”
“Sì, che ha un idiota per cliente.”

Prese la moglie la strinse a se, come era stato infinitamente più piacevole stringerla la sera precedente, ma pareva che per loro non vi fosse un attimo di tregua.

Mac ripensò a Palmer, si era fatto vivo ancora nella vita sua e di Harm…quando per un pelo non fece uccidere dallo stesso Harm la sua ragazza, Jordan.

MOLTI ANNI PRIMA
UFFICI DELLO JAG

A Mac sta per cadere una cartellina dalla pila che sta portando, Harm la prende al volo rimettendogliela in cima una volta che ha appoggiato tutto sulla scrivania, restano un secondo a guardare le immagini che stanno scorrendo sugli schermi, è l’anniversario della ritirata da Saigon e la ZNN sta mandando in onda immagini di repertorio sugli elicotteri che caricano civili che fuggono da Ho-Chi-Minh.

Ad un certo punto Harm intravede tra la gente che sta lasciando l’ufficio diretta all’ascensore un volto familiare, fa una corsa e fa in tempo a vederlo di sfuggita mentre si chiudono le porte dell’ascensore, gli sembra il padre. Di cui ha da poco scoperto la morte avvenuta in Russia oltre dieci anni dopo il suo abbattimento in Vietnam.
Mac lo vede scosso, e lui le dice che ha visto un tenete della marina molto somigliante al padre, la donna gli dice che è ancora molto suggestionabile dallo stesso.

AJ chiede aiuto per prepararsi ad una prova in corte suprema, Harm è esonerato dato che aveva chiesto ferie per andare in barca, un po’ gli secca, specie per la frase dell’ammiraglio.
“Vada capitano, darò l’allerta alla guardia costiera.”

Al che lui guarda in tralice Mac che con Bud e Mic aiuteranno l’ammiraglio a prepararsi per la presentazione e sussurra.
“Dire a qualcuno i propri progetti è come pubblicarli sul giornale!”

IL GIORNO DOPO
Poi in mare non va, il brutto tempo tiene lui e Jordan lontani dai flutti, ma molto vicini in altri sensi, insomma niente barca a vela, ma più tempo per le coccole.

Suona il telefono, è un paziente di Jordan, che è psichiatra, lei parla di stress post-traumatico con allucinazioni, facendo venire in mente ad Harm che forse non è il caso che le parli delle sue strane visioni del pomeriggio precedente.
Harm di notte viene svegliato dalla voce del padre, e la sua immagine gli si parà davanti, passa la notte in bianco, non si confida con Jordan, che deve andare da un paziente. Lui si mette ad ascoltare le cassette del padre.

La prova di AJ inizia male, con Bud che si fa condizionare dall’avere di fronte il suo superiore, Bud dovrebbe essere il capo della corte suprema quindi deve reguardire AJ, Ma il giovane tenete si riprende appena riceve il richiamo del suo CO di darsi una mossa.

Intanto Harm passa da Mac per confidarle cosa gli sta accadendo, con la frase tu hai sempre saputo aiutarmi quando ho questa mie crisi, mette la donna nella situazione di doverlo spedire dalla sua ragazza.
“Harm, non farle questo, parlane con lei, e non dirle che prima sei passato da me!”
“Ma lei potrebbe credere che siano solo allucinazioni, come quel suo paziente.”
“E non è la stessa cosa che temi tu?”

Torna a casa, riceve un’altra strana telefonata, e quando ne parla con Jordan lei gli dice che avendo cercato il padre per oltre vent’anni sarebbe stato strano se non lo vedesse o sentisse.
Jordan ha preparato lo sformato di zucchine, Harm nota che manca il vino, lo va prendere ma nel riflesso del vetro della cucina vede il volto del padre.

Corre fuori sotto al pioggia, lei lo raggiunge e lo calma, mentre è scosso Harm si rammenta meglio delle parole al telefono e ricorda di averle già sentite.
Rientra in casa e frugando nel cassetto dove ha messo le cassette di suo padre nota che alcune sono fuori posto, ne fa partire una e riascolta le medesime parole, e pensa subito a Palmer.
Trova il numero da cui ha chiamato e si dirige all’albergo dove alloggia l’uomo sotto il falso nome di Harmon Rabb Sr.

Mentre sfreccia con la sua corvette per le strade di Washington D.C., il paziente di Jordan si presente alla porta di casa di Harm, è Palmer.

Questi tramortisce la donna, la lega e poi la sistema davanti ad uno strano specchio, in modo che Harm rientrando dalla sua infruttuosa ricerca veda lui e creda di colpirlo, uccidendo invece la sua donna.
Buon per Jordan che lei riesce a muovere impercettibilmente lo specchio e che Harm nota che in realtà è un immagine riflessa quella a cui stava per sparare, colpisce Palmer e lo consegna di persona a Forth Leavenworth.

Intanto Bud si scusa con l’ammiraglio per le sue eventuali esagerazioni, questi gli dice che sarà un ottimo avvocato, ma gli consiglia di non mettersi a sparare in aula.

CASA RABB
“Harm, e se centrasse Palmer? Era un ex agente.”
“Mac, quando da Leavenworth è giunta notizia del suo decesso sono andato di persona ad assicurarmi che fosse realmente lui che veniva sepolto. E non era certamente fuori 15 anni fa.”
“E come lo sai? altre volte era stato fuori e non ne sapevamo nulla.”
“Mi avrebbe ucciso se ne avesse avuto l’occasione, no Palmer stavolta non c’entra.”
Vide il marito convinto, e non insistette, in fondo non sapevano ancora come era morto Webb, magari era stata una disgrazia. Anche se la colata di cemento sul suo corpo rendeva difficile credere una simile ipotesi.
“Andiamo negli uffici vediamo se Bud ha già scoperto qualcosa.”

UFFICI JAG
DIVERSE ORE DOPO

Bud vede Harm e Mac, in abiti civili all’ingresso degli uffici e si dirige da loro.
“Mi spiace avervi interrotto, ma ho pensato che avreste voluto sapere.”
“Bud cosa puoi dirci?”
“Poco, era dove ti ho detto, sotto il pavimento di un garage, data l’assenza di ossigeno il corpo si era come mummificato e ci vorrà del tempo per capire le cause del desso, a parte quelle più evidenti.”
“Quali sarebbero quelle evidenti?”
“Harm, sai che non te ne posso parlare….già credo di aver commesso un illecito a chiamarti, ma eri il capo dello JAG fino ad ieri e Webb era vostro amico.”
“Hai ragione, anche perché ero con Webb dove hai detto che hanno trovato il corpo e se è morto quando hanno costruito le case, i tempi corrispondono.”

Bud divenne d’improvviso preoccupato, l’agente della scientifica parla di una colluttazione avvenuta negli istanti precedenti la morte, non ha ancora dati certi, ma appare evidente che all’uomo sia stato fracassato il cranio e poi gettato nella buca.
Bud non riesce a non pensare alle altre volte che aveva visto il capitano perdere il controllo…

Anni prima:Harm stava interrogando un uomo su una carrozzina, questi parlava di prigionieri di guerra, e ad un certo punto accusò il padre di Harm di codardia, l’uomo si scagliò su di lui come una furia, il tenente Roberts che era fuori dallo stanzino si precipitò all’interno, per levaglielo dalle mani….

Oppure quando lo vide arrabbiato con la Singer….

In entrambi i casi c’era di mezzo al sua famiglia, perdeva il lume della ragione se lo si toccava negli affetti a lui cari, come non pensare alla sua crisi matrimoniale, in cui forse Webb era implicato in quegli anni?
Bud non sapeva nulla della testimonianza di Webb, su Peter, altrimenti avrebbe un ulteriore movente per la rabbia di Harm.

No, Harm potrà anche aver avuto uno scatto d’ira, ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere…sono un imbecille anche solo a pensarlo possibile.
Ma il tarlo del dubbio è ormai insinuato, Harm se ne rende conto e capisce che se ad altri verrà il medesimo sospetto, saranno guai seri.

NEI GIORNI SEGUENTI
E ad altri viene, dato che molti sapevano dell’amicizia di vecchia data tra Rabb e Webb gli viene presto chiesto quando è stata l’ultima volta che lo ha visto, Harm decide di dire subito la verità e si ritrova accusato di omicidio….anche se dalla scientifica hanno detto che ci vorranno settimane prima di avere dei dati certi.

Harm venne richiamato in servizio attivo, dato che le dimissioni sono effettive solo dopo un certo numero di giorni, per adesso dovrà vedersela ancora con la giustizia militare, la CIA non ci tiene a mettere nelle mani di quella civile le indagini sull’omicidio di un loro uomo, in cui forse è implicato un altro ex-agente.

All’accusa viene assegnato l’ammiraglio Turner, che chiede a Ray di essere il suo secondo, alla difesa Bud che viene affiancato da Jennifer.
Ray si trova davvero in una brutta situazione, è uno degli avvocati dell’accusa del padre della sua ragazza, ma rifiutare di affiancare un ammiraglio era un deciso passo falso e lui alla carriera ci teneva.

Durante le indagini però si rende conto che l’ammiraglio ha dell’acredine verso Rabb, e deciso a capirne di più si prende la libertà di indagare sul passato di entrambi gli uomini.

Scopre così che quando Rabb era stato promosso al grado di contrammiraglio e quindi messo in posizione di tentare al scalata allo JAG l’allora capitano di vascello Turner era già stato promosso, insomma per i pochi mesi di assenza dal servizio attivo, quando aveva dato le dimissioni, Rabb era inferiore a Sturgis, ma quando si era trattato di fare un nome per la commissione che doveva scegliere il sostituto di Chegwidden egli aveva appoggiato Rabb, e Sturgis era stato mandato nel pacifico, certo il prestigio era molto simile, ma Rabb rimaneva un superiore di Turner e secondo Ray questo ne falsava l’ottica di avvocato dell’accusa e glielo disse.

“Chiedo il permesso di parlare liberamente.”
“Permesso accordato Ray, che succede?”
“Signore, secondo me lei non sta analizzando obbiettivamente le prove, pare già convinto della colpevolezza dell’ammiraglio Rabb. Ci mancano ancora molti dettagli… certo lo ha colpito, e risulta lo zigomo spaccato, ma non abbiamo prove che sia stato il capitano a ucciderlo. Rischiamo di vederci invalidare il processo per avere avuto troppa fretta.”
“Tenente, la spaventa avere a che fare con il suo capo, o è il fatto che sia il suo futuro suocero a farla parlare così!”
“Signore io mi attengo ai fatti, e la mia relazione con la figlia dell’ammiraglio non ha influenza alcuna sulla mia analisi, secondo me lei si sta facendo trascinare dall’ira per vecchi rancori.”
“TENENTE!”
“Le avevo chiesto il permesso, signore.”
“Vuole ricusare il caso e lasciare che me ne occupi da solo.”
“Il contrario, vorrei che lo lasciasse in mano a me, sarei certamente più obbiettivo, lei dovrebbe restare in quanto un tenente non può perseguire un ammiraglio, ma sarei io a tenere il dibattimento, se per lei va bene.”
“Ha una gran faccia tosta lo sa?”
“Non è per questo che mi ha caldamente raccomandato all’ammiraglio quando cercavano nuovi avvocati?”
“Anche, lo sa Rabb che ha una serpe in seno?”
“Non sono una serpe signore, solo un avvocato che prende molto sul serio il suo compito.”
“Cosa ne dirà Ashley Rabb? Adora il padre.”
“La signorina Rabb può dire ciò che vuole, sa che mestiere faccio e che non mi scelgo i casi.”
“Bhe stavolta non si direbbe, scusi la franchezza.”
“Saprò gestire la cosa.”
“Bene, proceda come meglio crede. A lei la prossima mossa.”

CASA RABB
Ashley stava parlando con i suoi durante il pranzo, in quei giorni l’atmosfera festosa della settimana precedente pareva dissolta come neve al sole.
“Papà, ma Ray non può ricusare il caso?”
“Tesoro, fare l’avvocato dello JAG non significa mica scegliersi i casi, a meno che non si voglia restare tenenti tutta la vita, e non credo che Ray sia quel tipo di persona, o sbaglio?”
“Non sbagli, ma non c’è conflitto di interessi….insomma esce con me…”
“Ti parla del caso?”
“No, nemmeno una parola.”
“Tu ne parli a lui?”
“Preferisco evitare…”
“Allora nessun conflitto, lui fa il suo lavoro e stop, non lasciare che questa storia ti condizioni al vita, non dare a Ray colpe che non ha, gli è stato chiesto di rappresentare l’accusa e lo sta facendo in modo egregio,purtroppo per me non ho un alibi, ho un buon movente e avevo l’occasione, o salta fuori il vero colpevole o….”
“No, non dirlo, nemmeno per scherzo!”
“Va bene non lo dico, che ne dici di finire il pranzo, ti si sta freddando tutto.”

Mac aveva ascoltato lo scambio tra padre e figlia senza parlare, Harm aveva ragione il rischio di una condanna c’era, ma capiva l’angoscia di sua figlia nel vedere il padre e l’uomo amato sui due lati opposti della barricata.

UFFICI JAG
Ray aveva svolto con scrupolo il lavoro investigativo che poteva portare all’incriminazione di Rabb, era pure riuscito a trovare l’autista della betoniera che aveva versato il cemento e ora lo stava interrogando.
“Mi dica cosa ricorda del pomeriggio del **/**/** ”
“Ma vede è passato tanto di quel tempo, però ricordo di essere andato a caricare il cemento verso le due e di averlo portato al cantiere per le quattro….mentre entravo vidi uscire un uomo alto, non rammento altro.”
“È un po’ poco, non sa dirmi se era in divisa o in abiti civili?”
“Ecco….non so…ma sì sì doveva essere un marinaio, però era pieno di galloni.”
“E lei quanti galloni si era scolato prima di andare al lavoro?”
“Ma scusi lei non è l’accusa?”
“La sto preparando alle domande che le farà la difesa! Era ubriaco?”
“NO!!! Cioè, io l’alcool lo reggo bene ecco, ero ancora in grado di guidare!”
“Capisco!”

Ray temeva la testimonianza di quell’uomo, era evidente che era un alcolista sarebbe stato facile per la difesa sostenere che non poteva essere attendibile la sua testimonianza sulla presenza di Rabb pochi istanti prima che il corpo di Webb venisse ricoperto dal cemento.

Dall’autopsia era apparso evidente che l’uomo aveva subito due traumi, uno era lo zigomo rotto di cui l’ammiraglio si era già preso responsabilità, l’altro era uno sfondamento cranico causato da un corpo contundente, dalle condizioni del corpo per il patologo era stato chiaro che l’uomo fosse stato sommerso dal cemento pochi istanti dopo il colpo ed era morto per soffocamento.

Quindi Rabb aveva colpito il signor Webb poi ne aveva messo il corpo in fondo alla buca coprendolo con qualcosa, e il camionista ubriaco aveva fatto il resto….
No, manca qualcosa, come poteva Rabb sapere che avrebbero versato il cemento, mi manca un dettaglio per inchiodarlo.

Mentre gli passava questo pensiero per la mente si rese conto che se Ashley avesse saputo che per lui suo padre era colpevole tra di loro non ci sarebbe stato futuro, era meglio che non lo sapesse, finché credeva che lo faceva solo per obbligo e non per convinzione magari tra di loro le cose potevano funzionare, almeno per un poco.
Però c’era lo stesso qualcosa che non lo convinceva…

Bud e Jennifer intanto stanno arrovellandosi per trovare chi poteva aver ammazzato Webb, nemici ne aveva certamente molti, compresa la stessa CIA che poteva aver deciso di eliminare un tipo con la lingua troppo lunga.

WASHINGTON D.C.
SEDE CENTRALE CHITARRE & COMPANY

Cate stava ordinando la sua scrivania, quando la sua attenzione fu attratta dal dialogo tra due colleghe quando senti dire il nome Rabb.
“Ti dico che è il principale indiziato.”
“Io non ci credo, mio padre mi ha sempre parlato bene del comandante Rabb.”
“Per forza tuo padre è un capitano di fregata della marina americana….chi parlerebbe mai male di un ammiraglio della procura militare.”
Fu l’ultima frase che sentì, poi le donne si allontanarono.
Il padre di Henry è ammiraglio… accidenti, chissà come sta, ecco come mai non si è più fatto vivo dopo la giornata passata a LaJolla.

Con il mouse andò veloce nella sua casella di posta e scrisse poche e veloci righe.
Dopo aver premuto l’invio senti un brivido correrle lungo la spina dorsale, non sapeva come lui avrebbe preso quella intromissione in affari di famiglia, specie visto che tra di loro non c’era un vero impegno.
Ormai è fatta! Inutile piangerci su!

CALIFORNIA
BASE DI MIRAMAR

Henry aveva appena terminato il suo rapporto sul nuovo caccia, presto avrebbe consegnato i dati al suo superiore, vide la casella della posta in arrivo accendersi, decise di dare un’occhiata.
Era Cate. Un sorriso gli distese il volto, ma si rabbuio mentre leggeva.

Ciao, ho saputo della accuse a tuo padre, immagino sarai sconvolto, non lo conosco e non posso sapere che tipo sia, ma se somiglia a te non può essere colpevole, per quanto possibile ti sono vicina. Cate.

Accidenti, non ho pensato di avvisarla, e sì che lo so bene che la stampa ci sta andando a nozze con sta storia, un ammiraglio accusato dell’omicidio di un ex-agente della CIA! Certo che è stata molto dolce, e fiduciosa. ACC attento Rabb questa storia ti sta rammollendo, niente impegni, ricordi?

Ma una vocina dentro di lui gridava imperiosa
E dove lo vedi l’impegno? Ha detto che ti sarà vicina, mica che vuole sposarti….datti na calmata!

UFFICI JAG
Ray lesse e rilesse gli appunti che aveva raccolto, e l’ultimo dossier che gli avevano portato, andò alla riunione con la difesa.
L’ammiraglio Turner era con lui, una veste insolita per lui, essere solo li per figura mentre di tutto si occupava un sottoposto…davvero una cosa che non digeriva.

Bud chiese a Ray di esporre i fatti, Harm fissò il giovane, rivide se stesso e ringrazio di non essersi mai trovato nei suoi panni, lui difesa mentre ammiraglio accusa si, o anche il contrario, ma mai AJ era stato un imputato, e, dettaglio non irrilevante, lui non aveva mai avuto una storia con Francesca Chegwidden.

“Quali sono le accuse?”
“Pensavo all’omicidio preterintenzionale, l’ammiraglio avrebbe colpito Webb che cadendo nella buca si sarebbe fratturato il cranio, rimane l’occultamento di cadavere…”
“Come sarebbe pensavo, tenente? Cosa sta dicendo?”

Era stato Sturgis ad intervenire, Ray lo guardò male, il dossier che aveva appena letto era pronto da una settimana e a lui lo aveva dato poche ore prima, era furioso!
“Ci sono nuovi elementi, che mi danno da pensare, devo svolgere altre indagini.”
“Nuovi elementi che la difesa deve acquisire!”
“Certamente comandante, ecco a lei la copia del dossier del materiale ritrovato nella buca oltre allo scheletro… ma potremmo risparmiarci molto tempo se l’ammiraglio volesse ripercorrere gli avvenimenti di quel pomeriggio.”

Harm sospirò e inizio a ripetere quanto già detto una decina di volte circa…

QUINDICI ANNI PRIMA, circa
Harm parcheggiò l’auto fuori il cantiere, una volta dentro gli ci volle qualche secondo per abituarsi all’oscurità, poi lo vide.
Era vicino ad una buca nel terreno, ce ne erano diverse a diversi metri le une dalle altre, erano le fondamenta di nuove abitazioni.
“Dimmi perché hai voluto incontrarmi qui?”

Lo aggredì senza nemmeno salutarlo, non era in vena di essere gentile, non con lui, il pomeriggio precedente aveva scoperto che molti anni prima di lui sapeva che Peter era suo figlio ed era ancora furibondo all’idea che ci avesse provato con sua moglie mentre era vulnerabile e lontana da lui, un paio di anni prima.

“Non mi andava un posto affollato, sapevo che saresti ansioso di dirmene o darmene quattro dopo aver scoperto di Peter e ho preferito evitarti grane per un aggressione, ormai sei un ammiraglio.”
“Perché? Voglio sapere perché, sapendo che Peter era mio figlio, lo hai aiutato a mantenere il segreto!”
“Perché me lo ha chiesto lui, e perché voi Rabb siete in gamba ed era comodo averlo al mio servizio in caso di necessità, della vostra vita privata non me ne poteva fregare di meno, avevo già rischiato per Sergeij, e lui almeno era lontano, Peter lo sentivi spesso che differenza faceva sapere che era tuo figlio.”

Il pugno arrivo di sorpresa, forse persino per Harm, pareva che non si aspettasse di usare tanta violenza, Webb cadde riverso a terra, un taglio profondo sulla guancia, si terse con la manica della camicia il sangue che stava gocciolando copioso.
“Un’altra volta togliti l’anello Rabb.”
“Voglio che tu sparisca dalle nostre vite, non mi interessa se rimani a Washington, ma cerca di non capitarmi più tra i piedi!”
“Andiamo ammiraglio, sa fare di meglio.”
“No, non te lo meriti, sei solo una serpe, domandati come mai sei solo, sempre lo sei stato e sempre lo resterai.”
“Si può stare bene anche da soli cosa credi! Non temere lascio Washington, la CIA mi manderà in culo ai lupi e non ho ragioni per tornare in questa città. Mia madre è morta e bhe dici bene sono solo, nessuna donna, nessun legame…chi sta meglio di me!”

Rise sarcastico, Harm lo guardò per alcuni istanti poi sì volto e se ne andò, mentre si dirigeva alla macchina vide la betoniera che entrava nel cantiere, entrò in auto e si allontanò girovagando per ore…il dolore alla mano si era fatto lancinante, vide che l’anello era incrinato e lo portò a riparare.

UFFICI JAG
ORA

“Mi sta dicendo che Webb le dette appuntamento per farsi prendere a pugni?”
“Tenente lo so che pare assurdo, ma è quello che fece.”
“Tenente qui c’è scritto che la mano del signor Webb stringeva una scala, che era nella buca con il corpo.”

Era stato Bud a parlare, Ray capì subito che il comandante avrebbe presto capito che era successo come lui…
“Vede credo di sapere che accadde, o almeno posso provare ad immaginarlo…”

CANTIERE
QUINDICI ANNI PRIMA

Clayton era stordito dal pugno vibratogli da Harm.
Accidenti, credevo fosse stato duro l’ammiraglio Chegwidden quando scoprì che avevo messo a rischio la vita di Rabb e Sarah , ma questo sì che è stata una legnata coi fiocchi, mi sa che dovrò andare in ospedale…

Si attaccò ad una scala che stava vicino a lui per tirarsi in piedi, la testa gli girava, vide una betoniera che si avvicinava in retromarcia, non riuscì a reggersi, cadde nella buca trascinando con se la scala, picchiò la testa e stava per perdere conoscenza quando vide la parte posteriore della betoniera iniziare a scaricare cemento….la scala era sopra di lui e mascherò la sua presenza all’autista, era ubriaco, non si avvide di una scala figuriamoci di un corpo sotto di essa.

Il primo getto violento di cemento sposto la scaletta che fini di fianco a Webb, che intontito non riuscì nemmeno a gridare, mentre veniva sotterrato nel cemento, perse conoscenza, a causa del trauma cranico, dopo pochi secondi e non ce la fece a tirarsi fuori, rimanendo per 15 lunghi anni attaccato a quella scaletta.

UFFICI JAG
ORA

“Ma come fa a dire che le cose siano andate in questo modo?”

Era stato Sturgis ad intervenire, facendo capire ad Harm che la loro amicizia, già raffreddata molto prima del suo trasferimento a S.Diego, era definitivamente finita.
“Lo dicono le prove, vede ammiraglio, quando Rabb lasciò Webb a terrà commise omissione di soccorso, in quanto non soccorse un uomo ferito, ma la ferita non era tale da causarne la morte, anche se sicuramente senza quel pugno egli sarebbe riuscito a evitare di finire nel cemento.

Bud guardò Jennifer.
“Noi abbiamo cercato qualcuno che avesse colpito Webb dopo che Rabb se ne era andato…”
“Non potevate trovarlo, a nessuno importava che fine avrebbe fatto Webb, per questo nessuno lo ha cercato per oltre 15 anni. Abbiamo tutti pensato che o Rabb o altri lo avessero ucciso, invece…”
“Ma cosa le dice che le cose siano andate come le ha descritte.”
“Le prove, vede il capitano se ne andò prima dell’arrivo della betoniera, e non poteva certo sapere ce avrebbero scaricato il cemento li in quel giorno, il corpo, nel caso lo avesse ucciso poteva venire trovato e l’autista lo aveva visto allontanarsi, ne tanto meno sapeva che l’autista sarebbe stato tanto ubriaco, no con prove così inconsistenti io non porto il caso in aula.”
“Ma chi ci dice che Webb fosse stato ancora in vita quando il capitano se ne andò?”
“Non ti basta la mia parla Sturgis? Mi credi davvero un omicida?”
“Qui non conta cosa credo io!”
“Davvero? Strano ne ho avuta la netta sensazione…”

Il cellulare di Jennifer si mise a squillare, la donna fu veloce a rispondere, poche parole e riagganciò con un sorriso smagliante.
“Signori, ho io le prove che Webb era vivo quando l’ammiraglio se ne andò.”

Attesero alcuni minuti, un attendente fece entrare un uomo sui trent’anni o poco meno.
“Buongiorno, sono io che lei ha contattato al telefono giorni fa, piacere capitano di corvetta Coats, questi sono l’ammiraglio Rabb, l’ammiraglio Turner, il capitano di fregata Roberts e il tenente di vascello Dexter.”

Il giovane pareva intimidito, Jen lo pregò di sedersi e di dirle cosa aveva raccontato a lei pochi minuti prima, quando lei lo aveva pregato di raggiungerla negli uffici appena possibile e di farla chiamare.
“Ecco ho sentito al telegiornale che un uomo era finito nel cemento, dove io andavo a giocare da bambino, bigiavo da scuola e un pomeriggio sentii degli adulti discutere, vidi quello alto dei due colpire quello più basso e poi andarsene con quello a terra che rideva in modo strano, parevano singhiozzi, poi l’uomo basso cerco di alzarsi in piedi, ma la scala a cui si era aggrappato non resse e lui cadde nella buca, poi arrivò la betoniera, e io scappai via, non potevo stare lì…ho sempre pensato che l’uomo della betoniera lo avesse aiutato ad uscire, ma quando ho sentito che c’era un corpo nel cemento che stava li da 15 anni…ho temuto fosse quel tale che vidi cadere….era lui?”
“Purtroppo sì, l’autista della betoniera non si avvide del corpo e lo sommerse con il cemento…”
“Oddio…ho ucciso un uomo…”
“Non dica così era un bambino, non poteva immaginare che non venisse visto, lei ne ha invece appena salvato un altro dall’accusa di omicidio.”

L’uomo venne fatto accomodare fuori, Strugis fece cadere le accuse, e Jen si rivolse a Ray.
“Ti è andata bene, in aula avresti perso!”
“Chissà, magari avrei potuto smontare il tuo test per scarsa attendibilità. Era solo un ragazzino.”
“Ma se ha dato ragione alla tua versione…sei impossibile!”

“Ray, posso farle una domanda?”
Era stato Harm a parlare.

“Certo ammiraglio dica pure.”
“Vorrei sapere se stavo solo svolgendo l’incarico affidatoti o se mi ritenevi colpevole.”
“Lei è un bravo avvocato e non fa mai una domanda senza sapere la risposta vero, ammiraglio?”
“Touché, me la sono meritata.”

PORTAEREI AL LARGO DELLA FLORIDA
ALCUNI GIORNI DOPO

Sean era al telefono con Elizabeth.
“Sono felice che tutto sia andato bene, le notizie a bordo erano frammentarie, certo che nemmeno in pensione in pace li volevano far andare, sai dove sono andati, mamma mi ha detto che in Italia sarebbero andati in primavera ma non mi ha detto nulla di più sulla loro destinazione.”
“Non so, erano solo felici di prendersi finalmente un po’ di riposo, sono passati due mesi quasi da quando dovevano andare in Italia adesso è inverno e nevica, magari sono andati al calduccio.”
“Ho i miei dubbi…”

RIFUGIO
Harm e Mac erano sotto le coperte finalmente soli, unico contatto con la civiltà la radio per le emergenze, AJ era l’unico a sapere dove fossero, in caso i ragazzi avessero avuto bisogno, ma ormai erano grandi….

Ashley stava proseguendo l’addestramento da marine, aveva deciso che l’avvocatura non faceva per lei, ma un certo avvocato invece andava benissimo.

Henry, si era fatto sentire di tanto in tanto con Cate, lo intrigava la ragazza, ma non sapeva bene cosa avrebbe fatto, per ora la sua priorità era il volo… chissà da chi ha preso!

Come per Sean, che però qualche progettino con Elizabeth lo stava mettendo in piedi, sarebbero stai felici come i loro genitori?

Forse di più.

Harm si svegliò, era stata una buona idea il rifugio, come non pensare ad un altro Natale.

ANNI PRIMA
SEMPRE AL RIFUGIO

Henry aveva 4 anni, quasi 5, Peter se lo era portato in spalla per quasi tutto il tragitto fin lassù, stessa cosa aveva fatto Harm con Sean, Erin e Mac avevano riso con loro mentre giocavano coi bambini
“Salire qui nel mese di dicembre è da pazzi!”
“Certo, ma dove vuoi andare se non vuoi essere reperibile e l’oceano è in burrasca?”

Una volta dentro la capanna accesero il camino, alla sera, coi bambini a dormire, Mac chiese a Peter come aveva fatto a tenere i contatti con Harm in tutti quegli anni senza mai fargli capire la verità.
“Semplice, a me piaceva scrivere, e adoravo gli aerei, quindi non ci trovò nulla di strano al fatto mentre era imbarcato invece di una lettera di tanto in tanto, gli scrivessi più sovente con un sacco di domande, praticamente lo tenevo informato sui miei andazzi a scuola, con le ragazze…”

per questa frase gli arrivo secca la gomitata della moglie

“…e intanto mi informavo discretamente sui suoi affari.”

“Dovresti lavorare per la CIA.”
Peter aveva guardato suo padre ed aveva distolto lo sguardo.

Poi aveva detto qualcosa sul fatto gli spiaceva aver fatto perdere l’appuntamento al Muro che Harm rispettava ogni anno, da quando stava a Washington D.C.
“Non è un problema, andrò per l’anno nuovo, ora sto con la mia famiglia, non ci sta altro posto dove vorrei stare.”
Padre e figlio si sorrisero…

RIFUGIO
ORA

Il ricordo di quel sorriso sfocato era caro ad Harm, aveva scoperto anni dopo perché aveva distolto lo sguardo, si era spesso chiesto per quanto sarebbe stato arrabbiato con lui se fosse stato li a prendersi i suoi rimbrotti per le menzogne, la risposta non c’era…c’era l’amarezza di aver capito tardi come stavano le cose, ma c’era anche una cosa molto dolce, la consapevolezza che il poco tempo passato come padre e figlio era stato prezioso e d’importante quanto la loro amicizia prima della scoperta.

Mac si mosse al suo fianco, chissà durante la notte il fuoco si era spento forse era il caso di scaldarla un poco….

FINE

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