Ricordi, sesta parte

 

DISCLAMERS: I PROTAGONISTI DI JAG CHE SONO PRESENTI NELLA STORIA SONO DI PROPRIETA’ ESCLUSIVA DI DONALD P. BELLISSARIO. L’AUTRICE DEL RACCONTO LI HA PRESI IN PRESTITO PER PURO DIVERTIMENTO SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.

N.d.A.: i personaggi che non esistono in JAG sono invece di proprietà di chiunque voglia divertirsi ad usarli.

Firmato
Rabb-it

UFFICI JAG
Bud era alle prese con il secnav, che voleva sapere che fine avevano fatto l’ammiraglio Rabb e il generale Mackenzie; il comandante s’ingegnò per bene spiegando che le cause del generale erano state assegnate al colonnello Cresweel e che l’ammiraglio sarebbe rientrato il mattino seguente, l’uomo se ne andò molto contrariato, esclamando sulla porta:
“Gli dica di chiamarmi appena rientra, non intendo tollerare certi comportamenti.”
“Sì, signore!”
Alla sua uscita scese un pesante silenzio negli uffici, Bud sperava che l’uomo limitasse la sfuriata all’interno dell’ufficio di Harm, invece si era fatto sentire da tutti i presenti; vide gli sguardi che si scambiarono di sottecchi i vari ufficiali e sottufficiali.
“Allora? Lo spettacolo è finito, tornate ai vostri compiti!”

Ray si diresse nell’ufficio del suo superiore, doveva presentargli dei rapporti, e soprattutto, voleva cercare di scoprire come mai l’ammiraglio e il generale si fossero assentati da alcuni giorni senza darne motivazione.
Era da quando Ashley era partita per il campo che non la sentiva, e adesso l’assenza in contemporanea dei suoi genitori lo metteva in ansia.
“Capitano, tutto bene? Da quando sono qui non ho mai visto il generale e l’ammiraglio assentarsi senza darne preavviso.”
“Perché è qui da poco! Tenente faccia finta di non aver sentito, o stavolta le Aleutine non me le leva nessuno.”
“Aleutine, signore?”
“Lasci stare, privilegi da ammiraglio. Comunque è tutto a posto, l’ammiraglio e il generale sono stati molto sotto pressione in questi ultimi tempi.”
“Sì, immagino che questi non siano stati giorni facili; solo non credevo che si sarebbero assentati proprio ora con il caso inerente l’incidente sulla USS Clinton in questa fase.”

Accusa e difesa stavano sostenendo quella parte dell’inchiesta che porta all’incriminazione, o come pareva stesse accadendo ora, al patteggiamento.

“Sa che accadrebbe se uno di loro si presentasse in aula, o fosse anche solo in contatto con l’ammiraglio Turner, durante queste prime fasi?”
“Mi scusi non avevo riflettuto che sarebbe parso come un condizionamento.”
“Esatto, non mi stupirei che fosse stato lo stesso segretario a consigliare loro di prendersi questa vacanza; poi manda qui un suo uomo a far la voce grossa, perché non sono al lavoro, in modo che se qualcuno un domani dovesse chiedere a noi dell’ufficio se i capi ci stessero con il fiato sul collo per pilotare le indagini noi saremmo degli ottimi testimoni a discarico, non crede?”
“Pensa che il segretario sia tanto machiavellico?”
“Forse mi sbaglio, ma era nei servizi segreti al tempo della seconda guerra del golfo, e mi creda da quegli ambienti non ci si tira mai fuori del tutto, e si impara molto bene a giocare a scacchi.”

Ray guardò Bud con un aria perplessa.
“A scacchi, signore? Scusi non capisco.”
“Per una buona partita bisogna prevedere quali saranno le mosse degli avversari, e adeguare le proprie a quelle che potrebbero essere le reazioni, con una buona dose di paranoia aggiungerei.”
“Non sapevo che il segretario arrivasse dalla CIA.”
“Non era un segreto, aveva svolto diversi incarichi, poi bruciò la sua copertura per denunciare dei colleghi e dei militari che avevano ucciso dei civili, non a scopo difensivo.”
“Rammento di avere letto qualcosa, ma non sapevo che l’uomo testimone chiave fosse il secnav, pensavo ad un omonimia.”

“Diciamo che la notizia non venne molto pubblicizzata, in seguito si dette alla politica, all’inizio trovando ostracismo, poi alcuni anni dopo il termine di quel conflitto, un uomo che si era messo contro i suoi stessi capi quando aveva visto delle ingiustizie parve la persona adatta a ridare fiducia nelle istituzioni, dopo un inchiesta controversa che portò alle dimissioni di vari esponenti dell’apparato burocratico.”

“Ho letto qualcosa a riguardo. Rammento dei commenti sentiti da mio padre quando ero ragazzo.”

Bud osservò il giovane, temendo di essersi sbottonato troppo, poi si rammentò che nemmeno lui sapeva molto, non poteva sbottonarsi su cose che non conosceva.
“Suo padre che ne dice della sua carriera in marina?”
“A mia madre e agli amici dice di essere fiero di me, a me passa le barzellette sugli avvocati; dice che sennò mi monterei troppo la testa. Mia madre dice che il fatto che suo figlio scegliesse al carriera militare è stato uno shock, lui era tra quelli che manifestarono contro la guerra del golfo, ma non ha mai ostacolato il mio desiderio di arruolarmi, nonostante sia di idee opposte alle mie.”
“Un tipo a posto il suo vecchio, furono in molti a non essere d’accordo con quella guerra…dopo tanti anni mi domando ancora se ci fosse qualcosa che potevamo fare per evitarla.”

Scosse la testa come a volersi liberare dei brutti pensieri, lui in Afghanistan ci aveva lasciato una parte di se, e non si riferiva solo al piede,non era il caso di ritornare con la mente a quei momenti tanto bui, nebbia lontana come diceva Harriett pochi giorni prima.
“Tenente cosa ha da riferirmi sul caso Smith?”

Ray prese la palla al balzo per tornare a parlare di lavoro, elencò le prove che aveva raccolto a discarico della sua cliente; e dentro di se sospirò di sollievo all’idea che Ashley stesse bene.

E noi andiamo a vedere come se la passa la più giovane dei Rabb.

CAMPO DI ADDESTRAMENTO
Ashley e Faith stavano terminando il percorso di guerra con le altre reclute, il sergente istruttore era stato ai patti, aveva promesso che avrebbero visto l’inferno, e decisamente quella specie di palude resa ancora più dura da superare dai vari ostacoli disseminati lungo il percorso, non aveva nulla di paradisiaco.
L’ultimo muro da superare, poi un miglio di corsa fino alla base, e chissà per le dieci avrebbero potuto forse vedere una leggera colazione, quel mattino erano state sbrandate all’alba, e non si erano ancora fermate.

Quando furono in vista delle camerate l’intero plotoncino parve sospirare di sollievo, erano una trentina, fra uomini e donne, il sergente istruttore dette la libertà e intimò loro di ritrovarsi entro mezz’ora in fila davanti a lui!

Una corsa veloce a prendere qualcosa di caldo e via di nuovo pronte a farsi spedire a faticare, Faith disse qualcosa sul fatto che per i sergenti istruttori non si è mai abbastanza veloci.
“Mio padre una volta ha fatto l’istruttore…mamma mi diceva che secondo lei si era pure divertito.”
“No, aspetta, tuo padre è avvocato, pilota, per non dire ammiraglio e mi dici che è pure stato sergente istruttore? Ma scusa c’è qualcosa che non ha fatto?”
“L’astronauta, disse che una volta aveva pure accarezzato l’idea di essere il primo avvocato dello JAG ad andare in orbita…”
“Però, certo che in casa tua la competizione deve essere il pane quotidiano.”
“Non lo so, io non mi sono mai sentita in competizione con i miei, magari un po’ intimorita, quando mi presento mi accorgo che la gente mi guarda in un altro modo, per tutti io sono la figlia dell’ammiraglio Rabb e del generale Mackenzie…e poi adesso ci si mette anche mio fratello Sean ad attirare l’attenzione dei giornalisti, no più che competizione io direi che spesso mi sento schiacciare sotto il peso delle aspettative altrui.”
“Fai quello che ti senti e fregatene degli altri, tutti veniamo giudicati anche dai nostri antenati non lo sapevi?”
“”Sì, ma a te l’istruttore non ha sentito la necessità di dirti che non ti avrebbe facilitato il compito, come ha fatto con me, e non sarebbe servito assicurargli che non mi aspettavo favoritismi, posso solo dimostrarlo sul campo.”
“E lo stai facendo, sei una delle migliori, a parte me ovviamente;-))”
“Ah già dimenticavo, oggi ti ho dato solo 15” la prossima volta mi impegnerò maggiormente
;-)”
“La prossima volta sarò io a dartene almeno 30 di secondi!”
“Illusa!”

Le due ragazze proseguirono verso la mensa, non avrebbero avuto molte altre occasioni per parlare, alla sera crollavano addormentate prima che la testa toccasse il cuscino, e durante il giorno non avevano un secondo di pausa.
Le lasciamo al loro addestramento.

E io vi rinfresco la memoria su quello di cui stava parlando Ashley poco fa.

MOLTI ANNI PRIMA
DAVANTI ALL’ASCENSORE ALLO JAG

Mac e Bud stanno andando ad eseguire un inchiesta su un ufficiale dei marines accusato di avere messo in pericolo eccessivo i suoi uomini durante una missione d’addestramento; Harm li saluta, mentre stanno prendendo l’ascensore.
“Vi manco già vero?”

Mac lo guarda trattenendo il riso, mentre Bud se ne esce con un Sì, signore, che gli fa guadagnare un occhiataccia dal maggiore.

Harm va da un sergente istruttore per imparare a fingersi tale, all’inizio pare soccombere alla prova cui lo sta mettendo l’uomo, però riesce a batterlo, l’uomo riconosce la sconfitta con un:
“Non male per un marinaio!”

Quando arriva la campo Mac ci rimane male di trovarselo davanti nell’ufficio del comandante della base che ignora che Harm sia un avvocato dello JAG, lei per un pelo non lo fa scoprire tirando in ballo un loro ipotetico precedente incontro…

Una volta fuori dall’ufficio Harm le fa notare che non è stata una buona idea mettere a rischio la sua copertura, lei si infuria perché non l’ha messa al corrente, lui replica che è stata una decisione dell’ammiraglio, stanno iniziando un litigio coi fiocchi, ma interviene Bud.

“Signori, state sbagliando entrambi….cioè avete entrambi ragione al 95% e torto solo al 5%…”

Ad Harm e Mac non rimane che sorridere dell’uscita provvidenziale del tenente.

Le indagini proseguono, Mac e Bud scoprono che far sbottonare gli incursori sul loro superiore è un impresa, decine di colloqui non riempiono che poche pagine di un notes.
Nome grado e numero di matricola paiono essere le uniche informazioni ottenibili, manco loro fossero il nemico.

Invece Harm si guadagna la fiducia degli uomini grazie ad una scazzottata che costa loro una notte in cella, ma a lui porta preziose informazioni, sul conto dell’ufficiale indagato.
Pare che realmente l’uomo metta dei trabocchetti in alcune prove per preparare gli uomini agli imprevisti che possono trovare in battaglia.

Lui informa Mac delle sue scoperte, la donna scherzosamente gli rammenta che le deve fare il saluto, lui è un sergente lei un maggiore…Harm sorridendo le dice che ci sta prendendo gusto..lei osserva che pure lui ha l’aria di divertirsi un sacco mentre sbraita ordini nella migliore imitazione del sergente istruttore di ufficiale e gentiluomo.

Harm tenta di difendere l’operato dell’ufficiale accusato.
“Mac, come vuoi preparare degli uomini a quello che potrebbero trovare in battaglia?”
“Certamente non uccidendoli prima che quest’ipotetica battaglia abbia inizio.”

Uno scambio di radio durante l’ultima prova della squadriglia di Harm per un pelo non costa loro la vita, l’ufficiale viene congedato, il comandante della base che lo aveva accusato si congratula con il maggiore per il risultato.

Fuori Harm incontra l’ufficiale in procinto di andarsene, questi nota la divisa della marina e gli dice che lo preferiva in mimetica, un sorriso di scuse per l’inganno da parte di Harm, e un saluto militare per l’ultima volta ad un uomo che ha finito con l’apprezzare nonostante il rischio che gli ha fatto correre.

UFFICI JAG
PRESENTE

Bud stava entrando nel suo ufficio quando senti un esclamazione seguita da un tonfo sonoro, andò a vedere che era successo e si trovo davanti un guardiamarina che guardava sconsolato un mucchio di fogli sparsi sul pavimento.
“Avanti non stia li impalato, rimetta in ordine.”
“Sì, signore!”

Vedendo che il ragazzo andava molto piano, decise di dargli una mano, raccolse alcune delle cartelle che erano cadute e lesse fugacemente un nome PRIMO CAPO HOLST.
Rammentava il caso, all’epoca non era nemmeno laureato, era l’assistente della difesa, l’allora maggiore Mackenzie….come spesso capitava Rabb era l’accusa, Harriett gli era stata assegnata come aiuto.

1997
PRIGIONE

Mac sta andando a parlare con il suo assistito, incrocia Harm, che ironizza.
“Mio Dio, hanno mandato il maggiore Mackenzie!”
“Preoccupato perché l’ultima volta ti ho battuto?”
“Non conta, mi ero ritirato.”

Lei lo fulminò con un occhiata, e passò oltre.

Al colloquio con il primo capo Holst si trovò a disagio, lo credeva colpevole e non pensava sarebbe stato un buon difensore, l’uomo se ne accorse e s’infuriò, ma lei lo rimise al suo posto, con poche taglienti parole.
L’uomo era accusato di avere ucciso l’amante della moglie.

Durante l’inchiesta probatoria Harm interrogò i vari testimoni che confermarono la violenza dell’uomo; Mac decise di andare dall’ammiraglio a chiedere l’esonero dal caso.
AJ le disse che era a conoscenza della sua storia familiare,e del fatto che suo padre si ubriacava e picchiava sua madre.

Le aveva affidato il caso proprio per quello, come avvocato non poteva rifiutarsi di difendere un uomo in base alle sue sensazioni, doveva far rispettare la legge che imponeva la presunzione di innocenza di ogni imputato, stava all’accusa dimostrare la colpevolezza.
Lei ci rimase male a sapere che l’ammiraglio l’aveva appena messa alla prova, ma da brava ed obbediente marine raddrizzò le spalle e si preparò ad affrontare il caso.

Mentre si dirige in aula trova Harm che sta tenendo il capello in bilico sulle dita facendolo ruotare mentre è appoggiato con la schiena al muro, vede arrivare Mac e le si affianca.
“Come stai?”
“Davvero mi hai aspettato per sapere come stavo?”
“È così difficile da credere?”
“Come sapevi che ero dall’ammiraglio?”
“Bud lo ha detto ad Harriett, che lo ha detto a me.”
“Ricordami di punirlo.”

Durante le indagini Harm entra in possesso di alcune lettere d’amore che la donna riceveva da un altro suo spasimante, cosa che poteva servire alla difesa per far sorgere un ragionevole dubbio su chi fosse l’omicida; lui deve consegnarle alla difesa, quando va da Mac per parlargliene lei è in palestra, a scaricare un po’ di tensione.
Ma non le riesce molto bene, con un po’ di paranoia accusa Harm di cercare di metterla sulla cattiva strada come aveva già fatto in passato con certi trabocchetti, lui le dice che prende il caso troppo sul personale a causa di suo padre, lei lo manda al diavolo.

Però quella sera quando Harm passa a portarle le lettere da usare a discarico lei ammette che forse lui ha ragione e che è ora che si metta a fare l’avvocato difensore sul serio.
Infatti la linea difensiva pare dare buoni frutti, il collega di Holst, che è l’uomo che ha scritto quelle lettere, ammette che avrebbe potuto aver usato lui le pinze che sono servite per commettere il delitto, l’uomo era stato strangolato con del filo di ferro tagliato dalle pinze che stavano nell’officina del primo capo.
Intanto Bud scopre che alla sera un satellite passa sempre sulla spiaggia della base, dove è stato commesso il delitto, e guarda caso proprio nell’orario in questione.
Ne parla con Mac che gli dice di chiedere a Webb se è possibile avere le immagini scattate dal satellite che potrebbero provare l’assenza del capo Holst dal luogo del delitto.
Ma le immagini invece rivelano che era lì e non a casa come detto da lui e dalla moglie.

Mac decide di non informare della scoperta Harm, la difesa non è tenuta a fornire prove all’accusa.
Bud ne resta amareggiato, al punto che dice ad Harriett che lo disgusta l’idea di star per diventare avvocato, la donna resta sorpresa, non conoscendo i retroscena, parla dell’atteggiamento del tenente con il capitano che mettendo insieme i vari pezzi dei racconti di Harriett, Bud che si imbarazza all’idea di essere ripreso da un satellite mentre sulla spiaggia amoreggia con la sua donna, e la fuga precipitosa la sera precedente quando si era reso conto che passava sempre alla medesima ora, capisce che Bud deve avere scoperto qualcosa di cui Mac non lo mette al corrente, quindi utile per l’accusa.

E in aula consegna lui le foto che si era fatto mandare dal suo amico che lavorava per il servizio segreto navale, Carmichael; Mac sulle prime sospetta che Bud abbia tradito il segreto d’ufficio, ma Harm le dice che sottovaluta il Tenente se lo crede capace di una cosa del genere.

Holst viene riconosciuto colpevole, e la moglie considerata come complice in quanto aveva cercato di creare un alibi per il marito, e pure di far finire dentro un innocente al posto suo, facendo trovare quelle lettere ad Harm.

UFFICI JAG
PRESENTE

Quando Harriett mi disse cosa aveva detto al capitano ho capito come avesse fatto lui ad arrivare alla soluzione, in parte fu colpa mia se il maggiore perse la causa, ma non credo le sia dispiaciuto più di tanto, in fondo anche lei non sarebbe stata felice di avere aiutato un colpevole a stare libero sfruttando dei cavilli.

Bud entrò nel suo ufficio, lasciando il giovane guardiamarina a catalogare nuovamente quei vecchi casi, stavano ristrutturando parte dell’edificio e materiale dell’archivio adesso si trovava lì, ecco come mai saltava fuori quel vecchio caso.
Chissà magari in un pomeriggio di calma potrei dare una sbirciata, prima mi rivedevo sulla spiaggia con Harriett, mio Dio eravamo così giovani… stasera a casa le chiedo che ne dice se al ritorno di Harm e Mac prendo un po’ di ferie e ci rinfreschiamo la memoria. 😉

Lasciamo Bud ai suoi peccaminosi 😉 pensieri, e dirigiamoci in quel di Miramar, a verificare come vanno le cose per un certo tenente Rabb.

CALIFORNIA
BASE DI MIRAMAR

Henry stava terminando una serie di controlli al suo caccia, era atterrato da poco, dopo un’esercitazione, venne informato che il capitano lo voleva vedere dopo il volo per il rapporto sul nuovo mezzo.
Manco il tempo di atterrare mi lascia! Bah cosa mai potrò dirgli ho avuto a malapena il tempo di prendervi un po’ confidenza.

Terminò l’ispezione e si diresse negli uffici.
Il comandante della base in quei giorni era fuori, ne eseguiva i compiti il capitano Pendry, che era in ogni caso il diretto superiore di Henry in quell’assegnazione.
“Tenente Rabb a rapporto, signore!”
“Riposo tenete, si sieda, voglio sentire le sue prime impressioni a caldo, lo so che lo ho messo fretta, ma lassù bisogna essere rapidi, quindi mi dica come le è parso il nuovo modello di caccia, paragonato a quelli che ha usato finora?”
“Come prima impressione non c’è male signore, ma vorrei poter provare alcune cose prima di spingermi in giudizi affrettati. Non sia mai che per la fretta lascio indietro dei dettagli che a tutta prima posso sembrare insignificanti, ma nel caso di nuovi mezzi meglio essere prudenti.
Un Rabb a mollo per questo mese è sufficiente.;-)”
“Noto che non le manca lo spirito, buon proseguimento di giornata, e mi tenga informato.”
“Sì, signore!”

Scatto sull’attenti e si diresse all’uscita, il comandante si appoggiò allo schienale della sedia.

Henry è in gamba, quando da ragazzo passai da casa di Harm per comunicargli che entravo all’accademia ricordo che per un secondo invidiai la posizione dei suoi figli, poi me ne vergognai, non era certo colpa loro se mia madre preferiva fingere che bastava tenermi lontano dagli aerei perché a me passasse la voglia di fare il pilota. Pazienza, ha trovato un uomo che le ha dato la sicurezza che cercava, con me è stato un buon patrigno, anche se sotto sotto ho sempre rimpianto che non si fosse messa con Harm.
Piccoli sogni di un bambino, rivedevo in lui mio padre; pure per mia madre era così ecco come mai tra di loro non ha funzionato… Certo che io vi ho messo del mio a mettere in crisi mia madre, ben prima che Harm rientrasse nelle nostre vite, anzi vi è rientrato proprio per un mio colpo di testa.

MOLTI ANNI PRIMA
BASE DI ANDREWS

Josh sale su un tomcat fermo su un hangar, infilato nella carlinga non vede che appena al di la del capolino, all’improvviso arrivano degli uomini, che si mettono a discutere, uno di loro viene colpito e il suo corpo viene trascinato via.

Intanto negli uffici dello JAG Mac è un po’ irritata perché l’ammiraglio, da quando è rientrata dopo il suo tentativo di carriera civile, le da solo incarichi prettamente burocratici e di amministrazione, Harm ironizza:
“Dai Mac non ti abbattere l’ammiraglio potrebbe andare in pensione tra un anno o due.”

Arriva Annie a chiedere aiuto per quello che Josh dice di avere visto, non sa se il figlio se lo sta inventando per non essere punito per essersi allontanato dalla scolaresca durante la gita alla base.
Harm chiede all’ammiraglio di poter verificare cosa è successo, e dice che Mac è sprecata in amministrazione, rischiando di essere impacchettato per Timbuctù.

Harm parla con Josh che gi spiega cosa ha visto, e da dove.
“Ma come hai fatto a salirci?”
“Me lo hai insegnato tu, ricordi?”
“Non lo avrai detto a tua madre?”

Esclama preoccupato Harm.
“Fossi matto, è un segreto!”

Poi alla sera a casa di Annie, parlano un poco, del vialetto che lui e Luke avevano sistemato a suon di birre, facendolo leggermente sovraccarico di curve.

Lei gli chiede come vanno le cose con Mac, lui replica che Mac ha un compagno, al che lei, acuta, osserva:
“Allora la ami segretamente!”

Harm esce nel portico a parlare con Josh, che si sfoga, lui vuol fare il pilota, perché contare i soldi non è divertente.
Arriva un furgone, che il bimbo riconosce come quello che aveva visto il giorno prima alla base, Dal furgone sparano, il poliziotto chiamato ad investigare pensa che sia siano solo sbagliati di indirizzo, la zona pullula di trafficanti che a volte regolano i conti con un po’ di piombo.
Harm non ci crede e li porta a casa sua, a North of Union Station, li saranno al sicuro.

È sera ora di andare a nanna, ma Josh non ha sonno e chiede ad Harm dove ha il televisore, ma il televisore non fa parte dell’arredamento di casa, il bambino deluso gli chiede cosa fa allora se non vede la tele.
Lui prende la chitarra ed esegue un brano,Have you told, mentre Annie a Josh si preparano per la notte.
Harm chiama Bud per fargli svolgere delle indagini, al telefono risponde Harriett, Bud incespica per giustificare la cosa, il capitano sorridendo lo manda al lavoro.

Il giorno seguente dall’ammiraglio, Harm spiega l’accaduto chiedendo di poter indagare sul caso, chiede anche se può far stare Josh ed Annie negli uffici dove sarebbero al sicuro.
“Se da quella porta entra qualcuno che non conosco gli sparo.”
Harm resta bloccato per alcuni secondi sulla porta alla frase dell’ammiraglio, poi decide che non è il caso di prenderlo alla lettera, spera stesse scherzando.

Mac continua ad occuparsi di scartoffie, mentre Harm va ad indagare, al porto trova Webb, e insieme trovano il cadavere di un uomo, un agente infiltrato che stava indagando su dei furti all’interno della base.
Annie negli uffici sta cercando Josh, lo trova nell’ufficio dell’ammiraglio si scusa del disturbo, ma AJ dice che non è stato un problema, e parlando al ragazzino gli dice che sarà felice di dargli una mano ad entrare in marina se lo vorrà, Anni gli dice che si augura che non avvenga mai.

Quando alla sera Harm rincasa trova la casa piena di gente, Annie e Josh hanno invitato Harriett e Bud che hanno fatto la spesa e con Mac stanno preparando la cena.
Mac chiede ad Harm cosa ha scoperto e lui la mette al corrente, il giorno dopo Webb farà vedere delle foto al bambino per vedere se riconosce gli assassini; Harm domanda a Mac com’è andata la giornata negli uffici e lei lo informa che Josh ha passato la giornata con l’ammiraglio.
“Povero me, sono un uomo morto.”
“No, sono diventati buoni amici.”
Arriva AJ che informa Rabb di avere predisposto un servizio di sorveglianza sotto casa sua, Josh lo invita per cena, mentre mangiano l’ammiraglio lascia trapelare dei dettagli insospettati, era sposato con la figlia di un suo maggiore, conosciuta quando era di stanza in Italia.

Quando sono tutti a casa tra Harm e Annie ci sta qualcosa di più del bacio della buonanotte, al mattino si scambiano coccole, mentre preparano la colazione, il bambino li vede, Harm capisce che la cosa lo turba e gli parla della sua infanzia, e della collezione di fumetti che sua madre ha dato via quando andò in accademia, la prende alla larga, ma arriva a parlare del suo patrigno cercando di far capire al bambino che lui ha sbagliato a non dargli una possibilità.
Il bambino replica che lui è a posto perché è un pilota.

Harm sorride al piccolo che, inconsapevolmente, ha centrato quello che sa potrebbe essere un grosso problema nei suoi rapporti con Annie.

Quel mattino negli uffici il bambino riconosce uno degli uomini che aveva colpito l’agente.
Mentre Harm sta parlando con l’ammiraglio della cosa un uomo si introduce negli uffici e rapisce il piccolo che era andato in bagno, mentre Webb stava al telefono.

Harm s’infuria con l’uomo che non ha sorvegliato il bambino.
“Ma doveva andare in bagno, avrei dovuto seguirlo anche li?”
“Perché non è il tuo lavoro?”
Esclama stizzito Rabb.
Harm ed AJ mettono Webb alle strette vogliono sapere cosa sa di quest’organizzazione, lui collabora un po’ ma dice che si chiama fuori da eventuali loro azioni che possono compromettere la riuscita della missione principale che è quella di catturare i ladri delle armi.

Trovano, grazie alla guardia costiera, la nave dove quasi sicuramente è tenuto prigioniero il bambino, e lo liberano, con un azione lampo ad opera di Harm Mac ed AJ, Webb alla fine entra in azione pure lui, salvando la vita ad Harm a cui uno degli uomini stava per sparare.

AJ dice a Mac che lei è sprecata in amministrazione, dopo che ha visto la donna in azione, lei gli stampa un bacio in fronte.

HANGAR NUOVO CACCIA
PRESENTE

Henry stava finendo di stilare il suo primo rapporto, dopo un secondo volo il capomeccanico gli passò la scheda delle verifiche da approvare prima dei prossimi test, lesse e siglò il tutto con una firma. Osservò per alcuni momenti gli uomini che pulivano la pista dai residui, si voltò verso il caccia e lascio vagare un po’ la mente pensando ad un altro hangar molti anni prima: lui e suo fratello fecero prendere un bello spavento ad Harm quella volta…

DIVERSI ANNI PRIMA
LEESBURG VIRGINIA

Henry e Sean stavano aspettando che il padre smettesse di parlare al telefono, erano impazienti di fare un giro su “Sarah”, ma quando erano arrivati all’hangar era arrivata la telefonata dall’ufficio, due secondi prima che lui spegnesse il telefono per non essere disturbato.
“Henry, che ne dici se iniziamo a mettere l’aereo in pista? Così ci portiamo avanti.”
“Non so, finora ce lo ha lasciato usare solo con lui seduto ai comandi…”
“Sappiamo come si fa, guarda è già messo con il muso verso l’apertura; è facile, dai tu ti siedi davanti.”
“No, io vado nel seggiolino dietro.”

A dodici anni erano decisamente dei temerari, Harm alle prese con la telefonata non si accorse che i due discoli avevano acceso l’aereo.
Si vede che le sue orecchie risentivano ancora dell’incidente occorsogli tempo prima, altrimenti non si spiega come mai non sentì il motore partire.

Sean era ai comandi, stava dirigendosi nella giusta direzione, le manovre erano corrette, ma stava prendendo un po’ troppa velocità. Henry gli gridò che decollare sarebbe stato semplice, ma poi non avrebbero potuto atterrare, non in Virginia almeno…
“PAPA’ CI FA A FETTE SE DECOLLI!!! RALLENTA!!!”
Harm senti le grida e vide con sgomento il suo prezioso Stearmen nelle mani di quei due incoscienti patentati, lo vide prendere velocità e staccarsi dal terreno con strani balzelli…poi prendere il volo.
Riattaccò il telefono in faccia all’interlocutore, e rimase a guardare a bocca aperta il volo di quei due.
<se Mac fosse qui adesso sarei morto… gli ho dato troppe lezioni teorico pratiche e quelli hanno pensato bastassero per far che volare da soli.>

Era preoccupato, avevano già provato decolli ed atterraggi, ma mai da soli, c’era sempre lui a guidarli.
Li vide fare un ampio giro sopra la pista e mettersi nella posizione giusta per atterrare…un ottimo atterraggio per fortuna, ma dentro di se aveva tremato.

Adesso erano i due giovani a dover tremare, sapevano bene che non dovevano farlo, li aspettava una dura punizione.
“Ma cosa hai fatto, dovevamo solo portarlo sulla pista!!!!”
“Scusa, ma quando sono stato la ero troppo veloce e non ho resistito.”
“Adesso resisterete a terra per un bel pezzo, questo scherzetto alle mie coronarie vi costerà parecchio, di chi è stata l’idea?”

I due ragazzi si guardarono consci della rabbia che era latente nelle parole apparentemente calme del padre.
“Lo abbiamo deciso entrambi, ma io ho decollato, Henry non voleva.”
“Se avessi avuto io i comandi avrei fatto lo stesso, è anche colpa mia.”
“BENE MI FA PIACERE CHE VI PRENDIATE ENTRAMBI LA COLPA DATO CHE LA PUNIZIONE SARà PER ENTRAMBI. SCENDETE ADESSO, A CASA NE DISCUTEREMO.”
“Papà ma non possiamo non dirlo alla mamma? In fondo si preoccuperebbe per niente.”
“No, tua madre saprà che avete combinato, non intendo nasconderle che non sono stato capace di insegnarvi a rispettare delle semplici regole…se vi fosse accaduto qualcosa…”
“Ma non è accaduto, è stato un atterraggio da manuale.”
“Già, volete anche un premio? E se qualcosa fosse andato storto, avete solo dodici anni perdiana!!!! Via in macchina si torna a casa appena avrò ritirato “Sarah” nell’hangar.”

I due ragazzi andarono all’auto, sconsolati, non notarono il vago sorriso che aleggiava sul volto del padre, passato lo spavento iniziale era subentrato l’orgoglio paterno, ma non poteva farsi vedere fiero della cosa….o quei due ne avrebbero combinate di peggio.

CALIFORNIA MIRAMAR
PRESENTE

Henry tornò al presente, si diresse verso il circolo ufficiali, era passata da un pezzo l’ora di pranzo e il suo stomaco brontolava, dietro di lui gli uomini stavano chiudendo i portoni dell’hangar.
Si sedette al tavolo e inizio ad attaccare il risotto che era nel menù quel pomeriggio.
Era un po’ colloso, ma passabile.
Prese un foglio da una delle tasche della tuta da pilota, si era stampato una mail che aveva ricevuto quel mattino per rileggersela con calma una volta in pausa.

“Ciao, come vanno le cose al mio pilota preferito?
Qui sono le due del pomeriggio, mi hai detto che sei in California, quindi da te sono le sei del mattino, giusto?
Sono in pausa, oggi la mia collega aveva l’influenza così mi sono sobbarcata anche il suo lavoro, lo sai che forse vengo a fare uno stage negli USA?
Mi mancano le nostre chiacchierate al chiar di luna, e non solo le chiacchiere mi mancano….mi autocensuro, sennò sta mail non ti arriva, la fermerebbe la buoncostume.
Prima di iniziare lo stage passò a trovare una mia amica che sta in California, la prossima settimana, che e dici tra un volo e l’altro lo trovi un po’ di tempo per farmi da cicerone?
La mia amica sta a LaJolla, gestisce la Burnett Gallery, non so se l’hai sentita nominare, è abbastanza famosa nell’ambiente artistico, un po’ meno in quello navale, suppongo.”

Henry sorrise leggendo quelle parole, la Burnett Gallery portava quel nome in memoria di sua nonna che ne era la fondatrice, Patricia “Rabb” Burnett, non conosceva chi se ne occupava ora, ma sapeva che era una conoscenza di Francesca, la figlia di AJ, piccolo il mondo.

“Insomma se hai del tempo libero fatti vivo, il mio indirizzo e-mail ce l’hai, le tue mail sono sempre molto piacevoli da leggere, quando descrivi un volo, anche quello fatto con tua sorella l’altra settimana, pare di stare con te nella cabina di pilotaggio, lo sa la marina che annovera uno scrittore nelle sue file?
Ah ti stai domandando deve farei lo stage?
Te lo dico la prossima settimana se ci si trova.
Perfida, vero?
E non hai ancora visto niente.
A presto.
Cate.”

Scosse il capo, era una ventata d’aria fresca, Cate era la ragazza a cui aveva accennato ad AJ al rifugio, non avevano una storia, non senso classico del termine, ma si sentivano spesso, e quando si incrociavano…bhe erano entrambi maggiorenni e vaccinati, lui non voleva impegni e lei non voleva legami, si trovavano bene insieme e stop.

Non per niente aveva detto all’ammiraglio che anche in Italia erano da un bel pezzo nel XXI secolo.
Immaginava dove sarebbe venuta a fare lo stage, lei lavorava per un azienda che aveva la sua sede principale a Washington D.C., difficile pensare che avesse un’altra destinazione.

Chissà magari sarebbe stato un po’ più spesso a casa durante le licenze…

Intanto il capitano Pendry terminata la mattinata lavorativa decise che una birra al circolo ufficiali faceva al caso suo, vide Henry al bancone, e lo raggiunse.
“Henry, qualcosa in contrario a bere con il tuo ufficiale in comando?”
“No, a patto che offra io.”
“Come stanno i tuoi? È da un po’ che non sento tuo padre.”
Henry si sorprese un poco, sapeva che Harm e il padre del capitano erano stai compagni di accademia, aveva anche incontrato Josh in un paio di occasioni, ma visto il tono formale tenuto da quest’ultimo ore prima non credeva volesse chiacchierare.

“Stanno bene, iniziano ad avere una certa età, anche se non me la sentirei di sfidare il mio vecchio, sullo stearmen sa ancora il fatto suo, e non solo la.”
“Quello stearmen, mia madre non lo voleva nemmeno sentire nominare…”
Si interrupe di colpo, non sapeva quanto ne sapesse Henry e non certo il caso di mettere in piazza fatti privati.
“Non creda capitano, anche a Mac sarebbe piaciuto che noi avessimo scelto altre strade.”
“Sì, come ogni madre che teme per la vita del figlio, ma poi avrebbe dovuto lasciarmi libero, invece quando ho deciso di andare all’accademia sono state liti su liti. Credeva di tenermi lontano dal volo lasciando Harm, ma ha solo rimandato il mio sogno, ho dovuto aspettare di essere maggiorenne, invece di entrare all’accademia come cadetto già l’anno prima.
“Ricordo che venivi a trovarci di tanto in tanto quando eri all’accademia.”
Henry si rese conto che aveva dato del tu ad un superiore.
“Mi scusi, signore.”
“Henry, per favore, d’accordo che abbiamo indosso la divisa, ma stiamo parlando dei nostri vecchi, possiamo essere meno formali.”
Finirono di bere la birra scherzando come due commilitoni, poi Josh tornò a casa, aveva deciso di prendersi il pomeriggio libero,dove c’erano ad aspettarlo sua moglie e la loro bimba di pochi mesi, Henry si diresse negli alloggi ufficiali.

Mentre guidava verso casa Josh ripensò a quella volta in mare con Harm.

MOLTI ANNI PRIMA
CROCIERA TIGROTTI

Josh è con Harm su un incrociatore, sono al largo delle coste della Florida, Bud è con loro dice ad Harm che è sorpreso che la madre di Josh abbia dato il permesso visto che non vuole che il figlio abbia a che fare con le navi, al che lui confessa all’amico che ha detto che sarebbero stati in barca a vela, le dirà tutto una volta rientrati.
Harm si deve assentare e lascia a Bud la sorveglianza del giovane, che lo imbroglia e riesce ad allontanarsi dal gruppo e va nell’hangar dove stanno gli elicotteri.
Harm lo scopre e gli intima via radio di stare fermo lì, arriverà lui con la punizione per la disobbedienza.
Intanto dei terroristi prendono in ostaggio gli altri bambini e sequestrano la nave. Harm e Josh sono liberi e cercano di avvertire l’esterno di quello che sta accadendo.
Harm dice a Josh di non fare cose avventate, e raggiunge la sua cabina per provare ad usare il cellulare che aveva dimenticato li, purtroppo non c’è segnale.
Josh non frattempo sta cercando di salire dove ci sta una botola che permetterebbe di usare l’antenna dell’elicottero per dare l’allarme a terra, rischia di fare un volo non autorizzato, il rientro di Harm è provvidenziale per salvare il piccolo, che già che è arrivato fin lassù fa che agire mettendo l’antenna nel punto giusto.

Arriva Annie allo JAG che apprende che Harm le ha mentito, AJ apprende delle intenzioni dei terroristi, l’intenzione è di uccidere Castro(l’episodio è andato in onda del nel1998) usando dei missili che sono sull’incrociatore.

Mac cerca di rasserenare Annie, che le domanda se Harm le avesse mai mentito.
“A volte mi ha messa fuori strada, anche senza mentirmi. Ma con lui Josh sarà al sicuro!”
“Ma se non fosse per lui non sarebbe in pericolo! Lei cosa farebbe se fosse suo figlio?”
“Mi terrei tutto dentro, ma proprio per questo motivo ho avuto problemi con l’alcool.”
Annie guardò la donna stupita da una simile confidenza, sapeva che allo JAG lei era considerata una povera isterica, lo aveva detto a Mac all’inizio quando era arrivata con il te.

Harm viene catturato, Josh è al sicuro nell’hangar, il suo telefono suona mentre è coi terrorista quando aveva appena detto che non c’era segnale, AJ che è all’altro capo del telefono, che è in contatto grazie ad un aereo particolare, dice a Mac di fingere di star chiamando il suo fidanzato dal telefono di una barca.
E Mac da prova di un certo stile, meno nella scelta dei nomi, Tony e Shirley…no comment replica all’ammiraglio che la guarda interrogandosi sul maggiore.

I missili vengono lanciati, ma sono abbattuti dagli aerei che li stavano sorvegliando, Harm uccide la donna che stava per farsi saltare con i bambini, la fuga degli altri terroristi si ferma in mare, quando qualcuno chiede cosa sarà successo, Josh spiega di avere messo l’acqua nel serbatoio come gli aveva detto di fare Harm, che sorride al piccolo tigrotto felice dell’impresa.
Il sorriso di Harm si spegne quando allo JAG Annie gli dice che tra loro è finita, non può accettare che lui abbia cercato di metterle contro suo figlio mentendole, e facendolo mentire a sua volta.
Il bambino saluta Harm con la mano mentre esce dagli uffici, ancora ignaro di quello che è successo.


CASA PENDRY

Mentre apriva la porta di casa Josh rammentò il dolore provato quando aveva capito che la madre aveva chiuso fuori Harm dalle loro vite, col tempo l’aveva perdonata, il suo patrigno era stato bravo in questo, non una volta aveva parlato male di Harm cercando di metterlo in cattiva luce per fargli preferire lui, si era limitato ad aspettare che lui lo accettasse per quello che era, il nuovo compagno della madre e nulla di più.

Entrò in casa, sua moglie era seduta sul divano aveva in grembo la loro bimba che stava succhiando avidamente il latte materno; dimenticò il resto del mondo, da quando era nata sua figlia capiva un po’ meglio le ansie di sua madre, non le approvava, ma riusciva ad immaginare meglio cosa avesse passato all’idea che a lui capitasse qualcosa di brutto.

UFFICI JAG
Bud sta uscendo dall’ufficio, è sera ormai, vede Jennifer ancora dentro il suo che trascrive dei dati, passa davanti alla porta e bussa.
“Capitano Coats, non crede che per questa sera possa bastare?”
“No, signore, domani ho un udienza che mi oppone al tenente Dexter, meglio arrivare più preparata possibile.”
“Jen, non è passando le nottate qui dentro che vinci più cause.”
“Davvero signore? Posso parlare liberamente?”
“Dì pure.”
“Giorni fa stavo spulciando alcuni vecchi casi, l’idea di Ray mi è parsa molto astuta e mi sono detta vediamo che altro aveva combinato l’ammiraglio Rabb, quando il suo grado ancora gli permetteva di indagare…. E sa una cosa? Lui e Mac hanno passato la maggior parte del tempo a lavorare a fondo su ogni caso, con il suo aiuto molte volte, dai numerosi rapporti investigativi mi sa che nessuno di voi staccava dall’ufficio prima delle sette di sera, e a volte sette giorni su sette. Mi sbaglio, signore?”
“Sei impertinente lo sai? Ma hai quasi ragione.”
“Quasi?”
“Oh sì, una volta uscimmo tutti molto prima delle sette… l’ammiraglio Chegwidden aveva lasciato il comando all’allora capitano Rabb, era la vigilia di Natale ed Harm ci concesse di andarcene prima della fine dell’orario.
Poi l’ammiraglio rientrò prima dato che l’aereo che lo doveva portare in Italia non partiva a causa del maltempo e…”

“Bud stai raccontando a Jen i fatti nostri a nostra insaputa?”
Era stato Harm a parlare, lui e Mac erano saliti dalle scale e sentendo la voce di Bud non avevano resistito all’idea di giocargli uno scherzo.
“Signore! Non parlerei mai di fatti privati in sua assenza, signore!”
“Meno male, ci manca solo che bastino un paio di giorni di assenza per vederti degradato a guardiamarina, capitano Roberts.;-)”
“Ammiraglio, guardiamarina è già un grado troppo alto, se mette in piazza i fatti nostri, mi sa che al massimo lo considero in marinaio!”

Bud e Jen guardarono i loro superiori, evidentemente di buon umore, e sorrisero.
“Signore mi risulta che anche lei sia a stato a volte un po’ indisciplinato, o sbaglio?”
“Capitano Coats lei è degradata a marinaretto pestifero, ha la lingua troppo lunga!”
“Hi, Hi Sir!!!”

Harm e Mac presero le cartelle che stavano nella loro casella di posta, e raggiunsero i due ufficiali all’ascensore.
“Che ne dite di bere qualcosa tutti insieme?”
“Ma è sicuro, signore, di volersi far vedere insieme a dei sottufficiali?”

Scesero ridendo della battuta di Jen, niente da fare i rapporti in quegli uffici continuavano ad essere davvero poco formali.
Erano seduti nel locale cui andavano di solito, Harm dette una scorsa veloce alla posta, Bud intanto lo mise al corrente sui fatti più importanti, tipo la visita del segretario.
Poi Harm portò il discorso su quello di cui stava parlando quando lui e Mac erano arrivati.
“Sbaglio o stavi spifferando della mia prima volta come sostituto dell’ammiraglio?”
“Bhe ecco, io…noi….”
Mac intervenne a salvare l’amico dall’imbarazzo.
“Bud non temere, oggi siamo troppo di buon umore per prendere provvedimenti severi.”
“In questo caso…”

Bud inizio un racconto di Natale, portando Harm e Mac a fare una passeggiata nel passato, a Jen parve di vederli, lei li aveva conosciuti alcuni anni dopo, ma le voci di corridoio si erano susseguite copiose in tutti quegli anni.

VIGILIA DI NATALE 1998
UFFICI JAG

Era il pomeriggio della Vigilia, Harm concede a chi non ha incarichi inderogabili di staccare prima, dato lo scarso lavoro di quel giorno, Mac gli domanda che dirà l’ammiraglio e lui replica che a quest’ora è già in volo per l’Italia, arriva una bimba che si presenta come la figlia del maggiore Mackenzie, sguardi stupiti dei colleghi nella sua direzione, la bimba vede Harm lo riconosce dalla descrizione che le aveva fatto Mac, e inizia a dire che sa un sacco di cose su di lui.
Mac prende la bimba e la porta via con se prima che la metta nei guai con la sua linguaccia.
È la piccola Chloe, Mac si occupa di lei di tanto in tanto, la madre della bambina è morta e lei sta con il patrigno in una difficile situazione.
Harm sfoglia un agendina nera, telefona ad amici e conoscenti cercando qualcuno con cui passare la vigilia…tutti impegnati.
Allora si fionda sull’unico caso disponibile, come un assetato che abbia trovato una borraccia piena d’acqua mentre sta nel deserto.
Una psicologa della marina che è stata accusata di guida in stato di ebbrezza. Jordan.
Questa reagisce ad una battuta di Harm sul bere, dato che la donna dice che non era ubriaca, gli dice che una famiglia bella e pronta è il suo ideale, visto che non ha tempo di coltivare i rapporti, dato dedotto dalla sua presenza in tribunale la vigilia di Natale; che è in marina per seguire le orme paterne, e tutta una serie di cose che fa uscire Harm dalla stanza un po’ infastidito.
Ma in un secondo tempo quando la donna si scusa per avere esagerato lui le dice che single lo è…e ha pure lo stesso nome del padre, e si anche lui era un militare….
“decisamente mi ha fatto una bella foto”.
Intanto Bud ed Harriett stanno preparando i pacchi dono da portare ai bimbi dell’ospedale pediatrico, e si sono vestiti da babbo natale e da elfo, arriva l’ammiraglio infuriato perché hanno chiuso l’aeroporto, Bud deve cercargli un nuovo volo diretto in Italia.

Chloe mette in crisi nuovamente Mac quando dice ad AJ che lei le dice sempre che lui è sexy…
Quando mac si scusa con AJ per certe uscite della bambina, lui pacato afferma:
“Vede maggiore, a volte dobbiamo fare cosa che non vorremmo fare, ma a volte il nostro dovere è resistere dal fare ciò che vorremmo.”

Harm scopre che Jordan non ha mentito, aveva preso uno sciroppo a base alcolica a stomaco vuoto, e tanto è bastato per far salire il livello di alcool nel rilevamento effettuato dalle forze dell’ordine.
I due stanno raccontandosi aneddoti sul Natale, Harm le dice della volta che ha scoperto che Babbo Natale era rimasto incastrato nel camino…una gru per liberare lo zio Charlie, arriva mac che cerca Cloe che si è nascosta dopo avere saputo che suo padre è vivo e la madre le aveva mentito.
Trovano la bimba nel vano dell’ascensore, Harm cerca di farla scendere, con scarso successo, poi Jordan si mette a raccontare di quando da bambina si nascondeva in solaio sperando solo che qualcuno andasse a prenderla, nel frattempo Bud ha scoperto dove sta il padre della bimba, è imbarcato e grazie all’ammiraglio riescono a mettersi in contatto con lui, l’uomo è felice di sapere di avere una figlia.
La bambina, trilla felice a Mac che avrà un cavallo, i nonni stanno in una fattoria.
Harm con Jordan parla di andare a bere qualcosa, invita anche Mac con Cloe e Bud ed Harriet… AJ li vede entrare nell’ascensore, vede Bud tornare di corsa per dirgli che ha trovato il volo per l’Italia su un aereo adibito al trasporto truppe.
Anche AJ può avere il suo felice Natale.

NEL LOCALE
PRESENTE

“Certo che a stare allo JAG non ci si annoiava veramente mai.”
“No, Jen, anche se a volte qualcuno decideva di andare ad assaggiare altre torte.”
“Harm….bada a quel che dici.”
“Qualunque riferimento a persone sedute a questo tavolo è puramente casuale;-).”
“Ecco va già meglio.”

Lasciamo per un po’ l’allegra brigata e andiamo a vedere cosa sta combinando un certo tenente.

CALIFORNIA
ALLOGGI UFFICIALI

Henry stava scrivendo la risposta a Cate.

“Ciao
Ti lascio il mio numero di cellulare per quando arrivi in California, sarò ben felice di farti da cicerone, se mi sarà possibile, La Jolla un po’ la conosco, e sì ho sentito nominare la Burnett Gallery, sorpresa?

Non capisco a cosa ti riferisci parlando di censura, mi dovrai dare spiegazioni molto dettagliate al tuo arrivo.
Ho la memoria corta dovrai penare un poco per rinfrescarmela, però sono un allievo molto diligente, tu preparati un bel programma o dossier corposo da leggere e vedrai che capisco in fretta, molto in fretta. Sto approfittando pure io di un momento di pausa.

E no la Marina ignora le mie doti di sc…rittore, alla marina interesso solo con indosso la tuta da pilota! Ti può interessare togliermela?
Henry”

Scrisse il soggetto:
Mandami coordinate e ora zulu di arrivo…visto che ti diverti coi fusi orari;-)

E invio alla ragazza la mail. Poi tornò al lavoro.
Se voleva avere uno o due giorni liberi la settimana seguente era meglio darsi da fare.

CAMPO D’ADDESTRAMENTO
Ashley era stanchissima, la giornata era stata intensa, si era stesa sulla branda da pochi minuti, ripensò alla telefonata della sera precedente, sua madre l’aveva fatta chiamare per dirle che lei e suo padre sarebbero stai fuori un paio di giorni, e aggiungeva che la aspettavano per il ballo della settimana prossima, insieme a Ray…lei ci rimase di sale e chiese alla madre cosa sapeva, la risposta sibillina era stata:
“Tesoro le mamme certe cose le sentono, i papà a volte un po’ meno, ma nemmeno loro scherzano.”
Ecco fatto, i mie lo sapevano, già…due fessi siamo stati io e Ray, come diceva Jen? gli uffici dello JAG non sono fatti per i segreti, prima o poi e cose qui dentro saltano fuori.Chissà se hanno già detto qualcosa a Ray.

NORTH OF UNION STATION
Ray stava finendo di leggere un file inerente alla causa di domani, alla tele avevano appena dato notizia della decisione della commissione indagatrice sul caso del CAG della USS Clinton, radiazione e sei anni di reclusione, per tutti gli imputati, che si erano dichiarati colpevoli per avere uno sconto sulla pena, e accelerare le cose, meno polverone possibile sulla cosa.

Caso chiuso e niente nomi illustri, magari non ce ne erano, ma avrebbe tenuto gli occhi e le orecchie aperti, pronto a cogliere eventuali segnali che lo mettessero su una pista. Intanto quella ditta avrebbe chiuso, altri avrebbero rilevato gli impianti e permesso di continuare il lavoro, senza più imbrogli.

Aveva tirato fuori la divisa di gala che ora era appesa all’anta dell’armadio, l’indomani l’avrebbe portata a far rinfrescare, non voleva arrivare all’ultimo momento.
Anche se non erano certo le pieghe della divisa a preoccuparlo, non sapeva ancora come dirlo all’ammiraglio….forse era lui che avrebbe dovuto infilarsi in una cesto della tintoria, meno rischioso certamente che andare ad affrontare il proprio superiore per raccontagli che usciva con la figlia.

O avere a che fare con uno dei suoi fratelli.

AL McMURPHY
INTANTO

Anche gli altri stanno ascoltando il servizio sul caso della USS Clinton, Bud fa un commento.
“AJ mi ha detto che non è stato facile testimoniare contro il CAG, che era stato un suo ex-istruttore, nonostante quello che aveva scoperto.”
Basta quella frase a portare Harm indietro nel tempo, mentre il chiacchiericcio nel locale diventa un brusio indistinto lui ripensa a…

MOLTI ANNI PRIMA
Durante un esercitazione un tomcat colpisce un traliccio dell’alta tensione, pilota e RIO debbono eiettarsi, il velivolo si schianta sulla strada, uccidendo una donna e il suo bambino che stavano passando in quel momento in auto.
Mac è assegnata alla difesa, Harm all’accusa, il pilota incriminato stava seguendo il suo istruttore, che era stato il primo istruttore di Harm, Falcon.

L’avvocato va a chiedere all’uomo di spiegargli cosa è successo, questi da la colpa ad una corrente discendente e che nessuno avrebbe potuto evitare il traliccio.
“Anzi mi correggo, tu lo avresti evitato, tenendo la cloche con una mano sola, mentre con l’altra suonavi un’armonica.”
Harm sorrise al superiore per la bonaria presa in giro, era stato il migliore del suo corso e lo sapeva bene, a volte perfino troppo.
Solo che durante le indagini Harm ha la sensazione che voglia proteggere il pilota che lo seguiva dall’accusa di eseguire una finta caccia.

Mac arriva alla base mentre Harm sta parlando con il marito e padre delle vittima, una volta che l’uomo si è allontanato Mac dice ad Harm che ritiene che la causa della tragedia sia da imputare alla turbolenza.
“Mac, un pilota di caccia deve convivere con le turbolenze. Ha fatto un errore!”

Quella sera Harm è al circolo degli uomini non vogliono lasciare giocare una giovane tenente, che è l’assistente di Falcon, lui scommette i suoi stivali contro le loro braghe che loro due li batteranno, tempo dopo l’uomo e la donna sono in auto a gustarsi un sigaro con lui che ha ancora gli stivali ai piedi.

I due stanno facendo conoscenza, quando l’arrivo di Mac scombina i piani al capitano, Harm rientra un po’ mogio agli alloggi, e trova Bud che gli comunica che dalla stazione meteorologica gli hanno mandato i dati dei venti, la corrente era ascendente non discendente.
Il mattino seguente Harm affronta Falcon accusandolo di star coprendo il pilota, questi gli dice che a suo tempo aveva aiutato anche lui, chiedendo agli esaminatori di chiudere un occhio su un errore.
Harm ci rimane male, ignorava la manovra di Falcon.
Peggio ci resta quando capisce che l’uomo sta usando quella vecchia storia, come se lui per riconoscenza dovesse stare zitto adesso.
Non esiste!

Va dal pilota, che gli chiede se il senso di colpa se ne andrà mai, Harm gli dice di no, può solo prendersi la responsabilità di quanto fatto, e fare sempre del proprio meglio.
Harm cerca di convincerlo a dire cosa è successo, ma l’uomo rimane sulla sua posizione, turbolenze.

Mac chiede ad Harm cos’è una finta caccia, lui glielo spiega.
“Il pilota tallona il suo istruttore, che deve toglierselo dalla cosa, ovviamente la bravura del pilota sta nel fatto di non permetterglielo, ma per farlo si raggiungono velocità molto più elevate di quelle dichiarata dai due uomini, manca la rilevazione per un guasto.”
Ma Bud ha scoperto che forse c’è un modo per verificare quanti “g”negativi avevano preso in volo, ma il dispositivo che registrava il numero di “G” è stato trafugato.
Harm decide di rifare il test, con Falcon davanti per vedere quanti g erano stati raggiunti quel giorno.
Mac è nel seggiolino posteriore, e non si sente troppo bene, ma il test conferma ad Harm che i due uomini stavano eseguendo una finta caccia.
Harm pensa di avere in mano tutte le prove, quando durante l’atterraggio di Falcon vede l’aereo dell’uomo compiere degli strani balzelli, come se l’uomo non avesse preso bene le misure della pista.

Una volta a terra lo stesso Falcon chiede ad Harm se ha visto il suo atterraggio da canguro, cercando di scherzarci sopra, Harm sta occupandosi di Mac che ha fatto appoggiare ad un camion e piegare con la testa in avanti per farsi passare al nausea, ma la lascia sola quasi subito per verificare una pista.

Adesso sospetta che l’uomo non stia coprendo il pilota, ma se stesso!

Scopre che l’uomo non aveva calibrato bene la distanza dal traliccio, e che aveva fatto volare troppo basso il pilota che lo seguiva, colpevole solo di star coprendo il suo superiore, Harm va da un veterano, vecchio amico del padre, a chiedere se vi sono dei trucchi per passare l’esame della vista, poi affronta di nuovo Falcon stavolta accusandolo della tragedia, questi cerca ancora di far leva sulla gratitudine che crede gli sia dovuta e trova, giustamente, un muro di inflessibilità.

Lo porta sul banco dei testimoni, e durante l’interrogatorio nel rispondere ad una domanda l’uomo chiede ad Harm se a lui sia mai capitato di sbagliare un appontaggio.
“Sì, signore, e per questa ragione non eseguo più voli notturni!”
(NdA problema risolto nella quarta serie, ma questo è un flashback della terza.)
Falcon viene inchiodato grazie ad un trabocchetto che gli tende Harm con un cartellone per le visite oculistiche modificato.

Una volta fuori dall’aula l’uomo, a cui è stata riconosciuta la responsabilità dell’accaduto, accusa Harm di averlo colpito alla schiena.
“Una volta un ufficiale mi ha detto: Un soldato deve fare il proprio dovere, nel lavoro e nella vita. Era lei quell’ufficiale tanto tempo fa.”

PRESENTE
Mac toccò un braccio ad Harm,riportandolo tra loro.
“Scusate, ho perso il filo del discorso, stavi dicendo Bud?”
“Che AJ mi ha comunicato la sua assegnazione, dice che rimettersi ad insegnare per un po’ è strano. Altri istruttori sono un po’ sospettosi nei suoi confronti, si trova bene, ma l’aria sta diventando pesante.”
“Passerà presto, una volta lasciata alle spalle l’inchiesta il clima si rasserenerà.”
“Harm ha ragione, di ad AJ di avere pazienza, il suo lavoro verrà apprezzato quando si renderanno conto di correre meno rischi.”

I quattro uscirono dal locale e si diressero alle auto, si salutarono un ultima volta dandosi appuntamento all’indomani in ufficio.

IL MATTINO SEGUENTE
UFFICI JAG

Ray era nell’ufficio del suo ufficiale in comando, i giurati nella sua causa erano riuniti per decidere il verdetto, e lui aveva chiesto un incontro all’ammiraglio Rabb.
Voleva chiedere il permesso di accompagnare Ashley al ballo, e chiarire i motivi della richiesta, inutile fare un improvvisata col rischio di far incavolare il padre della sua ragazza, meglio dire tutto subito.
“Mi dica tenente, mi era parso di capire che avesse una cosa importante di cui parlarmi con urgenza.”
“Ecco signore, non è semplice, vede io…”

Venne interrotto dall’attendente che bussò alla porta.
“Scusate ho questo messaggio urgente per il tenete.”

Era un telegramma, arrivava dal campo dove stava Ashley.
Ma è ammattita, io non ho ancora parlato con suo padre, se dalle voci scopre che mi manda telegrammi non servirà che parli…
“Mi scusi signore.”
“Legga pure, poi mi dirà cosa c’è di urgente.”

Ray aprì il telegramma.
Lesse e rilesse lo strano messaggio che Ashley gli aveva fatto recapitare.

SALUTI L’AMMIRAGLIO-STOP
PERMESSO DA RICHIEDERE CON PRUDENZA-STOP NON SARà UNA SORPRESA-STOP
SCOPERTO LATO PATERNO SCONOSCIUTO-STOP INDOSSI ARMATURA ALTRO CHE DIVISA INVERNALE -STOP BACI ASHLEY-STOP

“Tutto bene, tenente, è impallidito, cattive notizie da casa?”
“No signore, nessuna cattiva notizia. Mi scusi posso parlare liberamente?”
“Parli pure.”
“Da quanto tempo sa di me e sua figlia?”

Harm sorrise, aveva immaginato che il telegramma fosse di Ashley, quando Mac gli aveva detto che aveva fatto capire alla figlia che loro sapevano lui si era domandato come avrebbe fatto ad avvisare il suo uomo dei rischi a presentarsi in ufficio.
Quello che non si aspettava era che lui avesse una reazione simile, pareva seccato, ma era lui quello che aveva tutti i buoni motivi di esserlo!
“Da troppo direi, mi aspettavo che me ne parlasse molto prima. Ma la vita privata non deve interferire con il lavoro, quindi se è venuto a chiedermi il permesso di frequentarla direi che è arrivato con un po’ di ritardo, o sbaglio? Pensava davvero che avrei lasciato ai miei sentimenti paterni di intralciare lei e la sua carriera? Ha davvero una bassa opinione di me, tenente.”
“No, mai pensato che lei si sarebbe lasciato influenzare, ma volevo evitare inutili imbarazzi se… se tra me ed Ashley non avesse funzionato.”
“Tenente, per la sua carriera non tema, ma cerchi di non far soffrire mia figlia, fuori da quest’ufficio smetto di essere il suo capo e sono solo un padre, mi sono spiegato?”
“Sì, signore, mi scusi anche il generale ne è al corrente?”
“Secondo lei?”
“Capisco signore, quindi quel discorso sui suoi figli non era fatto a caso.”

Nel dire questa cosa il giovane guardò la foto che ritraeva i giovani Rabb appoggiati ad un ala dello stearmen, la sorella stava nel mezzo con in testa un berretto da aviatore, un aria spavalda in viso e lo sguardo sbarazzino, in quella foto non doveva avere che quindici o sedici anni e i fratelli la guardavano con fare protettivo.
“No, non era fatto a caso, ma lei è un bravo avvocato, non fa domande di cui non conosce la risposta, vero?

Adesso che ne dice di tornare al lavoro? Pure io avrei un po’ da fare.”
“Hi, Hi sir.”
Harm osservò il giovane impettito voltarsi ruotando su stesso e uscire dal suo ufficio.
Spero per Ashley che mi somigli meno di quanto appare. Anche se penso che Mac saprà consigliarla su come gestire un tipo alla Rabb, come dice lei.

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