Harm & Diane

Scritta nei primi mesi del 2004. non ricordo le date precise di inizio e di fine.

DISCLAMERS: I PROTAGONISTI DI JAG CHE SONO PRESENTI NELLA STORIA SONO DI PROPRIETA’ ESCLUSIVA DI DONALD P. BELLISSARIO. L’AUTRICE DEL RACCONTO LI HA PRESI IN PRESTITO PER PURO DIVERTIMENTO SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.

Ecco tutto quello che il Don non ci ha raccontato su Harm e Diane… almeno secondo me😉

Harm&Diane

PRIMAVERA 1982
ACCADEMIA NAVALE DI ANNAPOLIS

Tre giovani stavano pranzando nella sala mensa dell’accademia, quando videro entrare le nuove matricole; quella mattina avevano visto il drappello fermo davanti al sergente istruttore che dava loro un primo assaggio di cosa li attendeva. Erano passati di corsa e non avevano notato che nel gruppo c’erano due ragazze, non che non ce ne fossero altre nell’accademia, ma due ingressi femminili, davano sempre di che parlare negli anni ottanta.(questa non so quanto sia veritiera…).

“Guardate due nuove reclute per la felicità di McPride!”
Era stato Luke Pendry a parlare, un afroamericano seduto davanti a lui rispose.

“Sì, per la felicità del suo fegato, secondo il nostro superiore le donne vanno bene solo per i lavori domestici! Gli piglierà un accidente. E non solo a lui.”
Luke colse al volo l’allusione di Sturgis:
“Ti riferisci a Keeter? MMM effettivamente sono molto carine.”
” Specialmente quella che si è seduta vicino alla finestra, ora ci da di spalle, ma prima l’ho vista in viso è veramente bella. Tu Harm non dici niente?”

L’interpellato assunse la miglior espressione sorpresa del suo repertorio.
“Io? E che dovrei dire, a mala pena mi ero accorto che c’erano delle ragazze…”

A Luke andò di traverso quello che stava mangiando, divenne paonazzo e dovette tossire un poco prima di riuscire a parlare di nuovo.
“TU…TU…”
Harm rise dell’amico:
“Occupato?”;-)

“Tu, non ti saresti accorto che erano ragazze? Ma a chi vuoi darla a bere.”
“Luke, io non sono come Keeter per cui ogni lasciata è persa!”
“No per te B.C.R.” (CdA, cattiveria dell’autrice:Basta Che Respirino);-)
“Adesso mi state stancando, per dimostrarvi che sbagliate, vado da loro mi presento e farò AMICIZIA, con le nuove reclute!”
I due gli replicarono ad una sola voce.
“Seeeee, buona caccia!”
Lui replico con un altro acronimo.
“A.A.D.” (Andate Al Diavolo)

Intanto le due ragazze, erano molto intimorite all’idea di quello che le aspettava; stavano parlando e non si avvidero del giovane che si stava avvicinando.
“Diane, dici che verremo squadrate così ogni giorno per i prossimi quattro anni?”
“No, tra pochi giorni, saranno talmente presi dall’addestramento che manco si accorgeranno che siamo ragazze. E forse ce lo dimenticheremo pure noi, ma mi sa che sarà meglio così!”

Harm colse l’ultima frase e si intromise.
“No, per carità, sarebbe troppo triste questo posto se ci si annullasse a questo modo!
Scusate, mi chiamo Harm sono al secondo anno e volevo darvi il benvenuto in accademia.”

Stephany divenne tutta rossa, Diane dissimulò meglio lo sconcerto di essere stata sentita.
“Origlia sempre le altrui conversazioni?”
“Non stavo origliando, mi sono avvicinato e ho sentito la sua ultima frase, scusi se l’ho seccata!”
“Nessuna seccatura, forse sono io che sono troppo permalosa, non mi sono nemmeno presentata; io sono Diane e lei è Stephany. Piacere di averla conosciuta, ora penso dovrà andare a dare il benvenuto anche alle altre reclute.”
“Infatti! Piacere di avervi conosciute.”
E così mi ha sistemato, due paroline per farmi capire che è meglio se mi levo di torno, decisa la ragazza non c’è che dire.

Stephany era rimasta di sale all’uscita al vetriolo dell’amica.
“Diane, non è da te essere così sgarbata… che fine a fatto la dolce e tranquilla ragazza che abbassava lo sguardo se un ragazzo la fissava troppo insistentemente?”
“Le ho detto di stare fuori dall’accademia ad aspettarmi quando esco in licenza; non volevo essere sgarbata, ma non capivo il motivo del suo benvenuto.”
“Magari solo un semplice atto di cortesia…”

Al loro tavolo si unirono altre due ragazze, che erano lì dall’anno precedente; queste vedendo Harm allontanarsi decisero che dovevano avvisare le novelline della nomea del giovane cadetto.
“È già passato a darvi il benvenuto il futuro pilota, occhio ragazze quello lì e il suo degno amico Keeter non hanno per niente una bella fama”

Diane si voltò verso Stephany:
“Che ti dicevo? Ho fatto bene a mettere le cose in chiaro.”
“Sarà, secondo me, non c’è nulla di male in un po’ di gentilezza.”
“Va bene, la prossima volta che mi verrà a parlare sarò più cortese, contenta?”
“Ecco che riconosco la mia amica.”

Harm aveva fatto in giro veloce agli altri tavoli, ed era tornato dagli amici che lo guardavano ironici.
“Mi sa che hai racimolato un bel due di picche.”;-)
“Già pare proprio che ti abbiano scaricato!”
“Ma quale scaricato, ero solo andato a salutarle, mica ad invitarle a cena fuori!”

Nei giorni che seguirono le lezioni e gli addestramenti si susseguirono a ritmi intensi, per le matricole del primo anno la selezione era durissima.
Diane mantenne la parola e quando Harm la trovò in biblioteca a studiare e le chiese come andava lei fu molto cortese.
Harm le suggerì quali erano i testi che McPride prediligeva, sapeva che quell’uomo avrebbe messo in difficoltà chiunque, ma con le donne era di un arroganza che non tollerava.

A volte nei rari momenti di pausa si trovavano per parlare, Diane aveva fatto amicizia anche con Luke e Sturgis, un po’ meno con Keeter, ma una volta stabilito che lei non era terreno di caccia i rapporti erano migliorati e di molto.
Lei e Stephany avevano legato col gruppo di amici; quelle che avevano sentenziato al tavolo malignavano alle loro spalle, ma loro non vi badavano.

AUTUNNO 1984
Harm stava dirigendosi in mensa(lo pesco sempre a ora di pranzo;-) quando si senti chiamare.
“Harm, aspettami.”
“Diane, stavi sui libri?”
“Sì, ma non mi riesce di concentrarmi, mi sa che passero la nottata a rileggermi dispense! E domattina si parte per il campo di addestramento! Beato te che sei quasi alla fine.”
“Saremo anche noi al campo domani, non credere anche alla fine ci fanno sudare.”
“Sì, ma per voi l’arrivo è vicino, o almeno l’arrivo della prima parte!”
“Già, la prima parte… poi chissà, ci sentiremo ancora quando io sarò a Pensacola per la scuola di volo, vero?”
“Guai a te se non ti fai vivo, voglio i dettagli delle vostre peripezie, chissà quante ne combinerete senza di me e Stephany a tenervi d’occhio.”;-)
“A proposito, di Stephany, non è ancora rientrata dalla licenza?”
“Rientra stasera, giusto in tempo per aiutarmi a ripassare.”

Entrati in mensa individuarono subito gli amici.
Sturgis fu il primo a vederla.
“Diane, finalmente ti sei presa una pausa dai libri, eri già in biblioteca ore fa quando vi sono passato io! Di un po’ sei andato tu a schiodarla dai libri?”
“No, ma se sapevo che era lì da stamattina lo avrei fatto!”
“Su ragazzi, lo sapete bene che McPride ce l’ha a morte con le donne in Marina, devo darmi da fare e tanto se voglio superare le sue lezioni ancora intera! Sarà dura diventare ufficiale!”

Luke ci tenne a darle il suo appoggio
“Vedrai che ti farai onore, e poi se il vecchio caprone ti mette troppo i bastoni tra le ruote, chiedi a noi, saremo felici di essere i tuoi tre moschettieri!”
Harm era un poco sorpreso.
“Ma non erano quattro?”
Fu Stu a spiegare con un riassunto, molto personale dell’inizio dell’opera di Dumas padre.
“Sì dopo che si univa ai tre D’Artagnan, all’inizio sono solo tre poi arriva il Guascone!”
“Capisco manca Keeter, chi più guascone di lui?”

Intervenne anche Diane, sorridendo agli amici.
“E io chi sarei? Milady?”
“No, era un personaggio negativo che teneva gli uomini sulla corda….ops ma noi siamo qui in tre a pendere dalle tue labbra!”
Harm non era della medesima opinione.
“Chi pende dalle sue labbra?”
“Noi tre, dai non dirmi che non la daresti una lezione a McPride, per come la tratta?”
“No, non lo farei, Diane si sa difendere benissimo dai tipi come lui!”
Diane guardò Harm con riconoscenza.
“Vero! Ragazzi vi ringrazio per l’appoggio, ma un qualsiasi vostro atto non farebbe che confermare a McPride che noi donne siamo deboli; non preoccupatevi, me la caverò, non mi faro fermare da un pallone gonfiato!”

I quattro amici terminarono il pranzo continuando a scherzare, poi ognuno torno ai propri compiti, il corso era duro anche per i ragazzi, loro avevano solo un McPride in meno di cui preoccuparsi.

11 NOVEMBRE 1984
Erano a Washington “il Muro” veniva inaugurato quel giorno, e molti cadetti avevano un parente che stava scritto là sopra.
(per la cronaca lo sapete che in tutto il muro c’è un solo Rabb, non Harmon Sr ovviamente, ma la cosa mi è parsa curiosa, ok ho girellato nell’elenco alfabetico…)
Il Muro vero e proprio era stato iniziato nel marzo dell’82 e terminato nel novembre dello stesso anno, ma quel giorno venivano inaugurati insieme come unico monumento, il muro la statua e la bandiera.
(chi è stato a Washington può confermare o smentire, io magari ho tradotto male dal sito, sul Vietnam memorial, il mio inglese è patetico.)
I nostri stavano ritti di fronte alle autorità, erano la nuova linfa, dei futuri ufficiali che venivano a rendere omaggio ai caduti.

Diane osservò di sfuggita Harm.
So che non vuol sentire dire che il padre è morto, e leggere il suo nome lì sopra è quasi un affronto per lui. Spero che un giorno riesca a venire qua con l’animo più sereno.
Harm era sì davanti al muro, ma in realtà non lo vedeva, quello che vedeva era suo padre prenderlo tra le braccia quando era bambino.
Va bene, è disperso, ma il suo nome la sopra come su di una lapide non lo accetto!

Terminata la cerimonia, Harm rimase alcuni minuti ad osservare il nome di suo padre, Diane si avvicinò e rimase lì con lui in silenzio, certe volte non servono le parole.

PRIMAVERA 1985
I diplomati erano nel piazzale dell’accademia, ora avevano le loro assegnazioni in mano.
Le due ragazze erano al settimo cielo per gli amici.
Anche se li prendevano in giro.
“Ora finalmente inizierete a darvi da fare, basta stare qui a darci il tormento.”;-)))
“Giusto è ora che vi rendiate utili, mica potete starci sempre intorno.”;-)))

Luke fece finta di essersela presa:
“Ma le sentite queste due, fino a ieri eravamo i loro cavalieri dalla scintillante armatura e adesso questo.”;-))
Keteer fu più acido:
“Già brutta cosa l’invidia per chi ha ancora un anno davanti.”;-))
Diane replico:
“Sempre buono Keeter, intanto tre anni sono passati e noi siamo ancora qui, cosa che non possiamo dire di oltre della metà dei nostri compagni di corso!”
Sturgis intervenne a placare gli animi:
“Dai adesso non litighiamo, siete in licenza fino a domani, giusto? Che ne dite di una serata in pizzeria? Tanto per salutarci come si deve.”
Le due donne non ebbero esitazioni:
“Per noi va bene.”
Luke, Harm e Keeter si unirono, anche se protestarono con Sturgis:
“Anche per noi, certo che tu mollarci per i sommergibili!”
“Temevo che un quarto sarebbe stato troppo, sai per il calcolo delle probabilità un allievo pilota su quattro non passa le selezioni; vi ho risparmiato un grosso rischio, siete solo tre.”;-)))
Harm fu il più lesto a replicargli:
“Solo tre! Buona questa, aspetta me la devo scrivere, sai per quando troveremo gli altri e dovremo comunicare loro che i posti sono tutti occupati.”

ALLA SERA IN PIZZERIA
Era molto tardi, Keeter e Stephany erano spariti da un po’, Luke era al telefono con la sua fidanzata, e Harm e Sturgis stavano intrattenendo Diane facendo i buffoni.
“Smettetela immediatamente o vi faccio deferire per condotta disdicevole.”
“Veramente noi non stiamo tenendo condotta disdicevole, abbiamo solo alzato un pochino il gomito, semmai sono i due piccioncini scomparsi che devono stare all’occhio.”
Intervenne anche Sturgis.
“Diane lo sai vero che dovrai raccogliere i cocci del cuore spezzato della tua amica dopo questa sera?”
“Stephany è maggiorenne e vaccinata, non devo certo dirle io come si deve comportare!”
Harm tornò alla carica:
“Ma non sei d’accordo con quello che sta facendo, o sbaglio?”
“Che centra cosa penso io? La vita è la sua!”
“Ma lei è la tua migliore amica, non dovresti avvertirla dei rischi che corre a frequentare Keeter?”
Sturgis fermò l’amico:
“Basta Harm, stanno tornando!”

Harm perse subito l’espressione canzonatoria con cui si stava rivolgendo a Diane e si stampo in volto un sorriso a trentadue denti.
Diane osservò stupefatta il cambiamento dell’amico!
Un attore ecco cos’è, in un secondo ha cambiato faccia, certo che a volte è uno st*** con la S maiuscola, lui lo sa di me e Keeter.

Luke tornò dalla telefonata.
“Ragazzi, io casco dal sonno, che ne dite se finiamo qui la serata.”
Furono tutti d’accordo.

Nei mesi che seguirono Harm e Diane si tennero in contatto, una lettera ogni tanto e si aggiornavano su come andavano le cose.
Quando alla fine della scuola di volo Harm, prima di partire sulla USS Anderson, passò a trovarla sapeva già degli ultimi avvenimenti.

“Ciao, ti trovo in forma.”
“Ciao, ecco il mio pilota preferito, come se la passa Luke?”
“Sta bene anche lui, purtroppo non ci hanno assegnati allo stesso imbarco, ma che vuoi fare, capita. Immagino che di Keeter non ti interssi più di tanto, giusto?”
“Esatto, non che importi, Stephany sapeva bene a che delusione andava incontro, ma con lui non ho mai legato come con te Luke e Sturgis.”
“Già Sturgis, ora è in Sardegna.”
“Ah, bella l’Italia, mi piacerebbe visitarla un giorno.”
“Chissà, magari potremmo trovarci da quelle parti anche noi, un giorno.”
“Harm, non intendevo andarci per lavoro, ma proprio a fare la turista.”
“E tu che ne sai che magari nemmeno io intendevo per lavoro?”

La donna sorrise all’amico.
“Cambiando argomento, mi manca molto Stephany, il suo appoggio era prezioso.”
“Dalla tua lettera, ho capito solo che non aveva passato la selezione, c’entra qualcosa quello che è successo con Keeter.”
“Non lo so, era demotivata, ma non credo si possa dare tutta la colpa ad una storia finita male, penso che semplicemente non ce la faceva più a reggere questi ritmi.”
“E tu? McPride ti dà sempre il tormento?”
“Come al solito, ma almeno ho un punto fermo in questo giro vorticoso che sono le lezioni e gli addestramenti, l’acrimonia del professor McPride!”
“Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno, eco cosa mi è mancato di più in questi mesi, il tuo ottimismo! Nelle lettere scarseggiava!”
“Davvero, allora nelle prossime vedrò di metterne una razione extra, sai qual’è la differenza tra me e Mcpride?”
“No, qual è?”
“Io vedo il bicchiere mezzo pieno, lui non lo vede mezzo vuoto, ma rotto!”
(Non è mia l’ho presa in prestito alla Littizzetto “sola come un gambo di sedano” mi è venuto in mente di averlo letto mentre scrivevo quella del bicchiere mezzo pieno e non ho resistito, spero che non mi arrivi una denuncia per violazione di copyright;-)

Harm rise della battuta.
“Ora devo andare, teniamoci in contatto ok, voglio sapere come te la cavi, e non nascondermi quando sei giù!”
“Va bene, prometto di tenerti aggiornato sugli sviluppi della mia carriera!”

Gli anni passarono veloci, Diane si diplomò nel 1986, lo stesso anno in cui Harm ricevette il suo battesimo del fuoco con quei MIG libici.
(veramente era l’88, licenza dell’autrice il fatto di cambiare le date ok? informazione da dossier riservato ;-)presa dal rose garden, se ho tradotto bene).
Quando ottenne il suo primo incarico Harm fu la prima persona a venirlo a sapere.
Era un incarico in una base a terra, ma lei sperava che presto la lasciassero salire su di un incrociatore, era entrata in Marina per navigare, alla faccia delle superstizioni sulle donne sulle navi;-)
I loro rapporti li avevano mantenuti quasi esclusivamente per lettera, quando lui era assegnato a terra lei era in una base all’altro capo del mondo, e quando era su una portaerei, be lei non ci poteva andare, non ancora almeno.
Ma il destino giocò ad Harm un tiro mancino.

1991 OSPEDALE DI BETHESDA
Harm era lì ricoverato dopo il suo appontaggio fallito, costato al suo RIO la vita e a lui le ali di pilota.
Diane lo passò a trovare.
“Ciao, ho saputo che era capitato e appena ho potuto sono venuta; come ti senti?”
“Non lo so ancora, la mia vita ha sempre ruotato intorno al volo,e adesso non so che fare.”
“Non dire così, i medici che dicono? Quando potrai andare a casa?”
“Anche oggi, e non intendo rimanere in ospedale un giorno più del necessario.”
“Io domattina mi devo imbarcare, ma fino ad allora sono a tua disposizione.”
“Imbarcare? Ehy finalmente, ti lasciano staccare dal porto? Ne sono felice, so da quanto aspetti un occasione!”
“Guarda che sono già stata su una nave!”
“Quello era addestramento non conta, ora è un incarico, congratulazioni!”
“Mi dispiace di lasciarti solo adesso che avresti bisogno degli amici vicini.”
“Ci scriveremo, come abbiamo sempre fatto, e poi che sono sei mesi, così io avrò il tempo di decidere cosa fare da grande.”
“No, per favore, aspetta a crescere che non voglio perdermi la scena.”
“Mi stai dando dell’immaturo? Guarda che mi offendo.”;-)
“Certo che ti devi offendere, la verità offende non te l’ha mai detto nessuno?
Ok scherzo, non sei immaturo, in fondo hai solo 28 anni, quando sarai più posato farai la felicità di una brava ragazza.”
“E se io non la volessi poi così brava?”
“Stop, non andiamo oltre, al mio ritorno ci sarà tanto tempo per parlare.”
“E chi ti dice che io volessi parlare?”
“… Senti che ne dici di tentare la carriera legale sei bravissimo con le parole, ti basta come risposta!”
“Io il Tom Cruise della situazione (non sono sicura dell’anno di codice d’onore, ma se è dopo il 91 fate finta di nulla;-) pilota e poi avvocato…”
“Tu, Tom Cruise…no non potresti mai…”

E dicendolo ride di gusto
“Perché no? che hai da ridere, è più carino di me? Cos’ha lui che io non ho?”
“No non è più carino…”
E diventa rossa come un pomodoro
“…sei tu che sei troppo alto!”
“Ah,meno male per un secondo mi ero preoccupato.”

Entrò il medico, egli vedendoli ridere sorrise a sua volta.
“Bene, vedo che le è tornato un po’ di buonumore, questo non potrà che aiutarla nel recupero; questo è il foglio per le dimissioni anticipate, mi raccomando molto riposo.”
“Seguirò i suoi consigli alla lettera!”

Uscirono dall’ospedale e passarono la giornata insieme, lei lo aiutò a preparare i bagagli, Harm sarebbe andato da sua nonna per la convalescenza.
Il mattino seguente lui l’accompagnò all’imbarco.
“Come si dice tra marinai I.C.A.B.”
(se non capite che vuol dire chiedete, ve lo dico in pmessage che significa;-)

Fagli vedere di cosa sei capace!
“Aye Aye, sir!”
Si abbracciarono e Diane salì, sull’incrociatore su cui avrebbe prestato servizio per i sei mesi seguenti.

CASA DI SARAH RABB
Harm era da sua nonna da alcune settimane, lei vedeva il nipote soffrire per la perdita della possibilità di volare, ma sapeva che doveva trovare da solo la forza di risalire la china.

Passava le giornate nel fienile che custodiva il vecchio stearmen di suo marito, che suo figlio non aveva mai potuto rimettere in sesto del tutto, ora forse il restauro sarebbe stato terminato, Harm sentiva la necessità di tenersi impegnato.
“Harm è pronto il pranzo, metto in tavola, staccati da quell’aereo e vieni in casa!”
“Solo un minuto, arrivo.”
“Bada, Harmon Rabb junior che io non tollero i ritardi, specie all’ora di pranzo!”
“Ricevuto!”

E lasciò subito ciò che stava facendo per andarsi a lavare le mani e darsi una pulita.
“Come procede il lavoro?”
“Mi mancano dei pezzi, che più tardi andrò in città a prendere, hai bisogno di qualcosa? Se vuoi faccio io la spesa.”
“Ho giusto preparato la lista qualche minuto fa.”
“Ma come sapevi che mi sarei offerto?”
“Non lo sapevo, ma ti avrei mandato a farla, almeno per farti uscire un poco da quel fienile.”
“Sto bene, davvero.”
“Lo diceva sempre anche tuo padre da ragazzo, e io me ne accorgevo sempre quando mentiva, come stai facendo tu ora.”

E lo fissava con quei suoi occhi così simili ai suoi, ma pieni di una dolcezza infinita.
Harm abbassò lo sguardo, improvvisamente il contenuto del suo piatto divenne molto interessante.
Ecco, non sono nemmeno capace di sostenere il suo sguardo… ha ragione non va bene, continuo a rivivere il momento dell’appontaggio… dovrei smettere di pensarci, ma non ci riesco.

“Sai vederti la chino su quel motore, mi riporta alla mente quando tuo padre ti portava qui da bambino e tu lo aiutavi.”
Harm fu grato alla nonna di aver dirottato il discorso su un tema a lui così caro.
“Aiutarlo? Ma se erano più le volte che perdeva tempo per evitare che mi cacciassi nei guai.” 😉
“Era tutto calcolato, lui sapeva che per fare una cosa che richiedeva dieci minuti facendosi aiutare da te ce ne sarebbero voluti minimo trenta, ma non l’ho mai sentito lamentarsi del tempo passato a giocare al meccanico con suo figlio.”
“Non eri preoccupata? Mi ha trasmesso la passione per il volo.”
“Oh, per quella non c’era nulla da fare, lui da bambino si illuminava quando vedeva gli aerei passare e tu eri uguale a lui, lo sei ancora.”
(e io fossi in lui mi toccherei, vista la fine del padre;-)

Harm vide arrivare il portalettere.
“Guarda il postino, oggi è in ritardo.”
“Già si sarà fermato a far bisboccia, non ci sono più i postini di una volta.”
“Nonna avrà settanta anni come minimo, lui è un postino di una volta.”;-)
“Io parlavo di suo padre, quando ero bambina consegnava lui la posta e non era mai in ritardo.”

“Tu mi nascondi qualcosa. Come mai tanta acredine, era un compagno di scuola dispettoso?”
“Harmon Rabb Junior! Mi stai dando della vecchia? Ti consiglio di toglierti quel sorrisetto dalla faccia, se vuoi che stasera prepari la cena!”
“Uh, agli ordini! Se mi dai la lista vado a fare la spesa.”

Sarah sorrise di rimando al nipote e gli passò il foglio su cui aveva segnato la spesa.
Lui andò verso il furgoncino, e nel passare prese la posta, c’era una busta sola ed era indirizzata a lui.
Fece segno a sua nonna che per lei non c’era niente, si mise in tasca la lettera ripromettendosi di leggerla al ritorno. Era di Diane, un moto di tenerezza lo strinse mentre pensava all’amica in mare.
Finalmente sta realizzando il suo sogno, mentre il mio si è infranto per sempre. Basta devo darmi una mossa e ricominciare, a partire da adesso basta pensare al passato!
(Seee le ultime parole famose, avete mai visto uno più condizionato dal suo passato del nostro?)

ALCUNI MESI DOPO
Diane era appena scesa dalla nave su cui era stata negli ultimi sei mesi, si guardava intorno in cerca di un volto conosciuto, ma di Harm nessuna traccia.
Strano, eppure mi pareva di avergli detto che saremmo rientrati oggi, e nella sua ultima lettera mi ha scritto che sarebbe passato a prendermi.

Non fece in tempo a terminare il pensiero che si senti chiamare.
“Diane, da questa parte!”

Harm aveva il fiato corto, come chi ha appena fatto una corsa.
“Ciao, sei arrivato di corsa, vedo che l’attitudine al ritardo te al porti ancora dietro come ad Annapolis.”
“Che sono due minuti? E poi è stato per un motivo importante. Vieni alla macchina che ti spiego.”
“Mi incuriosisci, nelle tue lettere non mi hai detto niente delle tue decisioni; sei molto bravo a parlare molto senza dare troppe informazioni.”
“Nome matricola e data di nascita.”;-)))

Erano arrivati alla macchina, lui le prese il borsone e lo mise dietro, poi le tenne aperta la portiera dell’auto mentre saliva.
“Come sei cavaliere oggi.”
“Sarà colpa di mia nonna, quando sto un poco con lei poi ho di queste crisi.”;-)))
“Sei sempre il solito;-) Come stai?”
“Be’ mettiamola così tra te e mia nonna siete riuscite a farmi prendere una decisione.”
“Quale?”
“Visto che hai il dente avvelenato con la mia logorrea, ho deciso di seguire il tuo consiglio, che mia nonna ha trovato ottimo.Stamattina è terminato l’iter dell’inchiesta sul mio incidente, e visto che non mi hanno cacciato dalla Marina, ho fatto domanda per entrare alla facoltà di legge.”
“Te lo diceva anche McPride”
E Diane imitò la cadenza del professore.
“ Lei è sprecato in aula scolastica! Il suo posto è un aula di tribunale!”
“Te lo diceva quando ti mettevi a difendere qualche compagno, finito nei guai, a spada tratta.”

Harm rise all’imitiazione dell’amica.
“Sarà come dici, ma io credo che mi vedesse più come imputato, che come legale dentro quell’aula.”
“Effettivamente il nostro gruppetto non gli stava molto simpatico, chissà come mai?;-)))
Hai più sentito gli altri?”
“Sturgis è da qualche parte in Europa, ma non so con precisione, è un bel pezzo che non ci sentiamo; Keeter è sulla Coral Sea al largo del Golfo Persico, mentre Luke è stato assegnato a Miramar come pilota collaudatore, è sposato e ha un figlio Josh.”
“Luke padre, e collaudatore… sono molto fiera di tutti voi, ma di te in modo particolare, non è facile ricominciare rimanendo nell’ambiente che spesso ti farà rivedere ciò che ora hai perso.”
“Veramente ci ho pensato su parecchio, ma poi ho capito anche grazie a mia nonna, che il volo lo rimpiangerei comunque, in questo modo rimango comunque nell’ambiente che mi è più congeniale.”

Erano arrivati al suo appartamento.
“Grazie del passaggio, vuoi salire per un té?
“No, vai a rinfrescarti e a riposare un poco, passo più tardi a prenderti per cenare insieme, se non sei troppo stanca.”
“Stanca per cenare con il mio migliore amico? MAI!”
“Bene, a più tardi.”

Durante la cena parlarono del loro futuro, Harm torno sul discorso iniziato mesi prima in ospedale.
Diane gli diede corda e passarono la notte da lei.
Al mattino senti un tramestio in cucina, si alzò andò a vedere e c’era Harm che stava preparando la colazione.
“Che stai preparando di buono?”
“Una sana e nutriente colazione, tra breve dovremo partire per i nostri rispettivi incarichi.”

E così dicendo le mise in bocca un pezzetto di frittella, che aveva appena preparato.
“MMMM, come faro senza questo trattamento a S. Francisco, me lo spieghi?”
“Be’ tra un esame e l’altro posso venire a rifocillarti.”
“Vero! Sarà più dura quando sarò sulla nave, lì non potrai venire.”
“Almeno finche non sarò laureato; poi potrei venire ad interrogare una qualche guardiamarina che non si stia comportando molto bene.”;-)
“E questa come la chiami? Istigazione alla delinquenza?”
“Nooo, quale istigazione, al massimo suggerimento troppo disinvolto!”
“Harm, tu sei matto!”
“Hey, qui se c’è qualcuno di un poco folle sei tu, prima mi suggerisci di fare l’avvocato e poi quando io voglio trovare il modo di rendermi utile alla nostra causa mi rompi le uova nel paniere.”

Lei gli sorrise e si mise a mangiare di gusto quel che lui aveva preparato.
Nei mesi che seguirono Harm venne totalmente assorbito dagli studi (ne san qualcosa certi studenti che conosco) ; anche Diane non aveva molto tempo libero e finiva per non coincidere mai con quello di lui.
A volte le relazioni risentono della distanza, e questo fu il loro caso.
Dopo un po’ vivevano ognuno la propria vita lontani l’uno dall’altra.

SETTEMBRE ’93
Diane aveva ottenuto una licenza di due giorni e aveva deciso di fare una sorpresa ad Harm.
Solo che quella sorpresa fu lei, non era solo.
“Ti avevo sentito un poco distante nelle ultime telefonate, ma non credevo che…”
Non riuscì a terminare.

“Avrei preferito parlartene, ma per telefono non mi pareva il caso, insomma meglio parlarsi di persona, ma non volevo che lo scoprissi così.”
“Credevo fossi maturato dai tempi dell’accademia, e invece…”

Detto questo uscì sbattendo la porta, con le lacrime che le offuscavano la vista
Ma cosa credevo, che fosse veramente cambiato da quando faceva paio con Keeter!
Harm intanto si stava rivestendo di tutta fretta, per non farla andare via in quel modo, ma quando senti il motore della sua auto allontanarsi capì che era ormai tardi.
Quanto sono stato stupido, come ho potuto comportarmi in un modo tanto indegno, ora ho perso pure la sua amicizia, temo per sempre.

Passarono gli anni, Harm si laureò e inizio a lavorare per la procura militare, aveva una collega che stravedeva per lui, ma lui non aveva smesso di rimpiangere Diane; non che si fosse fatto mancare la compagnia femminile, ma erano storie brevi di scarsa importanza, come chi sta cercando qualcosa, o qualcuno.

Un giorno Harm e Meg (la collega) vennero mandati su di un incrociatore per investigare su un insubordinazione da parte di un marine nei confronti di un superiore.

Il sottufficiale Weston asseriva di aver solo atteso qualche secondo di troppo a fare il saluto e questo aveva fatto infuriare il suo primo capo, che lo aveva messo di servizio sul ponte; al che lui aveva risposto in modo sgarbato, e il superiore aveva chiesto che fosse fatto scendere, lui si era appellato al comandante che aveva preferito far intervenire gli avvocati dello JAG; il primo capo veniva da una famiglia importante e non voleva che la sua carriera ne risentisse.
Su quell’incrociatore c’era Diane; dopo quel giorno si erano visti una sola volta…

Flashback
Un mese prima

Una mattina Harm venne mandato ad investigare su un caso, si trattava di un probabile errore di un pilota, lui venne a saperne il nome solo arrivati alla base di Miramar, era Luke, morto durante un collaudo.
Harm non credeva che fosse stato un errore e nelle sue indagini tornò perfino a pilotare un caccia per riuscire a scagionare l’amico!
Diane era di Stanza a Norfolk, quando Harm rientrò lo passò a trovare.
“Ciao, ho saputo quel che è successo, mi dispiace così tanto, era un caro amico.Spero che alla moglie non sia parso inopportuno il mio biglietto.”
“No, anzi ha gradito che gli amici di Luke si ricordassero di lui, le ho raccontato quella dei tre moschettieri, ha detto che finche ci sarà chi lo ricorda lui sarà sempre con noi.”
“Non riesco a credere che non ci sia più!”

Diane inizio a piangere, Harm la prese tra le braccia, cercando di calmarla.
“Nemmeno io , ormai ci eravamo persi di vista, ma sapevamo che in caso di bisogno potevamo contare l’uno sull’altro.”

Lei si calmò un poco, ma rimase tra le sue braccia, adorava la sensazione di protezione che lui le dava.
Ho avuto anch’io le mie storie, ma alla fine l’unico con cui ho un forte legame rimane lui, nonostante il male che mi ha fatto quella sera di tre anni fa.

“Ora devo andare ho l’imbarco tra poche ore.”
“Non perdiamoci di nuovo, Diane, forse non me lo merito visto quanto sono stato stupido, ma tengo molto a noi.
Non ho avuto un gran bel modo di dimostrarlo, vero?”
“Probabilmente era il momento ad essere sbagliato, tu eri appena passato da una brutta esperienza e non abbiamo saputo, entrambi, affrontare molto bene il passaggio da amici a qualcosa di più.”

Incrociatore ORA
“Tenente Rabb, spero che lei e il tenente Austin siate comodi.”
“Tutto ok, tenente Shonke.”

Erano in un punto della nave abbastanza appartato e si misero a parlare.
“Sai ho ripensato a quello che mi avevi detto, non voglio più pensare a quella sera, voglio darti retta, anzi dar retta al mio cuore, ti voglio troppo bene per non darti un’altra occasione.”
“Saprò farmi perdonare, quando rientrerai avremo molto di cui parlare; non posso stare senza di te.”
“Anch’io, ma ora è meglio se ci allontaniamo o rischieremo di averlo noi un richiamo.”
“Ok,non è il caso di dar voce a pettegolezzi tu devi stare sulla nave per altri 3 mesi.”

Harm ritornò da Meg che si stava dirigendo dal primo capo per l’interrogatorio.
“Il primo capo ci aspetta, chi fa il buono e chi il cattivo?”
“Non credo sia il caso di tentare quell’approccio col primo capo, temo sia un osso duro, da qual che ho saputo si sente le spalle coperte e fa subire soprusi e angherie ai suoi sottoposti, questa è la prima volta che un comandante invece di punire chi lui tratta male, chiama noi in causa, si vede che ha tirato troppo la corda.”
“Ma gli altri comandanti perché lasciavano correre?”
“Non lo so, ma magari sono solo voci infondate.”
“Se lo pensassi non me le avresti nemmeno riferite!”
“Vero! Ma il dubbio è lecito, basta andiamo ad investigare.”
“Sissssignore.”

Meg era stata leggermente ironica a rispondere a qual modo ad Harm, ma erano amici e tra amici a volte ci si rende delle piccole libertà, la divertiva stuzzicare il suo collega, dal loro primo incontro quando erano stati in missione su di un sottomarino e lei non aveva detto di soffrire di claustrofobia…
mamma mia come si era incavolato quella volta!

Il primo capo scatto sull’attenti.
“Riposo, ci dia la sua versione dei fatti.”
“Il PO Weston ha mancato di fare il saluto e ad una mia rimostranza con annessa punizione ha risposto in malo modo.”
“Non è un po’ poco per chiedere che venga fatto sbarcare?”
“Ci vuole disciplina! Signore!”

Harm lo fissò, fino a che l’uomo non abbasso lo sguardo.
a me più che la disciplina tu fai venire in mente un povero frustrato, ma non lo posso dire!
“Certo primo capo, ma esistono punizioni più che adeguate per mancanze leggere senza rendere necessario l’intervento della procura militare.”
“Signore il comandante poteva decidere lui stesso una punizione, ma ha preferito rimettersi alla vostra indagine.”
“Sta forse criticando le scelte del suo ufficiale in comando?”
“ No signore, ho solo fatto presente che non sono io ad avere scomodato la procura.”
“Vero, ma se il comandante non avesse aderito alla sua richiesta lo avrebbe fatto, però.”
“Forse signore, dato che lo ha fatto lui, non lo sapremo mai. (NdA questa ci voleva, è la frase preferita di Harm;-)”
“Capisco, ritengo che non ci siano i presupposti per andare oltre con le indagini sul PO Weston, ma intendo aprire in inchiesta su di lei, trovo molto strano che ogni suo sottoposto abbia dei problemi.”
“ Lei, lei… chiedo il permesso di ritirarmi signore!”
“Permesso accordato, vada pure.”

Il primo capo si alzo dal tavolo coi lineamenti stravolti dall’ira, si vedeva chiaramente che non si aspettava di finire lui sotto inchiesta.
“Direi che lo hai colto di sorpresa, non temi le reazioni dell’influente famiglia?”
“No, quell’uomo può dare più problemi che altro alla Marina; sono troppe la lamentele nei suoi confronti; certo che il PO dovrà essere reguardito, ma lascio al comandante la scelta di come fare.”

Rientrarono a Washington, e proseguirono il loro lavoro come sempre, Meg venne ferita da un sicario, per fortuna se la cavò, anche se Harm in quell’occasione ebbe a che fare un po’ troppo per i suoi gusti con la Krennik (non mi piace quel personaggio si era capito?;-), ma dopo tre mesi finalmente ritornava Diane, e lui era al settimo cielo, non c’era Krennik che potesse guastargli il momento in cui l’avrebbe rivista.
Purtroppo per dei problemi di personale lei dovette accettare di andare su di una portaerei, la SeaHawk la settimana seguente, di solito stavano a terra più a lungo, ma quella volta proprio non poteva rifiutare.
Durante la settimana avevano passato ogni momento libero insieme.
Ora erano al porto era sera, lei era incantevole come sempre nella sua divisa bianca, con il copricapo che le copriva i capelli e lo sguardo felice di una donna innamorata.
“Diane, mi raccomando non far fare sciocchezze a qualche sottoposto per farmi salire su a controllare come ti comporti”;-)
Lei rise della vecchia battuta.
“Ancora con quella storia di salire su una portaerei con la scusa delle indagini…”
“Tra sei mesi dobbiamo parlare seriamente, molto seriamente.”

Si salutarono con un bacio.
(NdA il resto fatto in precedenza è VM18;-)
Lei si voltò a guardarlo con un sorriso.
Non disse niente sapeva di cosa voleva parlare, la casa che dovevano mettere su insieme, forse anche di matrimonio, ma al suo ritorno, inutile farlo quando lei era già con un piede sulla nave.

6 MESI DOPO
Harm arrivò in ritardo in ufficio, Meg stava già salendo in auto, lo chiamò.
“Vieni dobbiamo andare a Norkfolk.”

Salì in auto e lei iniziò a spiegargli ciò che sapeva.
“Stamani è stato trovato il corpo di un ufficiale, non si conoscono i dettagli ma pare si tratti di omicidio; era appena fuori la base quindi ci sarà in indagine sia da parte della polizia che dello NCIS.” (l’agente Turkey, Tacchino in italiano, ve lo ricordate? Certo che con Mark Harmon sono migliorati e di parecchio.;-)
Erano già al porto Mag disse il nome dell’ufficiale.
“Schonke, Tenente Diane Schonke.”

Harm sbiancò in volto, una morsa di gelo lo avvolse, scansò Meg e si diresse verso la barella su cui stavano portando via il corpo, sollevo il lenzuolo insanguinato e la vide.
Meg si avvicinò.
“La conoscevi?”
“Sì, era una vecchia amica, eravamo compagni in accademia…”

Dalla voce lo si sarebbe detto calmo, ma dentro di lui c’era una tempesta in atto.
Diane, NO NON È POSSIBILE.

Rivedeva il suo sorriso alcuni mesi prima, e sentiva dentro di lui qualcosa spezzarsi per sempre.
Ora CHE CI ERAVAMO RITROVATI! NON E’ GIUSTO!
Harm sentiva il gelo avvolgerlo, come una cappa che ti toglie il respiro, ma il suo lato razionale prese il sopravento.
Non devo far capire quanto sono coinvolto o non mi lasceranno indagare, voglio prendere il maledetto che ha fatto questo alla mia Diane, non posso lasciare le indagini agli altri.

Rientrato allo JAG la Krennik voleva appunto togliergli il caso, dato che conosceva la vittima, ma lui la convinse,era un bravo incanta serpenti dopotutto, che non si sarebbe lasciato coinvolgere dai sentimenti personali.
Mentre mentiva al suo superiore ripensava al colloquio avuto con Diane la sera precedente.

Flashback
Rispose al telefono era Diane all’altro capo.
“Ciao, ti secca se rimandiamo la cena, ho fatto più tardi del previsto e domattina mi devo alzare presto.”
“Va bene, mi spiace solo che non sono potuto venirti a prendere, ti avrei accompagnato a casa volentieri.”
“Non importa, il lavoro è lavoro, avremo tempo, da dopodomani sono in ferie per alcuni giorni, e mi aspetta un incarico a terra per i prossimi 4 mesi.”
“A domani allora, ti amo.”
“Anch’io, non sai quanto.”
Fine flashback

E invece non avremo più tempo, cosa è successo ieri sera? lei stava salendo in auto quando mi ha chiamato, gliela avevo portata io alla base il mattino. Chi l’ha aggredita?

Le indagini della polizia andavano nella direzione di un’eventuale storia gay, lui sapeva che Diane non lo era, così per togliere la collega di Diane dagli impicci ci fini lui, dato che saltò fuori la loro relazione, che lui definiva platonica e di amicizia, ma nessuno gli credeva, persino Meg arrivo a sospettare di lui, avendolo trovato strano al momento del ritrovamento del corpo.
Poi un ufficiale che lui aveva sospettato si tolse la vita, un suicidio che parve sospetto all’agente Turkey, che decise di arrestare Harm, per poi doverlo rilasciare per mancanza di prove.

Alcune settimane dopo Harm era nel piazzale della Casa Bianca a ricevere un onorificenza dal presidente Clinton, Meg aveva avuto una promozione, ed era andata a svolgere incarichi delicati in altra sede, pure la Krennik aveva altri incarichi, non meglio specificati.
L’ammiraglio Chegwidden era presente.
“Capitano, le presento il suo nuovo partner, mi aspetto che siate un ottima squadra.”
“Sì, signore!”

Una donna con la divisa verde dei marine, si voltò nella loro direzione, ed Harm rimase di sale.
Diane

Era la sua copia, una somiglianza incredibile, con una fitta di dolore rivide il sorriso della sua Diane fare capolino, e rimase a osservare la nuova venuta con gli occhi sbarrati.
“Capitano Rabb le presento il maggiore Sarah MacKenzie.Ma vi conoscete?”
“Sì”
“No”
“Mi scusi, no non ci conosciamo mi ricorda una persona che conoscevo.”
“Marine anche lei?”
“No, lei era in marina.”

Passarono i mesi e gli anni, Harm e Mac formavano un ottima squadra, a volte pareva che potesse nascere qualcosa di più, ma non era accaduto nulla tra di loro. (altrimenti avrei intitolato la fanfic Harm, Diane & Mac;-)
Una sera, due anni dopo l’omicidio di Diane, Mac passò da Harm, per discutere di un caso, ma lui se ne ra scordato, lei lo trovò strano, quando si accorse che stava uscendo con la pistola, si preoccupò.

“Dove stai andando con quella?”
“Nulla di importante.”
“Harm, ti conosco da un po’, che succede?”

Pareva che lui aspettasse solo una scusa per parlare con qualcuno di quello che aveva appena scoperto.
“Ti ricordi che ti avevo parlato di Diane? Oggi ho ricevuto questa lettera dai suoi genitori, hanno trovato una busta indirizzata a me nei suoi oggetti personali, era sfuggita loro quando avevano messo via le sue cose. Era la minuta di una lettera che intendeva mandarmi, c’è il nome del suo assassino.”
“Ma non si era ucciso?”
“Lo credevo anch’io, ma quel suicidio mi era parso sospetto già allora, ma mancando altre prove non ho potuto far nulla.”
“Quindi ora sai chi è stato, cosa intendevi fare, con la pistola.”
“Nulla, solo portarlo in carcere e magari fargli confessare il suo delitto.”
“Ti accompagno.”
“Va bene.”

Stava piovendo a dirotto, Harm disse a Mac di guidare lei, salì dal lato del passeggero, poi mentre lei
girava dietro all’auto lui si mise al volante e parti lasciandola in strada a guardarlo sfrecciare via.
Salì nella sua auto e visto che lo aveva perso si diresse allo JAG per cercare di capire dove stesse andando, Bud era sulla SeaHawk insieme a Diane e aveva contribuito alle indagini, le disse quello che sapeva, mettendo Mac sulla strada giusta; le consegno anche la divisa di ricambio di Harriett dato che la sua era fradicia e si stava buscando un accidente.

INTANTO HARM IN AUTO
ho trovato il tuo assassino Diane, non so cosa farò, ma devo essere solo; la tua lettera serve a poco, non è una prova…
Gli pareva di vederla mentre scriveva china nella sua cabina. (NdA Non rispecchia la vera lettera, quando ho scritto la ff erano passati anni dalla messa in onda dell’episodio e non me lo ricordavo, quando poi l’ho rivisto con le repliche ho preferito lasciare questa versione.

“Harm, è orribile quello che è successo, mi sento così sporca… tra poche ore sarò a casa e non mi sento di incontrarti subito, capiresti quanto sto male, non voglio che tu mi veda in questo stato. Scenderò tranquillamente da questa nave e domattina andrò a denunciare il verme che mi ha fatto questo, avrei potuto far partire la denuncia prima, ma tu saresti corso qui e non volevo… devo risolvere questa cosa da sola, spero solo di riuscire a dimenticare un giorno come mi sento adesso… sporca dentro e fuori e non c’è abbastanza acqua per lavarmi via questa sensazione, nemmeno con tutto l’oceano a mia disposizione.
Ti amo tanto
Tua Diane”

Era arrivato al porto di Norfolk, rimase in auto ad aspettare che scendessero tutti, passò un sacco di tempo, sapeva che il suo uomo sarebbe stato l’ultimo a lasciare la nave.
Quando lo vide scendere, si diresse verso di lui, bloccandolo sulla banchina.
“Tenente, Rabb se non sbaglio?”
“Sono qui per cercare di capire perché ha ucciso Diane Shonke.”
“Lei si sbaglia, l’uomo che l’ha uccisa si è tolto la vita dopo aver confessato di averla violentata a bordo.”
“Ha approfittato del fatto che quel tenente aveva tentato approcci con Diane, ma è lei che Diane intendeva denunciare, ho ricevuto oggi una sua lettera che lo prova.”
“Se fosse così mi avrebbe fatto arrestare, è venuto solo perché non ha che prove indiziarie”
“Forse è vero, ma so che ha atteso di essere sbarcata per andarla a denunciare, per non far aprire un inchiesta a bordo.”
“Lei non ha che un pugno di mosche in mano.”
“Non solo, ho anche questa e forse mi basta.”

Mentre diceva questa parole alzò l’arma che aveva con se.
“Non lo farebbe mai”
Mentre il comandante stava dicendo questa frase ed Harm pareva proprio intenzionato a far fuoco un grido in lontananza attirò la loro attenzione
“HARM NO, FERMATI, NON FARLO!”

Era Mac con la divisa di Harriett.
Il comandante sbiancò
“No…tu sei morta no no. non volevo io non volevo”

Pronuncio queste frasi sconnesse facendo dei passi indietro atterrito da quello che appariva come il fantasma di Diane e non si accorse che era arrivato ala fine della banchina, cadde in mare e fini schiacciato tra lo scafo della nave e il molo.

Bud corse a chiamare i soccorsi.
Mac rimase con Harm.
“Oddio, che fine orrenda!”
“Ha pensato che fossi lei…come mai questa divisa?”
“Harriett… Harm gli avresti sparato?”
“Non lo sapremo mai.”

Mentre diceva quelle parole si era avvicinato al suo volto, e la baciò.
Quando si stacco da lei era imbarazzato.
“Mac, io…”
“Lo so stavi baciando lei.”

Harm rimase pensieroso, aveva trovato l’assassino di Diane, ma il suo senso di colpa, per non esserci stato quando lei aveva bisogno, non se ne era andato via.
non lo so, stavo veramente ricordando Diane o questo è stato solo il mio ultimo tradimento nei suoi confronti…

Fine

Finisco la fanfic qui, visto che io intendevo solo scrivere di Harm e Diane.
Cercando motivazioni che giustificassero i blocchi del capitano, non che ne abbia trovati, ma chissà magari la mia fanfic farà da spunto ad altri che vogliano approfondire l’argomento, io un Harm & Jordan o Harm & Annie non lo scrivo;-) Buon divertimento.

Questa fanfic è stata scritta tra amici e segreti due e ricordi… in ricordi mi sa che ho fatto quello che avevo detto che non avrei fatto… coerente vero?

Sì, nell’incoerenza più totale.

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