Amici e segreti II, prima parte

Scritta tra il dicembre 2003 e il marzo 2004…a puntate

Revisionata, compattata e corretta nel maggio 2006 per una lettura più scorrevole.

Grazie a tutte quelle persone che con consigli, suggerimenti e critiche mi hanno spronata a far di meglio.
E un grazie speciale a chi si è riletta tutti i miei lavori nonostante gli innumerevoli impegni.

DISCLAMERS: I PROTAGONISTI DI JAG CHE SONO PRESENTI NELLA STORIA SONO DI PROPRIETA’ ESCLUSIVA DI DONALD P. BELLISSARIO. L’AUTRICE DEL RACCONTO LI HA PRESI IN PRESTITO PER PURO DIVERTIMENTO SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO…

N.d.A.: i personaggi che non esistono in JAG sono invece di proprietà di chiunque voglia divertirsi ad usarli.
Firmato
Rabb-it

Amici e Segreti II

UFFICI JAG

L’ammiraglio stava affidando i vari casi.
“MacKenzie e Rabb c’è stato un incidente in Nevada, la commissione d’inchiesta ha richiesto dei legali per interrogare il pilota e il radarista coinvolti. Là troverete l’avvocato della commissione d’indagine, preferiscono far intervenire anche noi per avere le spalle coperte.Studiatevi bene i fascicoli, sapete quanto questi fatti suscitino l’interesse dei media.
Roberts, lei dovrà occuparsi del caso del tenente Hoobart,a Patuxent River.”

Bud fu lesto a rispondere:
“Sì, signore!”

AJ prosegui.
“A quanto pare i piloti in questi giorni hanno deciso di darci filo da torcere.”

Mentre diceva questa frase guardò di sottecchi il capitano Rabb, che stranamente non alzò nemmeno gli occhi dal fascicolo che stava leggendo.
Ma guarda, che abbia imparato, finalmente che non può ergersi a paladino di tutto il mondo aeronavale? Era ora!
Se AJ avesse potuto leggergli nel pensiero, non gli sarebbe venuta certo in mente una cosa simile.
Cosa crede l’ammiraglio, che ogni volta che un pilota combina qualcosa io replichi di volerlo difendere? Stavolta si sbaglia, conosco la persona in questione, poi Bud farà un buon lavoro, anche senza che io m’intrometta.

Dopo pochi minuti tutti i casi erano stati assegnati, Harm e Mac partirono per il Nevada, sull’aereo parlarono del caso.
“Allora il tenente Stephany O’Donnel era in volo per raggiungere le postazioni di prova, quando è entrata in collisione con un aquila, questa avrebbe sfondato il cupolino, e lei e il RIO Alexander Jensen si sono dovuti eiettare.
Per fortuna l’aereo è precipitato in una zona disabitata, almeno non ci sono state vittime. Ma a certe altezze possono arrivare aquile? erano sui 10000 piedi.”
“È insolito, ma può succedere, magari era un aquila un po’ troppo avventurosa.”
“Harm, sii serio.”
“Lo sono, davvero. Io così in alto aquile non ne ho mai trovate, ma so di gente che ha evitato la collisione per un soffio, a quelle velocità poi ti lascio immaginare i danni che può fare, è un miracolo che siano riusciti ad eiettarsi.”
(allora chiariasco una cosa, non so se un volatile possa realmente arrecare un danno del genere su di un caccia, ma questa è una fanfic, giusto?in fondo SuperHarm ci ha abituati a cose ancora più inverosimili;-)
“Speriamo che la commissione chiarisca gli eventi, anche se non capisco che bisogno c’era di due legali.”
“Per le eventuali ripercussioni, siamo in guerra, non possiamo permetterci di perdere mezzi o piloti per una distrazione.”
“Questo lo so, ma non bastava uno solo di noi?”
“Ti secca lavorare con me? Da quando?”
“Non ho detto questo! Che cosa fai travisi quello che dico? Ti sei alzato col piede sbagliato stamani?”
“Giù le armi marine, volevo stuzzicarti e ci riesco sempre molto bene;-))”
“Sei sempre il solito;-))”

Mac decise che era meglio cambiare discorso.
“Hai sentito Peter da quando…?”
“Sì, ha gia detto tutto ai suoi, che strano, non riesco a non considerarli i suoi genitori.”
“È normale, credo.”
“Sai Dopo aver parlato con Patrick mi sono reso conto che uno dei motivi per cui Peter non aveva parlato prima era che temeva che io li potessi ferire, con qualche frase inopportuna o peggio.”
“Ti conosce così bene quel ragazzo!”
“MAC, come osi? Ok ok hai ragione a volte sono un elefante in un negozio di ceramiche…”
Come quando ho detto a Sturgis che chi è stato con te o è morto o desidera esserlo…bell’idiota!

“Bravo riconoscere i propri difetti è già un passo avanti. Torniamo al caso, che ne dici?”
“Meglio, decisamente meglio.”
E bravo furbo, perdi un’altra occasione per dirle ciò che provi, quando le sei vicino…ma sì dai, questo non è il momento!
Continuarono a parlare del caso, cercando di pensare a tutte le obbiezioni che poteva sollevare chi dirigeva l’inchiesta. Arrivati alla base, furono mandati in un ufficio in cui stava l’avvocato di cui aveva parlato l’ammiraglio. Harm sapeva bene quanto siano sfibranti e minuziose le indagini che seguivano gli incidenti.
[color=red] (Con tutte quelle fatte a lui e ce credo!!!!)[/color]
“Abbiamo fatto accomodare i tenenti O’Donnel e Jensen in stanzini differenti cosi che non si possano mettere d’accordo sul propinarci la stessa versione.”

Harm non fu d’accordo con il comportamento tenuto dal collega.
“Ma li avete trovati stamani e l’incidente è successo ieri pomeriggio, se si volevano mettere d’accordo potevano averlo già fatto, avrebbe potuto lasciarli almeno andare a riposare un poco.”
“Capitano le consiglio di occuparsi di ascoltare, il riposo se lo piglieranno dopo!”
Chi ti credi d’essere, voi piloti siete tutti uguali! Una cricca sempre pronta a difendersi!

Mac notò lo sguardo di sfida del giovane avvocato, ovviamente ce l’aveva su con i piloti, lei ed Harm avrebbero avuto vita dura.

Entrò il tenente O’Donnel, aveva un aria tirata, le occhiaie erano profonde, aveva passato la notte all’addiaccio e si vedeva che era allo stremo delle forze, decisamente una bella combinazione per sottoporsi ad un interrogatorio.
“Allora lai ha asserito che l’aquila le è giunta davanti all’improvviso, quindi è stato uno sbaglio del radarista?”
“No signore, il tenente Jensen mi segnalò che aveva un aquila sul radar ma non era sicuro della posizione perché continuava a scomparirgli dallo schermo.”
“Dunque l’errore di chi è stato?
Dopo l’eiezione ci avete messo molto a ripristinare i contatti tra di voi?”
“Ci ritrovammo a sera, e ci dirigemmo verso il più vicino centro abitato, la radio si era rotta e non potevamo comunicare con nessuno.”

L’interrogatorio prosegui per una buona mezz’ora, poi passarono a Jensen.
Egli pareva meno provato, ma Harm pensava che le condizioni peggiori della donna fossero da imputare al fatto di avere perso un aereo e non al discorso fisicità, sapeva come ci si senta di c**** quando non si riesce a stabilizzare quei motori e ti ritrovi a guardare dal paracadute mentre l’aereo precipita. Per il radarista è diverso, lui ha grosse responsabilità durante il volo, ma non quella di tenere su il (anche su questa domando scusa ad eventuali radaristi che leggono;-))Fu di nuovo l’accusa a parlare.
“Ci dica cosa è successo.”
“Stavamo dirigendoci verso la base eravamo a quota 10000 piedi quando ho iniziato a notare un fantasma sul radar, ne ho dato informazione al tenente O’Donnel che ha cercato di stabilizzare meglio l’aereo per permettermi di capire che era, purtroppo l’aquila ci è piombata addosso pochi secondi dopo, non abbiamo fatto in tempo.”
“Un fantasma ha detto?”
“Sì, signore. Pensavo ad un disturbo del radar, a volte capita.”

Anche per lui le domande durarono circa una mezz’ora, poi fu fatto accomodare di nuovo di là, sempre da solo.
“Bene comandante, colonnello, direi che abbiamo un problema. Li facciamo rientrare entrambi per un confronto?”

Fu Harm a rispondere.
“Va bene, ma vorrei ci fosse anche il loro superiore, so che doveva arrivare.”
Diamine, quando ci sono delle discrepanze è sempre un problema. Va bene almeno non li potrà accusare di essersi messi d’accordo.“Controllerò se è arrivato.”

Dopo pochi minuti entrava nell’ufficio il capitano di vascello Sinclair pareva molto preoccupato per i suoi ufficiali.
Harm e Mac si misero sull’attenti. [color=red](erano al chiuso e senza il cappello, non si fa il saluto in questo caso, vero?).[/color]
“Riposo, grazie di avermi fatto chiamare, so che per gli interrogatori separati non era necessaria la mia presenza, ma vorrei sapere che succede per dover fare un confronto tra i due dei miei migliori elementi.”
“Ci sono delle discrepanze nei resoconti dei tenenti, pare che il RIO stia cercando di proteggere il pilota, il confronto è necessario.”
“Iniziamo allora.”

Fu fatta accomodare Stephany, poi fu chiamato anche Alex, nell’entrare lo sguardo di preoccupazione che si scambiarono i due fu intercettato da Mac.
Erano entrambi preoccupati sulle condizioni del collega, è stato infame non farli almeno riposare un poco. Si vede lontano un miglio che sono distrutti.

Iniziò, dall’autore del trattamento, il terzo grado.
“Allora abbiamo un piccolo problema, lei Ten. O’Donnel dice che il Ten. Jensen le ha segnalato un’aquila, ma lui asserisce d’avere solo segnalato un fantasma, può spiegare questa diversità, le cuffie non funzionavano bene?”
Harm intervenne a moderare i modi dell’uomo.
“Lasci stare l’ironia! Tenente conferma la sua precedente risposta o ha delle spiegazioni diverse?”
La donna rivolse uno sguardo grato ad Harm.
“Ecco io, non potrei essere sicura che il tenente abbia parlato di un’aquila, forse ha detto davvero fantasma, ma sa nella concitazione che c’è stata dopo.”

Intervenne Alex, pareva scocciato con il pilota…
“Capitano posso difendermi?”
“Certo dica.”
“ Bè ecco il tenente O’Donnel ha sicuramente capito male, o nella sua presunzione ha inteso fantasma come aquila, se chiede agli altri radaristi scoprirà che tende a prevaricare chi sta dietro il suo seggiolino.
Se lei ha detto aquila non mi interessa, io sto dietro e io ho detto fantasma, glielo posso assicurare, mai e poi mai ho indicato un volatile sul radar se non quando è stato troppo tardi.”
“Quindi tutto si ricondurrebbe ad un errore causato dal radar difettoso?”
“Precisamente signore!”
Il legale si voltò verso il superiore dei due per chiedere conferme alla frase del tenente.
“Lei che ci dice capitano? È vero che il tenente O’Donnell tende a prevaricare?”
“Effettivamente a volte ho avuto sentore che il tenente tendesse a comandare anche dietro, ma questo non toglie che sia un ottimo pilota.”
La donna intervenne.
“Può essere che io abbia capito male, ora onestamente non riesco a ricordare con precisione.”
“Sta cambiando versione tenente?”
Le disse con un sorriso sarcastico.

Stavolta Harm si arrabbiò per i modi dell’uomo.
“La smetta, lei non sa cos’è eiettarsi! È più che comprensibile che il tenente sia confusa! Ritengo che ciò che abbiamo appreso renda superfluo un altro interrogatorio, appena avremo trovato la scatola nera sarà tutto chiaro.”

Mac guardò i due tenenti, era evidente che lei c’era rimasta molto male dall’aggressione verbale del compagno, ma pareva che pure a lui dispiacesse.
Tornò a concentrarsi su quello che stava dicendo Harm, era decisamente arrabbiato con quell’avvocato, meglio intervenire.
“Sono d’accordo col capitano quanto detto dal capitano Sinclair rende indispensabile attendere la scatola nera, ciò che hanno detto i tenenti combacia, l’unica discrepanza onestamente la ritengo irrilevante, lo stato di shok può lasciare confusi, se il tenente avesse potuto riposare sicuramente avrebbe ricordato meglio i fatti.”
“Va bene aspetterò la scatola nera.”
Mac ed Harm uscirono a prendere una boccata d’aria, i tenenti erano stati mandati a riposare, mentre attendevano il responso della scatola nera,trovata mentre eseguivano gli interrogatori.
Mentre passeggiavano non si accorsero di essersi avvicinati agli alloggi e senza volere sentirono delle frasi.

“Grazie mi hai proprio umiliata la dentro, credevo di potermi fidare di te e invece sei andato a tirare fuori la storia del mio precedente RIO quando tu sai bene che era lui ad avere problemi a prendere ordini da una donna.
Ti credevo diverso.”
“Senti ho dovuto farlo, il capo dell’inchiesta era deciso a farti a fettine, se non avessi attaccato con veemenza avrebbe pensato che nascondevo qualcosa, invece dicevo solo la verità, anche il capitano Sinclair ha capito e ha confermato la mia parola, pure gli avvocati del JAG hanno compreso che eri troppo stanca per un interrogatorio.”

Harm e Mac si guardarono, e si allontanarono.
“Tu che ne dici?”
“Che abbiamo sentito due colleghi litigare, io però penso che lui abbia detto la verità, in fondo quel legale era deciso a vederli affondare, vedrai che la scatola nera mi darà ragione.”
“Lo penso anch’io, certo che è strano, quel legale ce l’ha a morte coi piloti, secondo me dovrebbe cambiare mestiere.”
“bè tu sei quasi sempre troppo magnanimo nei loro confronti, anche se il più delle volte ai ragione.”
“Come il più delle volte? Non tutte?”
“Harm…fai la persona seria una volta tanto.”
“Ok sarò serio, se riusciamo a rincasare ad un orario decente ti invito a cena da me, ci stai?”
“Volentieri, dopo questa giornata anche il tuo pasticcio di pasta è benvenuto.”
“Come osi criticare la mia alta cucina?”
“Troppe verdure e troppa poca carne per i miei gusti, capitano ;-))”
“No, nel pasticcio di pasta la carne proprio non ce la metto.”
“Perché cucini anche carne?”
“NO, e lo sai, oddio se proprio non puoi farne a meno posso sforzarmi.” :-/
“No, va benissimo il pasticcio davvero.”
(shipper non esaltatevi ora li rimando a lavorare al caso;-)
“Secondo me non c’era bisogno di interrogarli prima di avere i risultati della scatola nera, bastava un rapporto, e poi se c’erano discrepanze da quanto mostrato dalla scatola nera sarebbe stato in quel momento il caso di procedere.”
Mac era concorde.
“Sono d’accordo con te, quel tale doveva avere dell’acredine personale per accanirsi in quel modo, ma credo che il Capitano Sinclair, non gliela lascerà passare liscia, se la scatola nera conferma la parola dei tenenti.”

INTANTO A PATUXENT RIVER

Bud stava terminando di interrogare il tenente Jessica Stevens.
“Allora ricapitoliamo, lei ha preparato i test da eseguire, era rientrata alla base per ricontrollare tutto una volta di più e ha trovato il tenente Hoobart, che stava lavorando al suo pc. Quando lei lo ha messo alle strette, la ha aggredita.
Ritiene inoltre che abbia modificato i precedenti test andati male, sospetto secondo me più che fondato.”
“Grazie signore, posso sperare che mi venga concesso di rifare i test? Ho un punteggio molto alto nonostante il tenente Hoobart, per fortuna non volavo sempre con lui.”
“Ritengo ci siano i presupposti per portare Hoobart davanti alla corte marziale, e sì credo proprio che dovrà rifare quei test, ora andò a parlare della cosa coi suoi superiori.”
“Grazie signore!”

IN NEVADA

I risultati della scatola nera confermarono le conversazioni avvenute tra i due, finalmente Harm e Mac furono liberi di tornare a casa, quando ecco che Harm vede Kate Summers. [color=red](ebbene sì, l’amica di Peter)[/color]
“Tenente Summers”
“Comandante Rabb, quanto tempo. Come sta?”
“Bene e lei? sapevo che era di stanza a Miramar, come mai da queste parti?”
“Dovevo esercitarmi con una collega e amica che ha avuto un incidente, poi partiremo, se è tutto concluso bene.”

Harm lesse la domanda tra le righe, lei sapeva che era un avvocato dello JAG ora.
“Conosce il tenente O’Donnell? La sua situazione ora è chiarita, non dovrebbe avere problemi.”
“Bene, ne sono felice. Siamo amiche di vecchia data, eravamo insieme ad Annapolis.”
“Ecco come hai conosciuto Peter, ma anche lui conosce il tenente?”
“Di vista si, una volta è passato a trovarci quando eravamo a Whithing Field per la scuola di volo. Ma l’unica del trio con cui so è rimasto in contatto sono io.”
“Trio? Però sempre in giro quel ragazzo.”
“Io, Stephany e Jessica, ops il tenente Jessica Stevens, era in vacanza e un’amico gli ha passato la passione del volo, a quanto ne so io;-))”

In quel momento arrivarono Alex e Stephany. Salvando Harm dall’imbarazzo di una risposta; lui ignorava cosa sapesse Kate, ma di sicuro Peter non le aveva detto che lui era suo padre, non raccontava in giro nemmeno di essere figlio adottivo, figuriamoci il resto.
I due tenenti si misero sull’attenti e salutarono il superiore.
“Buongiorno signore.”
“Riposo, vi sentite meglio? So quanto serva del tempo per riprendersi da certe cose.”
“Tutto ok signore, quanto prima saremo pronti a partire.”

Né Alex né Stephany ignoravano da cosa gli venisse tanta comprensione, il capitano Rabb era noto come eccellente avvocato e ottimo pilota, ma un poco sfortunato nel secondo caso, ma certo mai si sarebbero fatti sfuggire qualcosa davanti al superiore. Tutte cose da dire in privato a meno che di non volersi ritrovare a fare i mozzi su una nave anziché volare.

Harm e Mac salutarono i tre giovani.
Mentre si allontavano Mac, stranamente curiosa, domandò:
“Pensi che il Tenete Summers sia uno degli ufficiali che ha aiutato Peter?”
“Non lo so, è vero che quando è successo il mio incidente nel ’91 lo ha avvisato lei, e lo ha accompagnato a trovarmi.
“Come sapeva che vi conoscevate?”
“Penso glielo abbia detto lui, so che si conoscono da un pezzo, ma non ho mai chiesto come. Mi sa che sarò un po’ più curioso d’ora in poi.”
“Ancora più curioso! Povero Peter, non lo invidio”;-))
“Ma se sono un angioletto”;-))
;-)) “seeee”

Mac ed Harm rientrarono a Washington, sull’aereo lei si appisolò e lui si perse a guardarla.
Sono uno stupido, che ci vuole a dirle che l’amo, aspetto che arrivi un altro Brumby a portarmela via? So che anche lei prova qualcosa per me,ok, magari se mi apro scopro che è solo amicizia, ma così non posso continuare. Stasera avremo finalmente tempo per noi due.

Mac fingeva solamente di dormire.
Non riesco a starti seduta a fianco facendo finta di niente, se stasera non inizi tu un certo discorso, allora farò io il primo passo, per l’ennesima volta, ma questa sarà l’ultima.

Erano appena le 18 quando arrivarono, passarono dal JAG a chiudere i fascicoli e poi si dettero appuntamento a più tardi, Harm fece un giro ad acquistare le cose che sapeva gli mancavano [color=red](ma ve lo vedete voi in versione brava massaia; io sto ridendo ad immaginarlo;-)[/color]Mac andò a casa a cambiarsi.

Appartamento Harm
Harm si mise ai fornelli.
(Allora la ricetta è vera, ed è pure buona, a proposito grazie Claudia)
Allora la cipolla sta sfrigolando aggiungo i pezzi di peperone, zucchine, funghi,carote e piselli e lascio che addensi; le lenticchie devono bollire per 15 minuti, aggiungo la salsa di pomodoro alle verdure, e dopo vi metto insieme le lenticchie scolate. Uno strato di pasta uno di sughetto e un bel po’ di formaggio, nell’ultimo strato una bella spolverata di grana, e via in forno per mezz’ora.
(La pasta mi raccomando non mettetela cruda, giusto al dente;-)

Giusto in tempo il timer indicava la fine cottura e Mac suonò alla porta.
“Ciao, hai regolato il timer del mio forno per caso?”
“Scusa?”
“No, è che hai suonato e nello stesso istante suonava il timer, vieni dentro.”
“Harm non è che sei stanco per il volo insomma in una giornata ci siamo fatti Washington-Nevada e ritorno.”
“Ti sembro uno che si stanca di volare?”
“Sì, quando non sei tu a pilotare”;-))
“Buona questa, tu piuttosto hai riposato a sufficienza in volo?”
“Certo”
Bugiarda.
“Andiamo a tavola è pronto.”

Si misero a mangiare.
“Buono davvero, molto buono, o dici che è la fame.”;-)
“Preferisco ignorare le tue frecciatine sulla mia cucina.”

Andarono avanti a scherzare per tutta la cena, quando ad un certo punto Harm sembrò finalmente decidersi:
“Sarah, devo parlarti, è troppo tempo che mi tengo questa cosa dentro.
Lo sai che ho mille paure, non ne ho in volo o in aula, ma fuori di lì mi conosci, non riesco ad essere altrettanto sicuro di me.
Lo so che a volte sono stato capace di ferirti, ma la verità è che sono innamorato di te e non riesco proprio a continuare a comportarmi da amico, non mi sento di continuare ad essere solo questo per te.”
“Harm…”

Mac era rimasta senza parole, ci sperava, ma non riusciva a credere che lui lo avesse finalmente detto, e senza che lei lo spronasse.
“Che succede…ho sbagliato tutto, io per te sono solo un amico…non voglio rovinare la nostra amicizia…”

Mac lo zittì baciandolo, prima che rovinasse tutto con la sua logorrea da avvocato, quanto mai inopportuna in quel momento.

(Vi lascio immaginare il bacio
vi mancavano i miei momenti di censura?)

“Secondo te un amico lo bacerei così? Harm ti amo anch’io e se stasera non ti fossi deciso tu, mi sarei fatta avanti io…diamine siamo nel XXI secolo d’altra parte… ma cosa ti ha sbloccato?”
“Non ti chiederò perché non ti sei fatta avanti prima, me lo merito, ti ho lasciato troppo nel dubbio. Mi perdoni? Cosa mi ha sbloccato? non lo so, forse la situazione con Peter, una sua frase detta prima del nostro arrivo nel locale da te ed Erin, e la consapevolezza che è da stupidi gettare il tempo con mille dilemmi, io e lui abbiamo perso anni, per colpa del carattere chiuso di entrambi, non volevo capitasse lo stesso tra di noi.
(Troppo tardi capitano gli anni sono passati anche per voi!!!)
“Ricordami di ringraziare quel tesoro di ragazzo, ma che ti ha detto?”
“Mi ha fatto pensare al fatto che a te dico tutto, e non è solo amicizia una cosa così, almeno non da uno col mio carattere.”
“È strano, pure a me Erin ha fatto un discorso sul fatto che forse dovevo fare io la prima mossa, quei due ci hanno inquadrato bene direi…”
“Penso di si, ma che ne dici se li lasciamo fuori da questa stanza per oggi…”
“Poveri, vuoi chiuderli fuori con questo freddo.”;-))

Harm parve prendere tempo per riflettere sulla cosa.
“hemmmm, sì sono senza pietà!”

E nel dire questa frase stavolta fu lui a iniziare il bacio, solo che stavolta non si fermarono a quello…
ok basta VM18*******

Il mattino dopo:

Sarah stava dormendo appoggiata alla spalla di Harm, lui si era svegliato da un pezzo, in preda ad una strana inquietudine, ecco era successo lui e Sarah avevano fatto l’amore e lui si riscopriva spaventato.
Io la amo e anche lei ama me, perché allora quest’angoscia che mi toglie il respiro. Devo calmarmi andrà tutto bene.
“Marinaio, che ti succede?”
“Hey ci siamo svegliati, dormito bene?”
“Sì sei molto comodo, devo brevettarti…”
“Come, come? mi lasceresti far dormire altre?”
“Provaci, conosco dei bravi fisioterapisti per rimetterti a posto le braccine spezzate…”
“UHUH fai la dura eh?;-))”

Si stavano di nuovo scambiando coccole… quando:

DRIINNN DRIIIN DRIIINNN

“NO, io non sono in casa!”
“Dai Harm, non possiamo potrebbe essere il lavoro!”
[color=red](ma benedetta figliola e chi se ne fregaaaaaa, ok ok il lavoro è importante, ma a tutto c’è limite o no?)[/color]
“Ok, senso del dovere prima di tutto, vero marine?”
E dicendolo prese in mano la cornetta del telefono.
“Hello!”
Dall’altra parte c’era Tiner
“Comandante, mi scuso per l’ora, ma l’ammiraglio ha indetto una riunione urgente, vuole che lei venga prima stamani,
e mi ha detto di hem… di gettarla giù dal letto, mi scusi ancora.”

Harm riappese con malo modo.
“Ma che cavolo! Cono solo le 7…sarei arrivato in tempo…”
“Dove?”
“In ufficio, l’ammiraglio ha indetto una riunione e ha detto di svegliarmi, come se arrivassi sempre in ritardo…”
“HARM TU ARRIVI SEMPRE IN RITARDO!!!Non fare l’offeso adesso, certo che deve essere successo qualcosa per una convocazione del genere.Vado a casa a cambiarmi, stavolta sarò io a far arrabbiare l’ammiraglio, se non mi sbrigo!”
“Accidenti, un ultimo bacio, Mac, come ci comportiamo in ufficio?”
“Direi di tenerci questa cosa per noi per ora, se la cosa è grave sarà meglio non dare altri grattacapi all’ammiraglio non trovi?”
(peccato che l’ammiraglio tirerebbe un sospiro di sollievo, regolamenti a parte.)“D’accordo, allora niente baci in pubblico.”
E nel dirlo la strinse a se per un veloce bacio…
(ragazzi ho detto veloce volete darvi una mossa hei, ma come hei guardate che dico a voi STOP STOP questa scena cosi non va bene;-))

Veramente Mac c’era rimasta un poco male che Harm avesse già ripreso a chiamarla col suo soprannome e non più Sarah, ma forse era meglio così almeno non gli sarebbe scappato in pubblico, dove avrebbe dovuto rispondere a delle domande.

UFFICI JAG

L’ammiraglio era in attesa dei suoi sottoposti, aveva ricevuto pessime notizie in mattinata.
(Ho deciso di fare una mia versione dell’episodio pilota di NCIS)
Quando Tiner lo avvisò che era arrivato il Capitano Rabb lui pensò che anche tutti gli altri fossero arrivati, si sorprese nello scoprire che il colonnello doveva ancora arrivare, era andato nella sala riunioni e lei arrivo trafelata dall’ascensore.
“Colonnello, che le succede, non è da lei farsi battere in puntualità dal capitano?”
“Rabb è già qui? Allora avremo abbondanti nevicate ad aprile signore!”
“Mi spiace che ciò che sto per dirvi toglierà a tutti il buon’umore, è bello vederla sorridere, di nuovo.”
(che fa ammiraglio ci prova? Nooo non lei, per favore.)

Nella sala riunioni ora c’erano tutti, l’ammiraglio si sedette e prese parola.
“Ho avuto comunicazione che è stato ritrovato il corpo di un ufficiale del JAG, una donna, in stato di gravidanza, sto aspettando notizie che indichino di chi si tratti, ma abbiamo già cercato di rintracciare il Tenente Singer e non la si trova, temo il peggio.”
“Dov’è stato trovato il corpo?”
“Sulle rive del Potomac da due uomini andati a pesca, gli uomini dello NCIS stanno eseguendo le indagini.”
“Ma il tenente doveva essere a S.Diego!”
“COMANDANTE, NE SO QUANTO LEI!”
“Mi scusi signore, è che…”
Harm non terminò la frase.

L’ammiraglio riprese.
“Quando verranno gli agenti avranno bisogno di ogni informazione su chi frequentava il tenente, se si tratta di lei.”
“Non crede dovremmo fare un indagine interna al JAG, in fondo la Singer era un ufficiale della Marina?”
“No! Comandante sa forse qualcosa che non so?”
“No, signore!”
“Ora potete andare.”
Una volta fuori, Harm si diresse deciso verso il suo ufficio, senza nemmeno guardare Mac, che incuriosita lo segui.
“Harm che succede?”
“Non ora Mac, questa storia non mi piace… la Singer era partita per S.Diego.”
“E tu come lo sai?”
“L’ho accompagnata all’aeroporto, scusa ma voglio capirci qualcosa.”

Mac ci rimase molto male, stava succedendo qualcosa e Harm la stava chiudendo fuori, dopo quello che le aveva detto la sera prima non le pareva possibile, ma stava succedendo.
Harm, hai appena detto che di me ti fidi e ora questo, che ti sta succedendo? Sono di nuovo le tue paure? Credevo che dopo ieri sera si fossero dissolte, mi ero solo illusa?

La conferma che si trattava della Singer arrivò, nel primo pomeriggio, con l’agente Gibbs.
La sua intenzione era di interrogare quanti avevano avuto contatti con il tenente negli ultimi mesi, non era ancora chiaro da quanto tempo era nel fiume, ma aveva deciso di tenere le eventuali informazioni per se, visto che non sapevano ancora con precisione quali fossero i rapporti della Singer con i colleghi.
Erano nella sala riunioni, davanti a lui l’ammiraglio e alcuni degli ufficiali, che svolgevano il loro servizio allo JAG; Gibbs osservò con attenzione le loro reazioni alla notizia; sapeva di non doversi aspettare grandi cose, erano avvocati, e in gamba, bravi a dissimulare i loro pensieri in aula, non doveva essere molto diverso fuori.

“Dagli esami del DNA abbiamo appurato che si tratta del tenente Loren Singer, abbiamo bisogno della vostra collaborazione per ricostruire i suoi spostamenti nelle ultime settimane; devo chiedervi di non parlare tra di voi degli interrogatori, per…”

Harm lo interruppe
“Qui siamo tutti avvocati conosciamo la legge! E il tenente Singer non veniva più al JAG da mesi.”
“Lei risponde sempre per tutti i suoi colleghi? In ogni caso meglio mettere le cose in chiaro, è un indagine dello NCIS non del JAG!”
“Questa è una cosa di cui mi piacerebbe discutere!”
L’ammiraglio intervenne:
“Capitano! Credevo di essermi spiegato chiaramente stamani!”
“Sì, signore.”

Gibbs era rimasto molto sorpreso dall’atteggiamento del capitano.
Anche Mac era rimasta di sale all’uscita di Harm.
Che stai facendo? Vuoi che Gibbs sospetti di te per caso? Dopo noi dobbiamo parlare, sei riuscito ad evitarmi per tutta la mattinata, ma non intendo lasciare che tu mi chiuda fuori, qualunque cosa sia successa!
Dopo avere pensato questa cosa, le venne un nodo allo stomaco, no lei non pensava che Harm centrasse con la morte della Singer, ma che nascondesse qualcosa sì.

INTANTO A PATUXENT RIVER

Bud stava terminando il rapporto sul caso Hoobart, l’ammiraglio lo aveva richiamato a Fulls Church, per rispondere ad alcune domande.
Cosa posso sapere io del tenente Singer, l’ultima volta che l’ho vista era quando è passata dal JAG prima di andare in licenza per maternità, mesi fa. Ci penserò al rientro. Ora devo concentrarmi su questo rapporto, quell’Hoobart è un pessimo elemento, deve essere messo in condizione di non nuocere ad altri.
Entrò il tenente Jessica Stevens
“Tenente Roberts, volevo ringraziarla, so che deve rientrare d’urgenza.”
“Di nulla tenente, ho solo iniziato un indagine, il comportamento del tenente Hoobart è stato indegno, vedrà che presto potrà rifare i test che lui le ha falsato con la sua condotta scorretta, prevedo che tra pochi mesi ci sarà un ingegnere collaudatore in più in Marina, e con le sue capacità saprà farsi valere, e un pilota in meno, ma certi elementi è meglio perderli che trovarli, conosco un capitano, che è pilota, che gli avrebbe dato anche un aiuto fisico ad uscire dalla marina.”

Questo riferimento ad una scarpata nel posteriore, Bud sperava non giungesse ad altre orecchie, o sarebbero state le sue a venire tirate.
“Comunque sia, grazie, e se quel capitano che lei dice vuole venire a provare i test, ne sarei onorata.”
“Conosce il capitano Rabb?”
“Non di persona, ma abbiamo conoscenti in comune, non ci sono molti avvocati dello JAG che siano piloti con la sua esperienza, o sbaglio?”
“No, non sbaglia, chissà magari gli parlerò della sua proposta, so che quando si tratta di volare non rifiuta mai.”
[color=red] (forse farebbe meglio, visti i risultati!)[/color]
<chissà chi è che conosce il tenente e il capitano? Va be tra piloti è facile che si conoscano. E poi non sono affari miei.>
[color=red](Seeee Bud a chi lo racconti?;-)[/color]
“Ora devo andare. Buon proseguimento del corso tenente.”
“Grazie, signore.”

UFFICI JAG
Sera

Harm, si aspettava di venire interrogato per primo, vista la sua condotta nella sala riunioni, invece Gibbs inizio da altri, e lui arrivò alla fine della giornata tesissimo.
Cosa aspetta, lo so che il mio scatto di nervi lo ha incuriosito! Sono stato uno stupido, solo perché sono preoccupato per Sergeij che di sicuro non ha fatto nulla…allora perché non ho voluto parlarne con Mac… no lei non capirebbe, mi consiglierebbe di dire che forse il padre del bambino è lui e io di questo non sono sicuro, anche se è vero che l’atteggiamento di Sergeij quando tre settimane fa è passato a trovarmi mi ha un po’ stupito.

2 SETTIMANE PRIMA DA BEZZINGER

Harm era andato al locale dove lo aspettava suo fratello in compagnia della sua fidanzata, parlavano già di matrimonio, e lui si era sorpreso della celerità della cosa.
[color=red](già uno che aspetta 7/8/9/10 anni per dichiararsi non può che stupirsi se uno ci mette meno di un lustro.)[/color]

Approfittando di un momento che Galina era andata a rinfrescarsi, parlò a suo fratello della Singer.
“Ascolta, ma tu Loren l’hai più sentita da quando ti ha chiamato dal mio cellulare all’aeroporto?”
“No, perché avrei dovuto.”
“Le hai creduto quando ti ha detto che il bambino non era tuo?”
“Sì, perché tu no?”
“Non lo so, ecco era così strano tu e lei vi vedevate e…”
“Harm, se fosse stato mio me lo avrebbe detto, e poi non credo che Loren sia un tipo che avrebbe avuto problemi ad avere una relazione con un altro, tu non credi?”
“…sì penso di sì.”

UFFICIO HARM, oggi

Galina era arrivata in quel momento e lui non aveva più potuto chiedere nulla a Sergeij anche perché il mattino dopo era irrintracciabile e poi era rientrato in Russia.
È stato strano il cambiamento di Serjei, prima frasi come “lei è una persona sensibile, molto più di quanto voi non riusciate a comprendere” e poi le da della poco di buono, è atroce, come posso sospettare mio fratello. No, lui non ha fatto nulla!!!

Gibbs bussò all’ufficio di Harm
“Scusi se l’ho fatta aspettare, ma ho ricevuto ora una telefona da un mio collega devo andare subito alla sede, le secca se la chiamo io, domani, per la nostra chiacchierata?”
“Nessun problema, sarei comunque rimasto qui a lavorare, non mi ha fatto perdere tempo.”
“Allora a domani, buona sera.”
“Buona sera.”

Harm poté finalmente uscire dall’ufficio, non era vero che sarebbe rimasto, aveva una fretta di filarsela, perché non gli andava di chiamare Sergeij dal suo cellulare; solo che Mac lo raggiunse all’ascensore e scese con lui.
“Forse stasera non dovremmo stare insieme, Gibbs non mi ha ancora interrogato.”
“Harm, non parleremo del caso, mi pare così semplice.”
“No, senti evitiamo che ci possa trovare da dire.”

Mac rimase senza parole, non era lo stesso uomo di ieri sera quello che aveva davanti, e poi cos’era questa storia, evitiamo che ci trovi da dire, ma da dire chi….
“Va bene se preferisci così..io a casa mia tu a casa tua… ma Harm sta succedendo qualcosa e adesso sono io ad avere paura, cosa mi stai nascondendo?”
“Mac. Tu pensi che io centri qualcosa con la morte di Loren?”

Mac esitò una frazione di secondo ma per Harm fu più che sufficiente.
“No… certo che no…”
“Certo che lo pensi, credo sia proprio meglio che finché questa storia non sarà chiarita noi ci si eviti.”
“Harm… non puoi farmi questo.”

Ma lui era già salito in macchina, e sgommando si allontanò.
Non è vero, non è successo veramente… io lo so che lui non c’entra niente con la morte di
Loren e allora perché ho esitato, solo perché mi ha chiuso fuori dalla sua vita dopo avermi fatta entrare per un secondo?

Era salita in auto e si era diretta nella stessa direzione di Harm, soprappensiero, non notò la sua auto ferma vicino ad una cabina telefonica.
Harm era all’interno e cercava di mettersi in contatto con Sergeij, ancora incredulo all’idea che Mac aveva pensato che lui centrasse qualcosa, nemmeno si rendeva conto che il suo comportamento era assurdo, lui stesso sospettava di suo fratello.
Come ha potuto anche solo per un momento pensare che io sia coinvolto con la morte della Singer? Pensavo mi conoscesse.
Riuscì a prendere la linea.
“Serjei, mi senti?”
“Sì, disturbato, ma ti sento, che succede fratello?”
“Ascolta hai più sentito Loren da quando ci siamo visti l’ultima volta?”
“No, perché? Ha cambiato versione? Ora dice che il figlio e mio?”
“È morta. Pare sia successo alcune settimane fa.”
“Non penserai che io…”
“NO, NO ASSOLUTAMENTE, devo solo ricostruire i suoi ultimi spostamenti. E ho pensato che magari l’avevi sentita o vista.”
“No, l’ultima volta che l’ho sentita è stato a gennaio quando abbiamo parlato del bambino.”
“Ok, ora devo andare, stammi bene e salutami Galina.”
“Senz’altro. A presto.”


SEDE NCIS

Gibbs stava parlando col suo collega, Tony DiNozzo, degli interrogatori che aveva svolto finora.
“Ho lasciato per ultimo il Rabb, il suo atteggiamento non mi è piaciuto, ma non so se era solo coinvolto in una storia con il tenente. Parlando con Il tenente Roberts ho saputo che l’ultima volta che li ha visti insieme avevano avuto una discussione, ma si parla di mesi fa.”
“Ducky dice che l’omicidio potrebbe risalire a un tre mesi fa, il ghiaccio del fiume la avrebbe intrappolata, ecco perché non combaciavano i tempi, era al sesto mese quando l’hanno uccisa, non al termine della gravidanza. Come sarebbe ovvio se fosse morta da poco tempo.”
“Hai scoperto dove può essersi verificata l’aggressione?”
“Sì ho trovato tracce nei pressi di un ponte, da una prima ricostruzione direi che ha sbattuto il capo contro la ringhiera, forse quello è stato un incidente, solo che poi è stata gettata ancora in vita nel fiume, è morta annegata.”
“Trovata la sua auto? E i tabulati telefonici?”
“No, ma sto aspettando notizie a momenti. Per le telefonate stanno facendo dei controlli incrociati per vedere quali numeri chiamasse, pare che un numero che aveva chiamato alcune volte nei mesi precedenti sia ricorrente anche nel telefono di uno degli altri ufficiali del JAG, una chiamata da quel telefono proprio a gennaio.”

Gibbs si fermò dal portare il bicchiere di caffè alla bocca.
“Quale ufficiale?”
“Proprio Rabb, ho controllato è il numero di suo fratello, anzi fratellastro per essere precisi.”

Il bicchiere di caffè venne depositato in malo modo sulla scrivania.
“Non mi interessa l’albero genealogico del comandante Rabb, ma questa coincidenza me lo mette tra i sospetti.”

ALTROVE… nel frattempo
Intanto Harm a casa, si fece una doccia veloce e mangiò un panino, il pensiero gli andò alla sera precedente, decise che era meglio se quella sera andava a letto presto, ma il sonno non arrivava, gli pareva impossibile che solo la sera prima era abbracciato a Sarah, era tutto così lontano, guardava il telefono, ma non si decideva a prenderlo in mano.
Come abbiamo fatto a lasciare che l’omicidio della Singer si mettesse tra di noi? che cosa ci è successo, nello spazio di poche ore?
(Comandante… hai fatto tutto tu, come dico sempre dopo certe puntate di JAG Harm SVEGLIAAAAA!!!! Lo so la fanfic la sto scrivendo io e sto seguendo troppo la trama che ci sbologna il Don, però vi avevo avvisato che non sono proprio del tutto shipper;-)

Mac era nella medesima situazione, era stanca, frustrata e incavolata nera con Harm; un cocktail decisamente poco incoraggiante per la loro relazione.
Ma abbiamo veramente una relazione o per lui io sono stata solo un ennesima conquista, già stamani non ero più Sarah, ma solo Mac, di nuovo.
Mi sono messa nelle sue mani e adesso sono qui a domandarmi se ho fatto la cosa giusta, ha detto di amarmi, ma poi questo…

(Ok, lo so, Mac sarebbe molto più combattiva.;-)

MATTINO DOPO
UFFICI JAG

Harm era in ufficio, l’agente Gibbs lo aveva avvertito che nel pomeriggio lo voleva interrogare, quindi stava sistemando i suoi casi per avere il pomeriggio libero.
Arrivò Bud, era preoccupato che le sue parole all’agente Gibbs, sulla lite a cui aveva assistito, potessero mettere nei guai Harm, ma sapeva di non potergliene parlare.
“Comandante, lo so che non dovremmo parlare del caso Singer, ma…”

Harm interruppe l’amico prima che parlasse troppo.
“Bud lo hai già detto tu, non ne possiamo parlare, stai tranquillo l’agente Gibbs mi è sembrato uno in gamba vedrai che ne verrà a capo.Come sta Harriett? Com’è andata a Patuxent?”

Bud capì al volo.
“Sta bene signore, scusi se l’ho disturbata. A Patuxent River mi sono imbattuto in un tenente che ha espresso desiderio di farle provare a fare il pilota collaudatore, quando questa storia sarà chiarita, magari le farà piacere tornare in volo.”
“Non rifiuto mai di volare,se l’ammiraglio dà il nullaosta, non vedo perché no. Nessun disturbo, ora torniamo al lavoro.”
Povero Bud, lo so che mi ha visto discutere con Loren, ma è successo mesi fa, non vedo cosa c’entri.

Quello che Harm ignorava era che anche un’altra persona aveva assistito ad un suo litigio con il tenente Singer, Coats era da Bezzinger quando lui aveva messo alle strette la Singer sulla questione della paternità, arrivando persino a chiederle di affidare a lui il piccolo, convinto com’era che il padre fosse Sergeij, non voleva che lo desse in adozione, era veramente arrabbiato quella sera.

SEDE NCIS
Primo pomeriggio

Tony mise al corrente Gibbs degli ultimi sviluppi.
“Abbiamo trovato l’auto, ora aspetto il responso della rilevazione delle impronte, dei marines stanno ancora cercando eventuali tracce nei pressi del ponte dov’è avvenuta l’aggressione.”
“L’esame del feto? Ho appurato che il capitano Rabb ha fatto fare indagini sul tenente all’insaputa del colonnello MacKenzie, che seguiva il caso di fraternizzazione sulla Guadalcanal.”
“Ha escluso la paternità di Rabb o del fratello, ma può essere che lei ricattasse uno dei due.”

Gibbs scosse il capo davanti alla facilità con cui il collega scordava i dettagli.
“O ricattava il vero padre, il fatto che non sia uno di loro lascia aperti dei dubbi, per andare ad un processo è meglio che ce ne siano il meno possibile.”
“Interrogherai il capitano oggi?”
“Sì voglio sentirlo sul litigio avvenuto mesi fa, meglio farlo subito finché non hanno idea che il tenente era morta da allora, pensano che sia successo da poche settimane. Appena hai la risposta sulle impronte avvertimi.”

INTERROGATORIO HARM
Gibbs convocò Harm nella sede dello NCIS.
“Come mai, ha voluto interrogarmi qui?”
“Si trova meglio a farle lei le domande, vero?”
“Non sono abituato ad essere sospettato.”
(come no, con tutte le volte che è capitato, dovrebbe averci fatto il callo, ormai) “Chi ha detto che è sospettato?”
“Allora me ne posso andare.”

E fece per alzarsi, al che Gibbs prese in mano il telefono.
“Chissà che cosa dirà l’ammiraglio di un suo ufficiale che non collabora alle indagini.”

Harm torno a sedersi, guardando torvo l’agente Gibbs.
“Rabb, com’erano i suoi rapporti col tenete Singer?”
“Scarsi, solo strettamente di lavoro, non c’era quasi mai ragione di parlare d’altro.”
“È appunto il “quasi” quello che m’interessa. Rabb.”

Ad Harm il tono con cui Gibbs pronunciava il suo cognome fece saltare la mosca al naso.
(davvero professionale avvocato, complimenti)
“Capitano Rabb o comandante o signore, credo lei come riservista sia a tutti gli effetti membro della Marina.”
“Sono un agente speciale dello NCIS, non sono tenuto a riconoscerle i gradi, Rabb. Allora mi dica del suo ultimo incontro con il tenete Singer.”
“Niente di che, quattro chiacchiere tra due ufficiali.”

Gibbs inarcò un sopracciglio alla frase di Harm.
“Davvero? Niente a che vedere con suo fratello, immagino?”
“Che c’entra Serjei in questa storia?”
“Rabb, mi dica cosa è successo l’ultima volta che ha visto il tenente Singer!”
“Nulla, l’ho accompagnata all’aeroporto, e ci siamo salutati. Sto parlando dei primi dei gennaio.”
“Quando ha telefonato a suo fratello, una delle tante volte, curiosamente non lo ha chiamato ieri dopo avere saputo del decesso del tenente, strano, visto che pensava avessero una relazione.”

All’uscita di Gibbs Harm si alterò.
“LE HO DETTO DI LASCIARE FUORI MIO FRATELLO DA QUESTA STORIA!”

Gibbs non si scompose minimamente davanti all’ira evidente dell’uomo.
“Si calmi, con che auto l’ha accompagnata all’aeroporto?”
L’ho seguita con la mia, dovevo parlarle.”
“Davvero, strano eravate stati appena poco prima da Bezzinger.”

Harm ci rimase di sale.
Se sa di Bezzinger, è a conoscenza della lite, ma che diamine! È successo a gennaio, non può essere morta allora, io l’ho seguita all’aeroporto, sono salito nella sua auto e l’ho obbligata a parlare con Sergeij, poi me ne sono andato, e lei dev’essere partita per S.Diego.

Nella sua mente si rivide mentre tamburellava con le dita il cruscotto dell’auto mentre lei parlava al telefono.
Nel frattempo che Harm si arrovellava per capire che stesse succedendo arrivò Tony, con dei fogli, erano le risposte all’esame delle impronte, Gibbs si alzò e iniziò la formula che si usa in caso di arresto di un sospetto.

Harm lo interruppe, rinunciando al diritto di stare in silenzio. (e bravo furbo).
“Ma che cosa dice? Io non ho ucciso Loren! È in grado di capire quando una persona sta mentendo guardandola negli occhi? Me lo chieda!”
Gibbs, lo osservo per qualche istante, poi parve prendere una decisione.
“Lei ucciderebbe per suo fratello?”

Harm lo guardò, e non rispose.
Aveva ragione l’ammiraglio, quando mi ha detto di stare attento, io gli ho detto crede davvero sia così bravo? E lui mi ha risposto: “Mi fa venire in mente lei, capitano.

UFFICI JAG

Giunse la notizia dell’arresto di Harm, ci furono momenti difficili, Mac voleva andare alla prigione per iniziare da subito ad occuparsi della sua difesa, ma l’ammiraglio fu irremovibile.
“Non si può lei è direttamente coinvolta nel caso, devo far venire qualcuno da fuori, ogni avvocato di questa sede deve limitarsi alla testimonianza che dovrà rendere al processo.”
“Ma ammiraglio, si tratta del comandante Rabb.”
“COLONNELLO, DEVO GIÀ TOLLERARE I COLPI DI TESTA DEL CAPITANO, NON MI FACCIA RIPETERE DEGLI ORDINI!”
“Mi scusi, signore!”

Col cuore gonfio d’ansia Mac tornò nel suo ufficio.
Non ho nemmeno potuto parlargli, dopo la discussione di ieri sera, noi…

Le venne in mente di avvertire Peter, sperava di convincerlo a non mettersi nei guai, se AJ avesse saputo che era figlio di Harm lo avrebbe fatto avvertire, ma lei era la sola dell’ufficio a sapere.
“Ciao Peter, ascolta hanno arrestato Harm, non fare stupidaggini, lui per indagare per conto suo si è messo nei guai, e temo che se l’ammiraglio ti vedesse qui, non sarebbe tenero.”
“Ok, resto qui, ma tu tienimi aggiornato.”
“Avevi parlato con Harm ultimamente?”
“Ieri sera mi ha chiamato, so che avete avuto una discussione.”
“Va bene, ci sentiamo allora.”
Harm ha parlato a Peter di noi due? O gli ha solo detto che abbiamo avuto una lite? Va bè ora non è il momento di preoccuparsi di questo, devo sapere come sta! Deve aver temuto che lo arrestassero per avvisare Peter, quasi sicuramente per dirgli di stare lontano da Washington D.C.

INTANTO DA PETER
Peter sapeva di doversene stare tranquillo, Harm ieri sera era stato categorico.

“Nei prossimi giorni succederanno un po’ di cose, tu rimani lì, stavolta non potrei aiutarti se ti cacci nei guai.”
“ Scusa, ma non puoi spiegarmi a grandi linee che succede? Così sto più tranquillo.”
“No, ti spiegherò quando sarà tutto finito, ma voglio la sicurezza che non verrai, l’ammiraglio non la prenderebbe bene.”
“Mac, cosa dice?”
“Abbiamo avuto una discussione, ma tra qualche giorno verrò a trovare te ed Erin e vi spiegherò tutto di persona. Ora prometti che non verrai a Washington.
“OK, lo prometto, ma non mi piace.”
“Lo so.”

IN PRIGIONE

Harm aspettava l’avvocato che lo avrebbe difeso. Era preoccupato, sapeva che potevano esserci problemi a farlo seguire da un avvocato dell’ufficio dove lavorava lui, erano tutti coinvolti, perché conoscevano sia lui che la Singer. Non potevano essere avvocati e testimoni nello stesso tempo.
(Sarà…)

Sturgis aveva convinto l’ammiraglio, lui avrebbe potuto difendere Harm, non aveva nulla da dire sulla Singer, a parte che non era una bella persona, ma questo non conta molto in un processo per omicidio, e almeno Harm avrebbe avuto un amico vicino.
“Ciao, non pensavo avrei visto una faccia amica.”
“Sarebbe voluta venire Mac, ma è una testimone dell’accusa, io invece ero fuori quando la Singer è venuta al JAG l’ultima volta quindi nessun coinvolgimento. In ufficio sappiamo tutti che c’è stato un errore.”
“Grazie, chissà se siete davvero tutti con me… il guaio è che sono stato visto litigare con Loren poche ore prima della sua morte, ma quando io l’ho lasciata stava bene, doveva prendere l’aereo, penso per S.Diego.”
“Certo che siamo con te, che ti prende?”
“No, niente, dimmi tu che altro sai.”
“L’auto non era all’aeroporto, deve essersi allontanata, magari con il suo assassino, solo che lui non ha lasciato impronte. Perché hai cercato di sviare le indagini?”
“Non volevo coinvolgere Sergeij… sapevo che non aveva fatto nulla di male, ma sarebbe stato sospettato.”
“Ma nemmeno quando hai capito che le indagini si riferivano a mesi fa e lui era in Russia?”
“Ho capito tardi che si trattava di mesi, e non ho ragionato molto lucidamente, temo.”
“Non è da te. Harm non lo nego sei una brutta situazione, la rabbia è il tuo movente, avevi l’occasione e non hai un alibi. Devo sapere tutto quello che è successo quel 6 gennaio.”

SEDE NCIS

Gibbs e Tony stavano osservando un oggetto, era sporco e lacero, ma si vedeva ancora bene di che cosa si trattava, era un cappello da ufficiale di marina.
“Hai detto che era a un centinaio di metri da dove la Singer è stata gettata nel fiume, voglio delle analisi dettagliate, dobbiamo risalire al proprietario.”
“Pensi sia del capitano?”
“Sì, ma non sono così sicuro che sia lui il nostro uomo, ieri ho davvero avuto la sensazione che temesse solo nel coinvolgimento del fratello, forse l’unica accusa che gli possiamo rivolgere e di intralcio alle indagini.”
“Ma le sue impronte nell’auto?”
“Se ha detto la verità, sono spiegate, vediamo un po’… Lui aveva scoperto che si vedeva col fratello, ma noi sappiamo che il padre del bambino è un altro e non è Rabb, vediamo se troviamo tracce di altre relazioni del tenete Singer.”
“Ok, porto questo al laboratorio e vado a fare un supplemento di indagini.”

UFFICI JAG

Mac stava tentando di concentrarsi sul lavoro, ma i suoi pensieri era da tutt’altra parte.
Chissà come sta, spero abbia capito che non potevo andare io, non voglio che pensi che lo credo colpevole di qualcosa. Ma perché tutto questo, quando finalmente ci eravamo confidati i nostri sentimenti?

Arrivò Sturgis, aveva svolto la prima parte del suo lavoro, ora doveva ordinare tutto, per preparare una buona difesa.
Evitò di fermarsi da Mac, immaginava quel che voleva sapere, ma non se la sentiva di affrontare la donna del su migliore amico, visto lo stato d’animo dell’amico poi…
Si limitò a dirle un veloce “sta bene” passando.

Si mise al lavoro:
Allora Harm ha detto che ha lasciato, la Singer all’aeroporto, ma la sua auto era in un parcheggio vicino al ponte dove è stata uccisa, devo scoprire con chi è andata lì, o con chi aveva appuntamento.

PRIGIONE qualche giorno dopo

Gibbs era andato a parlare con Harm.
“Suo fratello, non era l’unico con cui la Singer aveva una relazione, quest’altra persona potrebbe avere cercato d’incastrarla. E lei gli ha facilitato il compito.”
“Che altro avete? Le mie impronte ve le ho spiegate, io non ho ucciso la Singer!”
“Sto cominciando a convincermi che dica la verità, so che questa persona è stata al JAG un mese fa, ha motivo di avercela con lei, per qualcosa?”

E così dicendo mise sul tavolo una foto che Harm guardò per alcuni secondi.
“Il capitano Lindsey? Ma che cosa? Certo che ha acredine nei miei confronti, io sono stato promosso e lui no, e altre meschinerie fatte nell’ultimo mese. Ha cercato di infangare l’intero ufficio dello JAG.”
“Potrebbe avere preso il suo cappello?”
“Il mio cappello?”

Harm si ricordò della visita che Lindesy aveva fatto nel suo ufficio e rivide il capitano mettere giù il cappello a fianco del suo e poi prendere quello sbagliato quando uscì.
“Sì, ora mi ricordo, me l’ha fatta davanti al naso.”
“Lo sta interrogando il mio collega nell’altra stanza, anche grazie alle indagini che ha svolto il suo collega, tra poco lei sarà libero.”

UFFICI JAG
La notizia della liberazione di Harm e dell’arresto di Lindsey venne accolta con gioia, lui andò dall’ammiraglio a chiedere alcuni giorni di licenza.
“Dovrei andare al matrimonio di mio fratello, sono il suo testimone.”
“Siamo sommersi di lavoro, ma non posso negarle una licenza con quello che ha passato.”
“Grazie signore!”

Salutò gli altri, e promise a Bud di farsi presto sentire per la storia di Patuxent River.
Mac era impegnata come giudice in una causa e lui ne approfittò per andarsene senza una parola.
[color=red](Decisamente da s****)[/color]

“Cosa se ne è già andato!”
Mac era in caffetteria con Coats.
“Sì, ha scherzato sul fatto che la mia testimonianza poteva costargli cara, ma che se avessi mentito per aiutarlo lo avrei deluso, e ci ha salutati. Pensavo che vi foste salutati prima, per questo non ho dato peso alla sua assenza.”
“No, quando è arrivato è andato dritto dall’ammiraglio e io dopo sono andata in aula.”

Era molto delusa dal comportamento di Harm, ma decise di affrontarlo quando fosse tornato dalla Russia.

UNA SETTIMANA DOPO
A CASA DI PETER ED ERIN

Harm era tornato dal matrimonio, aveva raccontato a Sergeij di Peter, e aveva deciso di rientrare un po’ prima per poter scambiare quattro chiacchiere con suo figlio.
“Ora sai tutto quello che è capitato.”
“Quello che ancora non mi hai spiegato è cosa è successo con Mac, mi hai detto che avete avuto una discussione, ma lei era molto preoccupata, quando l’ho sentita.”
“Lascia stare, ha pensato che c’entrassi con l’omicidio… dopo che io… che noi…”

Peter rimase di sasso, non aveva mai sentito Harm esitare in quel modo
È successo qualcosa, non me la racconta giusta.
“Scusa, ma anche tu hai avuto dei sospetti su tuo fratello, che c’è di strano se lei ha avuto dei sospetti, mi hai detto tu che ti sei comportato in modo decisamente anomalo.”
“No senti lascia stare, non è il caso di parlarne.”

“Giusto secondo me dovresti parlarne con me.”
“Ops, vi lascio soli, ciao.”

Peter entrò in casa, lasciando i nostri due eterni indecisi in veranda, Erin stava correggendo dei compiti.
“Dici che ho fatto male a dire Mac che Harm sarebbe venuto qui?”
“Non credo, devono chiarirsi, e in ufficio non possono.”
“Speriamo bene, Harm mi è parso incavolato,e un po’ irragionevole.”
“Irragionevole dici, ma pensa e io che mi domandavo da chi avevi preso”;-)
“Io non sono mai irragionevole, va be’ quasi mai.”
“Ecco cosi va meglio.”

FUORI IN VERANDA

“Come sapevi che ero qui?”
“Non ha importanza, ti volevo parlare lontano dall’ufficio, sei bravissimo a nasconderti dietro al lavoro.”
“Temi i commenti?”
“Harm, come puoi dirmi che mi ami una sera e il giorno dopo detestarmi per un momento di esitazione. Io lo sapevo che tu non avevi fatto nulla, ma ci stavo male per come ti comportavi.”
“Ero preoccupato che tirassero in causa Sergeij solo perché aveva avuto una relazione con Loren.”
“Ti avrei potuto aiutare, ma come al solito il grande Harm deve fare tutto da solo, scommetto che dopo arrestato avresti voluto me anziché Sturgis, e magari hai pure pensato che se non venivo era perché ti pensavo colpevole…”
“No sapevo che non avresti potuto venire, anzi ero sorpreso pure che fosse venuto Stu. E sì volevo risolvere le cose da solo, ero arrabbiato con te per la tua reazione, e non volevo mettere a rischio anche la tua carriera.”
“E darmi un po’ più di fiducia, no? Non ho bisogno che tu mi protegga, ma ho bisogno che tu sia sincero, cosa c’era di vero nelle cose dette quella sera?”

Harm rimase in silenzio, sapeva di aver sbagliato a non volerle parlare appena rilasciato, stava lasciando di nuovo che lei si allontanasse.
No, stavolta no!
“Sarah, ero sincero quella sera e lo sai! Ok non mi sono comportato bene, ma ero spaventato, non so nemmeno io da cosa…”
“Pure io, forse siamo andati troppo in fretta?”
[color=red] (Scusate, lo so che sono dialoghi patetici, ma sti due ne fanno anche di peggiori…a volte! vero?)[/color]
“In fretta? Non direi… se hai ancora voglia di sopportarmi, io vorrei ricominciare.”
“Non so, ci devo pensare…”
“Sarah….”

Lei rimase pensierosa per dieci secondi circa… forse meno.
“Ok, ci ho pensato a sufficienza, ma lasciami fuori dalla tua vita un’altra volta in questo modo, e….”

Non la lascio finire, la strinse a se e la baciò.
Se non fossero stati all’aperto…
Parlarono per un po’ di come dirlo all’ammiraglio, di come affrontare i colleghi, e poi gli venne in mente che dentro quella casa, c’erano due persone che sicuramente erano in attesa di notizie.

Entrarono, Erin era ancora alla prese coi compiti dei suoi allievi, mentre Peter stava cucinando.
“Cosa mi stavi dicendo prima? Che avevi parlato con Mac? Grazie!”
“Ma ha fatto tutto da sola, mi ha chiesto se eri passato a trovarmi e io le ho detto che saresti venuto dopo il matrimonio di Sergeij.”

Non c’era bisogno di chiedere come fosse andata, Harm teneva Mac stretta a se. Molto stretta;-).

Ripartirono la sera stessa, una volta a casa, quella di Mac, Harm le spiegò della richiesta di Bud.
“Il tenete Stevens, ricordi l’amica del ten. Summers? Ha detto a Bud che sarebbe stata felice di rifare i test, che Hoobart le ha falsato, con me. Voglio chiedere all’ammiraglio il permesso di questa prova.”
“Ma un pilota collaudatore non deve fare un corso specifico?”
“Soprattutto deve saper volare. E a parte qualche incidentino di percorso, me la cavo niente male.”
“Lo so, ma non posso fare a meno di preoccuparmi, lo hai visto anche alla cena di Natale com’ero in ansia. Però so quanto ami il volo, e non mi metterei mai tra te e gli aerei…perderei.”

Lui la guardò e distese il volto in un sorriso.
“Non esserne così sicura, è vero amo volare, ma tu mi fai volare più in alto, se non vuoi non vado.”
“No, vai, io sarò a terra ad aspettarti.”
So che è sincero, non mi serve altro.

PATUXENT RIVER, alcuni giorni dopo.

A terra Mac stava seguendo il test, dalla postazione che seguiva gli spostamenti dei due caccia. Su uno volava Harm con il tenente Jessica Stevens, sull’altro i due istruttori, quello dei piloti collaudatori e quello degli ingegneri, i capitani Paul Rowan e Todd Allen.

Intanto sul primo caccia:
“Ancora un test sul volo rovesciato ed abbiamo finito, capitano.”
“Di già? Come “vola” il tempo quando ci si diverte.”
“Ha ragione!”

Mac da terra seguiva i dialoghi:
Ma sentitelo! Il tenente non avrebbe potuto rifare i test con uno degli altri piloti, per via delle valutazioni, ha avuto una bella idea Bud a chiedere ad Harm. Io sto un po’ in ansia, ma lui lassù è felice.

“Test riuscito può stabilizzare l’assetto di volo.”
“Stabilizzato, ottimo test tenente, direi che la Marina ha un ottimo ingegnere collaudatore, o mi sbaglio signore?”

La domanda era rivolta all’istruttore che volava dietro di loro a seguire le evoluzioni.

“Se quello che ho visto verrà confermato, come credo, dalla strumentazione, penso che lei abbia ragione capitano. Complimenti anche a lei però, per non essere un pilota collaudatore se la cava davvero bene.”
“Grazie signore!”

Una volta a terra, Harm e la Stevens parlarono più liberamente.
“Erano davvero degli ottimi test, difficili da eseguire, ma se fossero semplici servirebbero a poco; per testare le capacità dei nostri aerei, occorrono decisioni rischiose.”
[color=red](piccola nota personale, a volte troppo!)[/color]
“La ringrazio capitano, se il tenente Hoobart l’avesse presa come lei, non sarebbe successo nulla ed entrambi ora festeggeremmo la promozione al corso.”
“Una persona simile, solo capace di dare la colpa ad altri e mai di prendersi la responsabilità delle sue azioni, non merita nemmeno che ci sprechiamo a considerarla. Lo ignori e vada avanti per la sua strada.”
Come faccio io con Lindsey, gli hanno dato 6 anni e avrei voluto spaccargli la faccia, ma a che sarebbe servito? meglio andare avanti e dimenticarselo.

“Ora capisco che intendeva Kate, quando diceva che era stata fortunata ad averla come compagno di squadriglia al suo primo incarico su una portaerei.”
“Ricambio la stima, è stata una delle prime donne ad essere ammessa in combattimento e ha dimostrato subito di che pasta era fatta. Ora so che lei e il tenente O’Donnel sono di nuovo in missione.”
“Già, mi ha detto del vostro incontro in Nevada, curiosa la vita a volte.”

Mentre parlavano erano arrivati davanti a Mac.
“Colonnello! Ha notizie per noi?”

Il tono di Harm era formale, in servizio non potevano mica comportarsi come due innamorati, ma gli sguardi erano liberi, per fortuna
“Sì Capitano! Da quanto ho sentito dagli istruttori, il test del tenente è passato da un non valutabile a un eccellente, direi che ora è ufficialmente un ingegnere collaudatore.”
“Bene, congratulazioni tenente, e il mio di voto?”
“Non classificabile!Non essendo un allievo, dovrai accontentarti di una pacca sulla spalla.”
“Se può servire, le dirò che è stato il miglior pilota con cui ho volato, secondo solo all’istruttore, il capitano Rowan.”
Ma ho anche dei motivi anche personali per ritenerlo il miglior pilota, solo non ve li posso certo dire;-)
“Un onorevole secondo posto, direi che non posso proprio lamentarmi…”

Mac parve improvvisamente interessata alle nuvole.
Poverino, il secondo posto, lo so io cosa sta pensando “ma come solo secondo? io, Harmon Rabb Junior”

Ad Harm non sfuggì l’espressione di Mac, le sorrise.
“Colonnello, possiamo andare?”
“Certamente, è stato un piacere tenente, in bocca al lupo.”
“Crepi, il piacere è stato mio, buon rientro.”

Mentre rientravano, Harm stuzzicò un poco Mac:
“Allora, visto che mi si apre davanti pure la carriera di pilota collaudatore?”
“Fossi in te non tirerei troppo la corda; l’ammiraglio stavolta è stato magnanimo, dopo la licenza ti ha permesso di tornare in volo, ma da adesso avrà bisogno del nostro massimo impegno.”
“Lo so, immagino anche che più salgo nella scala gerarchica e meno avrò a che fare direttamente coi casi, figuriamoci volare.”
“Adesso non buttarti giù perché è stata ventilata una tua probabile promozione, dovresti esserne felice.”
“Lo sono, e a te come và con la tua nomina a giudice, presto non più solo temporanea?”
“Sono un po’ preoccupata.”
“Come preoccupata? Sei un giudice coi fiocchi!”
“Grazie, ma a volte temo che, quando c’è un avvocato che conosco in aula, potrei essere poco obbiettiva.”
“Non conosco persona più obbiettiva di te. E poi mi sembra che mi hai sempre messo al mio posto quando mi allargavo troppo.”
“Ma sei tu che non sei obbiettivo ora, sei sfacciatamente di parte”;-)).
“Lo confesso, ho un insanabile conflitto di interessi, ma lei Vostro Onore, può aiutarmi a risolverlo.”
“E come?”
“Accettando di dividere la tua vita con me, Sarah vuoi sposarmi?”

Dire che Mac era sorpresa è dire poco.
Sono passati pochi giorni, non è che andiamo troppo in fretta? (dopo tutti questi anni?E che non sapevo ancora quanto in fretta li avrebbe fatti andare il Don nell’ultima puntata!)
Ma la risposta poteva essere una sola.
“SÌ.”
“Avrei voluto chiedertelo in un altro modo, ma mi è venuto spontaneo.”
“Mi piace quando ti lasci andare, ormai dovresti saperlo.”
“Dovremmo cercare casa, il mio appartamento è troppo piccolo.”
“Il mio è più grande che ne dici di trasferirti da me?”
“Sì, all’inizio può andare, ma poi, insomma abbiamo un certo patto da rispettare, ricordi? Lo so che non sono ancora passati 5 anni.”
“Non ho niente in contrario ad anticipare i tempi.”
“Come dici che la prenderanno in ufficio?”
“Sanno già che stiamo insieme, e pure che siamo legati da anni, non credo che troveranno il fatto che ci sposiamo una cosa così sorprendente.”
“Vero. Però voglio prima dirlo a Peter e a Sergeij.”
“Certo e io avviserò mio zio Matt e Chloe.”


UFFICI JAG, una settimana dopo i test

L’ammiraglio aveva fatto chiamare Harm e Sturgis per un caso.
“Abbiamo un problema in una delle nostre basi: un caporale dei marines, William Hughes, è stato accusato di lesioni gravi nei confronti di un civile. Lui accusa un altro civile presente in quel momento, purtroppo la persona ferita è grave e non può chiarire l’accaduto, occorrono indagini accurate, siamo in un momento molto delicato.”
“Chi è la persona aggredita?”
“Un insegnante, il figlio del caporale frequenta una scuola esterna alla base, il civile è padre di un altro ragazzo.”

Harm chiese quale fosse la base in questione.
“La base di Galveston”
(Non ho idea se esista o meno una base della marina a Galveston, ma non mi pareva il caso il caso di visitare il sito della Marina USA per chiedere dove hanno le basi,magari fraintendevano le mie intenzioni;-)).
“Chiedo scusa, il nome dell’insegnante?”
“Erin Bauer.Capitano che succede.”

Harm era impallidito.
“La conosco. È la moglie di Peter Thompson.”
“Quel Thompson?”
“Sì, Signore.”
L’ammiraglio non sa ancora niente di Peter, ed è meglio così, non mi affiderebbe il caso se sapesse che è mio figlio.

“Pensa ci siano problemi a seguire questo caso, data la conoscenza della vittima?”
“No, Signore.”
“E per lei Turner ci sono problemi?”
“No, signore, sono sicuro che il capitano Rabb saprà essere obbiettivo, anzi forse il fatto che conosce le persone coinvolte potrà esser d’aiuto.”
“Bene, allora andate.”
“Sì, signore.”

Harm andò subito da Mac per avvertirla dell’accaduto.
“Mio Dio, ho parlato con Erin ieri mattina, quando è accaduto?”
“Questa mattina, ero in aula e avevo il telefono spento, l’ho acceso quando sono uscito dall’ammiraglio e c’era la chiamata persa che mi ha fatto Peter, ora non risponde, ma sarà in ospedale e sicuramente ha il telefono spento.
L’ammiraglio non sa di Peter, mi raccomando.”
“Certo, ma tu non lasciarti trascinare, piuttosto affida a Stu l’interrogatorio del caporale.”

“Ci avevo gia pensato, vista l’amicizia di lunga data di Harm con Peter. Ma ora questa tua frase mi fa pensare ci sia dell’altro.”

Sturgis era venuto a cercare Harm e aveva sentito l’ultima frase di Mac.

“Ti spiego mentre andiamo là, non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene.”

L’ultima parte della frase era per Mac, che li guardava andare via col cuore gonfio di preoccupazione per l’amica.

Sull’aereo Harm raccontò a Sturgis di Peter.[color=red](Del fatto che era suo figlio, non della sua intrusione in una base)[/color]
“Accidenti, capisco che hai preferito non dire niente all’ammiraglio, ma non capisco come mai lui abbia detto “quel Thompson?”
“Quella è un’altra storia, diciamo che Peter conosce l’ammiraglio, ma non importa ora, ok?”
“OK! Però pieno di sorprese quel ragazzo, me lo ricordo bambino, quando gli hai fatto visitare l’accademia.”
“Abbiamo continuato a sentirci, gli piaceva scrivere, quindi ricevevo sue notizie in lunghe lettere, e quando ho riparato l’aereo di mio padre gli ho pure insegnato a portarlo in volo.”
“Strano che non sia venuto a fare il pilota, o ci ha provato?”
“No, gli piace il volo, ma non la vita militare. Mi ha già detto scherzando che i geni del top gun con lui si sono presi una pausa, magari il salto generazionale…”
“Che ne dici se tu vai in ospedale, ad informarti sulle condizioni di Erin, intanto io vado a raccogliere la testimonianza del caporale.”
“D’accordo, dovremmo sentire anche l’altra persona coinvolta.”
“Magari Peter sa qualcosa.”
“Chissà, certo che se è veramente colpa di quel caporale…”
“Calma, lo sai che non possiamo farci trascinare dalle nostre emozioni, è una cosa difficile, ma hai visto che è accaduto l’ultima volta che ti sei lasciato prendere… “
“Tranquillo, ho imparato la lezione, infatti tu e Mac sapete bene che sono coinvolto.”
“Lei da quando lo sa?”
“Da quando l’ho scoperto io, mi è stata molto vicina.”
“Logico, ti ama.”
“Tu sapevi qualcosa da prima, vero?”
“Io, ma quando mai…”
“Sì, va bene, potevi anche aiutarmi…”
“Ti ho aiutato, solo che non te ne sei mai accorto.”
“Ho capito è sempre colpa mia, esatto?”
“Non ci sono colpe, solo due persone che hanno faticato a rivelarsi i rispettivi sentimenti.”
Certo che fa uno strano effetto, pensare ad Harm come ad un padre, lui lo scavezzacollo del JAG… Però in fondo tutti dobbiamo maturare prima o poi.

Harm non aggiunse altro, era in ansia e non riusciva a non pensare all’ultima conversazione avuta con Peter.


Pochi giorni prima.

Harm aveva chiamato Peter per comunicargli la notizia del matrimonio suo e di Mac.
“WOW! Magari hai bisogno di tempo per le decisioni importanti, ma quando parti non ti fermano più! Congratulazioni, avete già fissato la data?”
“L’idea è un giorno di giugno, ma non abbiamo ancora scelto una data esatta. Mi faresti da testimone?”
“Harm sei sicuro, e Serjei? Insomma tu lo hai fatto a lui… non so se è il caso.”
“Non preoccuparti, gli ho già parlato, capisce bene perché ci tengo, ma se non ti va…”
“Non è questo e lo sai, sarò onorato di essere il tuo testimone.”
“Bene, presto ti farò sapere la data precisa. Erin come sta? Quando ero lì l’ho vista un pochino stanca.”
“È la tensione, nella sua classe ci sono degli allievi che la stanno facendo un po’ tribolare, sai come sono i ragazzi a volte…”
“No, non lo so come sono?”
“Testardi, saccenti e con la lingua lunga… ops ma quello ero io, aspetta aggiusto il tiro: caparbi, decisi, preparati e con una parlantina sciolta.”
“mmm, ho come la sensazione che mi pigli in giro.”
“Colpito e affondato! Parlando seriamente due allievi le stanno dando dei grattacapi, hanno dei genitori che non aiutano molto visto che sono peggio dei figli.”
“Serve una mano per raddrizzare qualche ufficiale o sono dei civili?”
“Uno per categoria, pare che il babbo “civile” abbia detto al figliolo che i marines sono buoni solo a picchiare, e che il militare dica al figlio che quelli come quel tale solo a bere…ti lascio immaginare il risultato… i figli sono già arrivati alle mani in più di un occasione, Erin nei prossimi giorni parlerà con i padri per invitarli a ragionare.”
“Augurale buona fortuna da parte mia, i rapporti genitori-figli per ora mi appaiono parecchio complessi…”
“Qualunque allusione è puramente casuale?”
“No, non intendevo…cavolo ma solo con te e con Mac riesco a sparare stupidate a raffica?”
“Tranquillo, non me la sono presa, e poi hai ragione non ti ho dato la possibilità di farmi da padre. Ci sentiamo presto. Ciao”
“Ciao a presto.”

Erano arrivati, Harm si diresse all’ospedale, mentre Sturgis alla base, il marines era agli arresti lì.

“Caporale Hughes, mi dica che cosa è successo questa mattina, nell’aula della signora Bauer.”
“Ero andato la per parlare dei problemi di mio figlio, Michael con un suo compagno, pare siano venuti alle mani in un paio di occasioni. Secondo me non era niente di serio, ma la sua insegnate temeva che le cose stessero degenerando, per via di alcune frasi che aveva sentito si dicevano i ragazzi.”
“Frasi di che tipo?”
“Ecco, io ho detto a mio figlio che non doveva prendersela, se il suo compagno accusava noi militari di saper usare solo la forza bruta, e che probabilmente suo padre era solo un ubriacone.”
“Che motivo aveva di muovere un accusa simile al signor Wedding?”
“Un giorno io e mia moglie siamo stati importunati dal signor Wedding che era chiaramente ubriaco, da quando la moglie lo ha lasciato non fa che bere.”
“Allora la signora Bauer vi ha interpellati insieme, era sobrio in quell’occasione il signor Wedding?”
“Sì, lo era, ma non per questo meno litigioso. Ha iniziato ad inveire contro i militari e mi ha dato uno spintone, ad un certo punto mi sono veramente arrabbiato e invece di girarmi ed andarmene l’ho colpito. La signora Bauer ci ha intimato di smetterla immediatamente e mentre parlava è caduta a terra, mi pare che il signor Wedding l’abbia spinta di lato e lei ha perso l’equilibrio, sbattendo il capo contro uno dei banchi. L’ho soccorsa subito, gridando che chiamassero un ambulanza, quando sono arrivati i soccorritori Wedding ha accusato me di averla spinta. C’era anche il marito che ci ha guardati per un secondo poi si è diretto da sua moglie, senza una parola.”
“Eravate soli con l’insegnante nessun altro ha visto l’accaduto?”
“Esatto, signore, i ragazzi erano appena usciti per l’ora di educazione fisica e la signora aveva tenuto libera la sua ora per parlarci.”
“Va bene per ora è tutto, devo sentire anche il signor Wedding, poi le farò sapere qualcosa.”
“Può farmi avere notizie della signora, so che è grave, ho visto altri feriti e posso capire cosa deve aver pensato il marito, ma io non sono stato.”
“Le farò avere notizie appena saprò qualcosa.”

Sturgis si diresse all’abitazione del civile, intanto Harm era giunto in ospedale.
Trovò subito Peter nella sala d’attesa fuori la camera operatoria.
“Ciao come sta?”
“Ciao, è ancora in sala operatoria. Ha un forte trauma cranico, stanno cercando di stabilizzarla.”

Peter era affranto, la voce gli usciva a fatica, aveva sentito Mac quando aveva cercato Harm in ufficio che gli aveva detto che lui stava andando lì.
Harm stava per chiedere a Peter cosa sapeva dell’accaduto, quando si senti afferrare da dietro.
Un poliziotto sui trent’anni lo affrontava con un aria decisamente furibonda.
“COSA DIAVOLO VOLETE ANCORA, NON VI BASTA CIO’ CHE AVETE FATTO!”

Peter intervenne a calmare l’uomo.
“Stephen calmati! Non aiuterai tua sorella in questo modo! Hai una divisa indosso rispettala!”
“Ma Peter, è stato un marine a fare questo ad Erin.”
“Conosci tua sorella, ti direbbe che non puoi pretendertela con tutti i marine per quello che “forse” ha fatto uno di loro. E sai anche che nessuno sa cosa sia successo, dovrà dircelo lei che è capitato.”
“Agente mi dispiace per quanto accaduto a sua sorella, le posso assicurare che anch’io sono preoccupato per lei, quanto voi.”
“Sì me l’ immagino, teme per il caporale…”
“Smettila Stephen, il comandante è un caro amico, Erin ti farà a fettine, quando si sveglierà per come ti stai comportando.”

Per Harm quella del “caro amico” fu un boccone amaro da mandare giù.
Evidentemente i parenti di Erin non lo sanno, e certo non è questo il momento di tirare fuori la nostra parentela.

Stephen si allontanò.
“Scusalo, adora sua sorella.”
“Non preoccuparti parlavo sul serio quando ho detto che sono preoccupato.”
“Lo so, ma devi anche indagare. Non ho visto nulla, ero in un’altra aula. Quando sono arrivato Erin era a terra con il caporale che le teneva ferma la testa, il signor Wedding continuava a dire che il caporale l’aveva spinta a terra, lui mi ha guardato e ha fatto segno di no. Conoscendoli poco, non so che dire, entrambi possono averlo fatto in un attimo d’ira, magari mentre litigavano tra di loro. Mi sono preoccupato per Erin e ho iniziato a controllarle il respiro, era molto rallentato, come il battito, per fortuna l’ambulanza è arrivata molto velocemente e l’abbiamo portata in ospedale.”
“Sturgis sta interrogando il caporale, poi andrà dal signor Wedding.”
“Non dovresti andare anche tu? So che sei preoccupato, ma è il tuo lavoro, ti terrò informato sulle condizioni di Erin.”
“Sei sicuro? Non mi và di lasciarti solo.”
“Non sono solo, e poi forse per Stephen sarebbe meglio, ci parlo un po’ così quando torni sarà più calmo.”
“I genitori di Erin dove sono?”
“Sono scesi nella cappella dell’ospedale a pregare, con l’altra figlia, Harm davvero, vai ad aiutare Sturgis, prima si farà chiarezza in questa storia e meglio sarà.”
“D’accordo, ma per qualunque cosa chiamami.”
Peter fece un cenno di assenso, poi si diresse vero il cognato, immobile davanti alle porte della sala operatoria.

Harm chiamò Sturgis e gli disse di passare a prenderlo all’ospedale.
“Sono già stato anche da Wedding, praticamente uno accusa l’altro di averla spinta mentre discutevano, uno mente, ma non so capire chi dei due. Lei come sta?”
“È in sala operatoria, è grave Stu, è grave.”
“Peter non ha visto nulla, vero?”
“No, era in un’altra stanza. Dobbiamo sentire i colleghi del caporale, per sapere che tipo è. E anche conoscenti del signor Wedding.”

Dalle loro indagini apparve evidente che entrambi avevano un carattere litigioso, nel caso del signor Wedding peggiorato dell’abuso di alcolici, la moglie aveva lasciato lui e il figlio l’anno precedente, era andata a vivere con un ex-marine.
“Ecco perché ce l’ha morte con i marines!”
“Già, povera Erin forse ha sbagliato a pensare che bastasse parlare per risolvere le cose.”
Harm dissentì
“No, lei ha fatto il suo dovere di insegnante, cercando di aiutare i ragazzi, sono loro che avrebbero dovuto comportarsi da persone adulte e non come due ragazzini.”
Era ormai sera, tornarono entrambi in ospedale, Peter aveva avvisato che Erin era uscita dalla sala operatoria e i medici erano ottimisti, aspettavano che si risvegliasse.

“Come sta?”
“Stabile, ora c’è sua madre con lei.”

Il fratello di Erin si avvicinò, pareva calmo adesso.
“Mi scusi per prima comandante, ho perso il controllo, Peter mi ha spiegato un po’ di cose. Mi sa che appena mia sorella si sveglierà avrò una sonora tirata d’orecchie.”
“Non si preoccupi, se fossi stato nei suoi panni non so come avrei reagito, anzi lo so, visto che se mi toccano mio fratello divento una furia…”

Peter interruppe il discorso.
“Harm hai scoperto qualcosa, che puoi dirmi.”
“Che ognuno accusa l’altro, ma nessuno l’ha vista nel momento in cui cadeva. Ho proprio bisogno che Erin mi dica che è capitato.”
“Il medico mi ha detto una cosa… Erin è incinta, la gravidanza è appena iniziata, il bambino sta bene, ma Erin potrebbe avere perso conoscenza, per un calo di pressione. Te lo dico perché mi pare strano che tutti e due sanno che è caduta, ma nessuno sa bene come.Si danno solo la colpa a vicenda.”

Sturgis era stupito.
Sua moglie è in gravi condizioni e lui trova il modo di aiutarci nelle indagini….non so se sorprendermi, di tanta freddezza o preoccuparmi…
Harm era molto meno stupito
Ecco il solito Peter, calmo e lucido, nonostante l’ansia… capisco dall’espressione di Stu che non se lo aspettava, ma lui non lo conosce come me.

Harm disse a Sturgis di andare pure a riposare, lui sarebbe rimasto lì, durante la notte arrivarono anche i Thompson, la sala d’aspetto era piena di persone preoccupate per quelle due vite che lottavano in quella stanza nella rianimazione. Peter era rimasto al suo capezzale e si era assopito quando lei inizio ad aprire gli occhi.
Guardò il marito e gli strinse la mano.
“Erin, Erin sei sveglia, presto dottore, infermiera, si è svegliata, presto…”

Lei non riusciva a parlare, era afasica, ma i medici ritenevano fosse una condizione passeggera.
Era comunque lucida e chiese a gesti qualcosa su cui scrivere.
CHE E’ SUCCESSO? STAVANO LITIGANDO E GLI HO INTIMATO DI SMETTERLA E IMPROVVISAMENTE E’ DIVENTATO TUTTO NERO.

“Ti ricordi se uno di loro ti ha spinta?”
NO, NON ERO COSI VICINA, STAVANO LITIGANDO NON ERA PRUDENTE ANDARGLI VICINO.
“Allora hai perso solo conoscenza e la tua testa ha incontrato prima il banco poi il pavimento… bello spavento ci hai fatto pigliare.”
MA NON CAPISCO COME MAI SONO SVENUTA AVEVO FATTO COLAZIONE E NON ERO STANCA.

Peter guardò il medico per sapere se glielo poteva dire. Questi fece cenno di sì.
“be ecco ti ricordi che l’altra mattina eri nauseata dalla mia colazione e hai dato al colpa a quello che avevamo mangiato la sera a cena… non era la cena. È nostro figlio che reclamava attenzioni.”

L’espressione di Erin era stupita e felice allo stesso tempo, erano alcune settimane che lei e Peter non usavano precauzioni, ma non si aspettava di essere già incinta.
Vennero dentro i suoi genitori, erano molto anziani, Erin era la loro figlia più piccola, si vedeva lontano un miglio che stravedevano per lei.
“Ti lascio con i tuoi un momento vado a parlare con Harm.”
Erin si sforzò di dire qualcosa.
“Ma … è … qui… come… mai… ”
“Hei non sforzarti di parlare i medici hanno detto che devi riposare, Harm è venuto per indagare, visto che pareva che il caporale ti avesse spinto, e poi perché era preoccupato.”

Peter uscì dalla stanza, Harm era andato a prendere dei caffè, lo raggiunse alla macchinetta.
“Avevo visto giusto, è caduta da sola perché è svenuta.il caporale è innocente, come il signor Wedding.”
“Sono felice che stia meglio, ma secondo me sono entrambi colpevoli, se non si fossero comportati in quel modo lei non sarebbe stata male. O forse si sarebbero resi conto che stava svenendo e l’avrebbero sorretta, evitandole la caduta.”
“Questo lo penso pure io, ma non puoi mica accusarli di stupidità, o sbaglio…”
“No, accusarli no, ma posso fare loro pigliare un bello spavento, magari impareranno che stanno dando un pessimo esempio ai loro figli.
“Ti lascio carta bianca spaventali quanto ti pare, solo occhio: sei prossimo ad una promozione, mi spiacerebbe che la perdessi per un comportamento scorretto.”
“Io scorretto? Ma quando mai” ;-))

Mentre scherzava Harm si accorse che il figlio aveva gli occhi lucidi.
“Hey, va tutto bene è fuori pericolo, lei e il piccolo staranno bene.”
“Lo so…ma avevo così tanta paura di perderla…”
“Dai andiamo a rassicurare anche gli altri…”
Accidenti, come lo capisco, l’idea che capiti qualcosa di brutto a Mac, mi toglie il respiro, non so che farei…

Patrick ed Anne si avvicinarono, loro ed Harm si erano sentiti solo per telefono da quando la verità era venuta a galla.
Anne abbraccio il figlio, Patrick si limito ad una mano sulla spalla; guardò Harm si allontanarono un poco, lasciando che Peter tornasse da sua moglie insieme alla madre.

Fu Patrick il primo a rompere il silenzio.
“Per lui siamo entrambi molto importanti, non credo conti chi lui chiama papà e chi col nome di battesimo.”
“Lo so, non potrei mai intromettervi tra di voi, anche se forse in realtà lo avevo già fatto quando l’ho accompagnato a Chicago senza dirvelo.”
“Be’ ammetto che forse se ce ne avessi parlato lo avremmo accompagnato noi, e lui forse avrebbe preso la cosa in modo diverso, magari ti avrebbe detto tutto prima, ma ormai è andata così, non rimuginiamoci più su questa storia. Guardiamo avanti. Stai per diventare nonno… che effetto fa?”
“Strano, decisamente strano… tu e Anne avete già dei nipoti vero?”
“Sì Nancy, ha avuto una bimba l’anno scorso, ma se me lo permetti considererò mio nipote anche questo bimbo, anche se Peter dovesse decidere di cambiare cognome, per me resterà sempre mio figlio.”
“Non credo lo cambierà, ma come hai detto tu prima: noi siamo importanti per lui, non importa come si firma, Thompson o Rabb resta “nostro” figlio in entrambi i casi.”

Calco la voce su quel nostro, sapeva che lui per Peter sarebbe rimasto una sorta di fratello maggiore, ma non era importante, la cosa che veramente importava era che entrambi sapevano di poter contare l’uno sull’altro.
Strano non avrei mai pensato di accettare una cosa simile, certo se lo avessi saputo quando era un bambino, forse avrei cercato di riaverlo con me…o forse no, non è che io sia mai stato un grande esempio di maturità… chissà, ha ragione Patrick inutile domandarsi come avrebbe potuto essere, è così e basta.

Lui e Sturgis dovettero rientrare, ma non prima di avere fatto un rapporto dettagliato che metteva in evidenza quanto il comportamento dei due uomini avesse danneggiato la signora Bauer, pur non avendola ferita loro stessi.

APPARTAMENTO MAC

Harm era rientrato da poche ore, lui e Mac erano sdraiati sul suo divano abbracciati stretti.
“Meno male che tutto si è risolto per il meglio, certo che fa uno strano effetto, noi ci sposiamo, tuo figlio che diventerà padre…”
“Che accadrebbe se anche noi, avessimo un bambino in arrivo?”
“Che io ed Erin ci scambieremmo un sacco di informazioni su come tirare su dei piccoli Rabb, e che nostro figlio avrebbe un nipote più vecchio di lui…”
“Ti dispiacerebbe se…”
“Vuoi scherzare? Te l’ho detto che non ho niente in contrario ad accelerare i tempi, non vedo perché dovremmo ancora pensare a quel patto, era una cosa da ridere nel caso fossimo stati soli, ma non mi sembra che lo siamo, e a te?”
“No decisamente non lo siamo, ma io non ridevo ero serissimo.” ;-))
“Harm seriamente, presto sarai promosso capitano di vascello, e continuando così potresti anche ambire al posto dell’ammiraglio quando fra molti anni andrà in pensione, lo sai che responsabilità comporterà tutto ciò…no?”
“Io al posto dell’ammiraglio? Non credo, semmai tu potresti diventare la prima donna a dirigere lo JAG un giorno!”
“No, grazie certe ambizioni erano di un’altra persona, che non mi va proprio di ricordare ora come ora.”
“Già, davvero due belle persone la Singer e Lindsey… perché dopotutto è stato chiaro dopo quanto è successo chi era stata a passare le informazioni a Lindsey sullo staff.”
“Chissà cosa credeva di ottenere, certo non meritava di finire in quel modo, in cella insieme lui magari sì, ma in quel modo…”
“Non pensiamoci più, purtroppo è successo. Non possiamo cambiare il passato, me lo dicesti tu una volta, ricordi?”
“Sì, è stato quando mi parlasti della ragazza vietnamita di cui ti eri innamorato a 16 anni.”
“Esatto, sai cosa mi ha fatto ricordare Peter oggi? Io avrei comunque paura che ti capiti qualcosa, anche senza averti confessato che ti amo, quindi è da stupidi sprecare tempo prezioso.”
“Tuo figlio è un ragazzo saggio, mi domando da chi ha preso.”;-))
“Hey, come osi.”;-))

Harm inizio a farle il solletico e ben presto i discorsi seri che avevano iniziato vennero dimenticati.

UFFICI JAG
MATTINO SEGUENTE

Harm, voleva dire all’ammiraglio, la verità su Peter, nel caso si domandassero perché era lui il testimone di nozze e non Serjei. Ovviamente doveva aspettare il momento giusto dopo le riunioni e gli eventuali casi in aula, insomma un momento libero lo avrebbe trovato.

Mac era già impegnata come giudice in un processo, con Bud come accusa e Sturgis come difesa.
Era la corte marziale del Tenente Hoobart, una pura formalità giuridica, Sturgis gli aveva consigliato di patteggiare, ma quel borioso era convinto che una giuria di militari, per la maggior parte uomini avrebbe compreso le sue deliranti ragioni.

Il capitano Rowan venne al banco dei testimoni.
“Capitano lei la sera del 15 aprile entrò alla base per motivi di lavoro, può dirci che accadde.”
“Sentii il tenente Hoobart inveire, contro un’altra persona, mi diressi nella direzione per appurare che stesse accadendo e lo vidi mentre colpiva il tenente Stevens.”
“Capì che cosa era successo?”
“Sì, c’era uno dei pc accesi, ed era aperto un file riservato del tenete Stevens dove lei sistemava i test che preparava.”
“Quindi il tenente Hoobart aveva alterato dei parametri del test?”
“Esattamente.”
“Che cosa era accaduto durante un test precedente, signore?”
“Obbiezione, non vedo cosa centri un test fatto prima.”
“Intendo dimostrare alla corte ogni comportamento illecito del tenente Hoobart.”
“Respinta, risponda alla domanda, capitano.”
“Nell’ultimo test di volo effettuato dal tenente Hoobart con il tenente Stevens dovevano tentare una manovra molto rischiosa, praticamente portare l’aereo in vite piatta e uscirne solo ad una certa altitudine, per verificare lo sforzo massimo a cui poter sottoporre i motori.”
(non so se esista un test del genere, se c’è qualche ingegnere aeronautico che vuole tirarmi le orecchie si accomodi, posti il suo feroce commento a fine fanfic)
“Che cosa avvenne quando arrivarono in quota.”
“Il pilota asseriva di non riuscire a riprendere il controllo, ad un certo punto ordino l’eiezione.”
“E si eiettò?”
“No dopo che il tenente Stevens si era eiettata riuscì a riprendere il controllo del mezzo.”
“Non lo sospendeste?”
“No, perché dai tabulati del test apparve chiaro che erano ad una quota troppo bassa. Solo in seguito quando lo sorprendemmo a manomettere gli altri test, capimmo che cosa aveva fatto.”
“Il tenente Stevens ebbe dei problemi dopo l’eiezione?”
A nessuno fa bene un tuffo nell’Atlantico, non in quel modo almeno. Il paracadute le si impiglio malamente e la trascino verso il fondo, per fortuna riuscì a tagliare le funi e a ritornare in superficie.”
“Ritiene il tenente Hoobart responsabile dell’accaduto?”
“Sì.”
“Il tenente ha ripetuto il test che era fallito con Hoobart?”
“Sì signore, con il capitano di fregata Rabb ha eseguito il test pochi giorni fa.”
“E il risultato?”
“Un test eccellente.”
“Secondo lei perché il tenente Hoobart ha avuto quest’atteggiamento?”
“Obbiezione, si chiede un opinione.”
“Ritengo che in quanto istruttore dei piloti collaudatori, nonché anni di esperienza come pilota di caccia sulle portaerei rendano il capitano Rowan un ottimo giudice sui comportamenti dei suoi sottoposti.”
“Obbiezione respinta, ritengo anch’io che l’esperienza del capitano Rowan sia una garanzia sufficiente.”
“Era evidente che aveva dei problemi a venire comandato da una donna, non aveva nessun problema con gli altri allievi collaudatori.”
“E il Tenente Stevens era l’unica donna, esatto?”
“Sì.”
“Io ho terminato.”

Fu il turno di Sturgis di prendere parola.
“Capitano Rowan, è sbagliato dire che tra lei è il tenente Stevens è nata subito una forte amicizia.”
“Obbiezione vostro onore, qui non si discute dei rapporti personali tra il capitano e il tenente. Sono solo illazioni.”
“Intendo dimostrare, che il capitano Rowan forse non è così affidabile come sembra.”

Per Mac fu difficile, anche lei ne sapeva qualcosa di rapporti tra colleghi….
“Obbiezione respinta, risponda alla domanda.”
“Certo, ci fu subito simpatia tra di noi, ci eravamo incontrati in una altra occasione e ritrovarci di nuovo insieme fu motivo di gioia per entrambi.”

Sturgis non si aspettava una risposta tanto diretta, il suo cliente gli aveva fatto intendere che la relazione fosse segreta, invece il tono del capitano lasciava intendere che tutto accadde alla luce del sole.
“Capitano, lo sa cosa dice il regolamento, nei rapporti tra colleghi? Lei è un istruttore.”
“Non abbiamo mai mancato al regolamento, abbiamo rimandato ogni decisione circa il nostro futuro a dopo il corso, ed in ogni caso io sono istruttore dei piloti, non do valutazioni agli allievi ingegneri, per quello c’era il capitano Allen.”
“Vuole farci credere che non prova odio verso l’uomo che ha aggredito la sua donna e che per un pelo non la fa morire con un eiezione inutile.”
“Odio? Mi limito a lasciare che venga punito per le sue azioni, ha fatto tutto da solo, non ha bisogno del mio aiuto per dare l’addio alla sua carriera in Marina.”
“Non ho altre domande.”

Il tenente Hoobart osservava le facce dei militari che avrebbero messo fine alla sua carriera.
“Capitano Turner possiamo ancora patteggiare?”
“Troppo tardi, avrebbe dovuto seguire il mio consiglio prima che venisse tutto alla luce ora la aspetta un periodo di detenzione che stabilirà il giudice e non credo la giuria chiederà clemenza.”

Infatti la sentenza fu esemplare, fuori dalla Marina con effetto immediato, più due anni di detenzione a Leavenworth.
(oddio Lindsey per un omicidio ne ha presi solo 6\8…ma lui ha detto che era caduta….)

Fuori dall’aula Sturgis, si complimentò con Bud.
“Complimenti tenente, mi ha stracciato la dentro.”
“Non dica così signore, il tenente Hoobart era colpevole oltre ogni ragionevole dubbio, è stato un idiota a non accettare di patteggiare sarebbe stato fuori entro un anno.”
“Concordo, ma ritengo che più che del carcere quell’uomo avrebbe bisogno di cure psichiatriche, credeva veramente di essere nel giusto…”

Arrivò Harm che stava dirigendosi dall’ammiraglio.
“Ho saputo che è stato sistemato quell’incapace di Hoobart, congratulazioni Bud.”
“Ha fatto tutto da solo.”
“Vuoi dire che la pedata del posteriore è riuscito a darsela senza che tu richiedessi il mio intervento?”

Bud divenne rosso come un pomodoro e inizio a balbettare.
“Io….signore…come … lo…ha… saputo?”
“Se l’è fatto sfuggire il tenente mentre eseguivamo i test. Tranquillo, hai solo detto la verità, gliel’avrei data davvero volentieri.”
“grazie signore, ora devo andare…”

Sturgis scosse il capo e osservò Harm sorridere.
“Povero Bud, ma tu sei sempre il solito dispettoso.”
“Certe cose non cambiano, dovresti saperlo.”
“Filosofo, oggi?”
“No solo un poco teso, devo dire all’ammiraglio di Peter.”
“Vuoi una mano?”
“No, devo sbrigarmela da solo, ma grazie.”


UFFICIO AMMIRAGLIO

AJ era in piedi vicino alla finestra.
Rabb ha chiesto di essere chiamato appena avevo un momento libero, spero non stia ancora pensando di tornare in servizio attivo come pilota, sarebbe un duro colpo per quest’ufficio, e poi si giocherebbe ogni possibilità di carriera, stavolta non potrei più aiutarlo; diamine, pensavo che mettesse a testa a posto dopo la decisione di sposarsi, ma forse certe persone non cambiano mai.

dall’interfono giunse al voce di Tiner
“Ammiraglio il comandante Rabb è qui.”
“Lo faccia entrare.”

Harm entrò e si mise sull’attenti.
“ Signore!”
“Riposo, di cosa mi doveva parlare con tanta urgenza.”
“Ecco sono successe delle cose in queste ultime settimane, e ritengo di doverla informare.”
“Comandante, sappia che se si tratta del volo, questa volta non l’aiuterò a tornare indietro, per quanto la cosa mi costi.”
Harm guardò perplesso il suo superiore.
“Il volo signore?”
“Non si tratta di questo? Allora mi scusi e vada avanti.”
“Si tratta di Peter signore. Ho scoperto poche settimane fa che sono suo padre. Lo so avrei dovuto dirlo giorni fa quando mi ha mandato a indagare con Sturgis, ma ero preoccupato per lui e temevo non mi lasciasse andare se avesse saputo.”

AJ era senza parole.
Suo figlio, il capitano ha un figlio… e il rapporto sull’incidente parla di una gravidanza della moglie…

“Ma… e il ragazzo come l’ha presa?”
“Lui lo sapeva da anni, solo che non me lo ha mai voluto dire.”
“Cosa? Ecco perché ha rischiato l’arresto per lei, mi sorprende che non sia fiondato qui quando l’hanno arrestata il mese scorso.”
“Gli ho detto io di stare lontano, e per una volta mi ha dato retta.”
“Il colonnello ne è al corrente, suppongo?”
“Sì, signore, era con me quando ho appreso al notizia.”
“Allora c’è un altro Rabb in circolazione e presto lei diventerà nonno, a quanto pare.”
“Che diventerò nonno è sicuro, sul fatto che ci sarà un altro Rabb però ci sarà da aspettare, lui non intende cambiare cognome, e quindi il prossimo Rabb sarà il figlio mio e di Mac.”

Prima AJ era rimasto senza parole, ma stavolta lo stupore fu troppo grande per stare zitto.
“Come anche il colonnello è incinta? E lo dice così?”
“No per ora non è in arrivo un piccolo Rabb-MacKenzie, ma contiamo di porre rimedio alla cosa.”;-))
“Bè mille auguri comandante.”
“Grazie signore!”

Quando Harm fu uscito l’ammiraglio si appoggio per bene alla sedia.
Ma tu guarda, altro che non cambiare, stavolta gli tocca crescere e alla svelta. Bè penso proprio che quando me ne andrò in pensione o lui o il colonnello saranno dei degni sostituti.

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